«Condannare il porta a porta
significa farsi del male da soli.
Cassonetti soluzione di contorno»

MACERATA - Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche, stoppa le voci di cambi nel sistema di raccolta rifiuti: «C'è una narrazione distorta ed è il Piano regionale a confermarne l'importanza: è l’unico modo per garantire un equilibrio tra sostenibilità ambientale e fattibilità economica»

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Marco Ciarulli, presidente Legambiente Macerata

Legambiente Marche interviene sul tema dei rifiuti urbani invitando gli amministratori ad abbandonare i facili slogan sui modelli di gestione, sottolineando l’urgenza di riprendere la rotta tracciata negli anni dal modello maceratese, un modello che oltre a prevedere un’autosufficienza impiantistica, ha avuto il porta a porta come sistema di raccolta principale.

«Sul modello di raccolta dei rifiuti urbani, persevera una narrazione distorta che vede nel porta a porta il capro espiatorio dei problemi nella gestione dei rifiuti in città – dichiara Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche – torniamo a ribadire che condannare un porta a porta che per anni ha garantito ottimi risultati in termini di performance ambientali e di contenimento dei costi, rispetto a tanti altri sistemi di raccolta obsoleti, è farsi del male da soli. Bisogna capire e agire su ciò che ha smesso di funzionare piuttosto. Se questo sistema ha dei limiti (e li ha) bisogna lavorare per superarli questi limiti, implementando il sistema: a partire dallo sviluppo di una tariffazione puntuale, a sistemi di raccolta che riducono le problematiche che possono insorgere agli operatori durante la fase di raccolta.

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Sacchetti abbandonati a Macerata

I cassonetti intelligenti, possono essere una soluzione di contorno, applicabile in alcuni contesti ben precisi, ma non possono sostituirsi al porta a porta. Chi oggi persevera nell’attaccare questo modello di gestione dovrebbe anche spiegare che tornare ai cassonetti, per quanto smart questi possano sembrare, significherebbe tornare indietro di 20 anni. Con i cassonetti si producono più rifiuti, si differenzia e si ricicla di meno e alla fine si paga una bolletta più salata».

Legambiente ricorda che le migliori esperienze di gestione dei rifiuti urbani italiane assimilabili alla realtà dei nostri territori, hanno il porta a porta come cuore pulsante del sistema di raccolta, come Treviso o Forlì. «Evitiamo facili demagogie e troviamo soluzioni reali alle problematiche che stiamo vivendo nella gestione dei rifiuti urbani – prosegue Ciarulli – ricordiamo anche agli amministratori, che nel nuovo Piano regionale dei rifiuti, approvato in giunta lo scorso anno, si prevede prioritariamente, un sistema di raccolta porta a porta perché è appunto l’unico sistema capace di garantire un equilibrio tra sostenibilità ambientale e fattibilità economica. Se vogliamo sviluppare l’economia circolare come modello non solo di tutela ambientale ma anche di sviluppo economico, questa è la direzione».



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