Premio a Farwa Zulfiqar,
«Stavolta come cittadina di Pollenza:
qui mi hanno integrata e fatta crescere»

POLLENZA - L'imprenditrice e designer che ha creato il marchio Farway Milano ha ricevuto il riconoscimento della Società Operaria di Mutuo Soccorso: «Sono profondamente legata a questa terra. Qui ho vissuto gli anni che mi hanno formata, integrata, fatta crescere. Qui ho imparato cosa significa appartenere»

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Farwa Zulfiqar

di Monia Orazi

«Questo è il primo premio che ricevo non come straniera, ma come cittadina pollentina», così Farwa Zulfiqar, designer e imprenditrice di moda a Milano, sabato sera al teatro Verdi di Pollenza ha ricevuto il riconoscimento della Società Operaria di Mutuo Soccorso nell’ambito della serata «Mani amiche 2025».

Un premio che per lei ha un significato profondo, non solo per il riconoscimento professionale, ma soprattutto perché suggella un percorso di appartenenza a una comunità che l’ha accolta e cresciuta.

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«Sono profondamente legata a questa terra – ha detto Farwa – Qui ho vissuto gli anni che mi hanno formata, integrata, fatta crescere. Qui ho imparato cosa significa appartenere».

Il momento della premiazione ha avuto anche un valore simbolico particolare: «Questo palco per me ha un significato speciale – ha spiegato la designer – è lo stesso su cui, da bambina, ho fatto la mia prima recita. Tornarci oggi, per ricevere questo premio, è stata un’emozione profonda».

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Un percorso, il suo, che Farwa ha voluto ripercorrere nelle parole rivolte al pubblico del teatro Verdi: «Erano i miei primi anni in Italia: ero una bambina timida, non parlavo italiano e osservavo il mondo in silenzio. La prima fu la mia insegnante di arte. Gentile, attenta. Mi ha accolto, accompagnato, protetto. L’arte era l’unico spazio in cui riuscivo davvero a esprimermi: parlavo con i disegni quando le parole non esistevano ancora».

Poi l’incontro decisivo: «Arrivò la professoressa Rosati, la mia insegnante di italiano. Ieri mi ha detto che è orgogliosa di me. Mi ha difeso, protetto nei momenti più difficili, mi ha preso per mano quando il mondo mi sembrava troppo grande. Con lei mi sono sentita al sicuro, vista, accolta. A scuola ero diversa, e quella diversità era spesso un problema – ha ricordato – Un odore diverso, un volto diverso, una voce che non usciva. Ascoltavo tutti senza poter rispondere. In quel silenzio ho iniziato a raccogliere esperienze che, senza saperlo, stavano costruendo la donna che sono oggi: determinata, fiduciosa, sicura».

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La storia di Farwa è anche quella di una scelta imprenditoriale coraggiosa: fondare un brand di moda per bambini Farway, con vestiti realizzati nel cuore del cratere sismico con fibre naturali. Una decisione che parla di radici profonde e di un legame autentico con il territorio marchigiano.

«La mia è una storia di integrazione, certo, ma soprattutto di accoglienza – ha sottolineato – Le Marche e Pollenza in particolare mi hanno dato tempo, spazio e fiducia per diventare la persona e la professionista che sono oggi».

Nel suo discorso, Farwa ha voluto condividere il riconoscimento con la sua famiglia: «Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i miei genitori. Mio padre, con il suo lavoro silenzioso e costante, mi ha insegnato il rispetto, la responsabilità e il vero significato dell’integrarsi: lavorare con serietà, ascoltare e restituire valore al luogo che ti accoglie. Per questo ho voluto condividere questo premio con loro. Perché questo riconoscimento è anche il loro».

Il premio rappresenta il riconoscimento della Società Operaria di Mutuo Soccorso a chi lavora e si impegna per la comunità pollentina. Gli altri premiati: Massimo Tiberi, Paolo Andreani, associazione Ttatrale Massimo Romagnoli, Roberto Petrini, Associazione Corporazione del Melograno, Franco Paolucci.

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