Sanità pubblica, Uil Fpl e Cgil Funzione Pubblica non hanno sottoscritto il Contratto collettivo nazionale del comparto, firmato definitivamente ieri all’Aran.
Le due organizzazioni sindacali ribadiscono la loro ferma contrarietà, motivata da un testo che, a loro giudizio, non offre risposte strutturali né alla grave crisi salariale, né alle annose problematiche organizzative e normative del settore.

Matteo Pintucci
«Per la sanità pubblica non si registrano interventi concreti in grado di determinare un reale cambio di rotta e di affrontare in modo strutturale le criticità del comparto» dicono Marcello Evangelista, segretario regionale Uil Fpl Marche, e Matteo Pintucci, segretario regionale Cgil Fp Marche, a margine dell’incontro Aran. «Non riteniamo ci siano i presupposti per la sottoscrizione di un contratto che riteniamo al ribasso e lesivo della dignità dei lavoratori».
Il nodo centrale del dissenso è rappresentato dalla parte economica. «Riteniamo che L’aumento reale sia insufficiente, il contratto prevede un aumento nel triennio di riferimento (2022/2024) del 5,78% a fronte di un dato inflattivo registrato nel medesimo periodo pari al 16,5%.
Con una forte perdita di potere d’acquisto, Questo divario si traduce in una perdita secca del 10% per il personale sanitario». Secondo i sindacati «L’aumento effettivo, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale già percepita sarà di circa 40 euro nelle migliori ipotesi, per un infermiere.

Marcello Evangelista
Il contratto non risolve i problemi organizzativi incentivando il lavoro straordinario e le prestazioni aggiuntive con il risultato di chiedere turni massacranti ai lavoratori per percepire qualche euro in più in busta paga, invece di un rafforzamento stabile dei trattamenti tabellari e della struttura retributiva ordinaria.
Esprimiamo inoltre forte preoccupazione per l’introduzione unilaterale del profilo dell’assistente infermiere, figura che non risulta sufficientemente definita e regolamentata a discapito sia dei livelli essenziali di assistenza che degli oss e infermieri attualmente in servizio. Si aumentano i poteri discrezionali del datore di lavoro, influendo negativamente sui carichi di lavoro, non si danno risposte agli annosi problemi di corretto dimensionamento dei fondi aziendali, diritto alla mensa/buono pasto (l’adeguamento del valore economico del buono pasto rimane assente), la corretta retribuzione nei periodi di ferie, si registrano meno prospettive di carriera professionale, compromettendo la valorizzazione del personale» concludono Evangelista e Pintucci.
Secondo i due sindacalisti «serve un reale cambio di passo per evitare il collasso della sanità pubblica. Continueremo a chiedere maggiori risorse per i rinnovi contrattuali, più assunzioni ed interventi mirati per assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la piena valorizzazione di tutto il personale del comparto, la sospensione della figura dell’assistente infermiere e la contestuale apertura di un tavolo di confronto. Non è sicuramente questo un contratto dignitoso».
Siamo stanchi! Sfiduciati! Demotivati!
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L’ aiuto infermiere… la reintroduzione d figure come quelle scomparse, oramai tre decenni fa, dell’ infermiere generico e quello psichiatrico. Dalla Lega solo proposte indegne di un Paese serio.