
Quattro dei fondatori di radio T International, da sinistra: Massimo Zenobi, Graziano Marzioni, Bruno Borraccini e Stefano Arduini
di Francesca Marsili
Un pugno di ragazzi adolescenti con i pantaloni a zampa, una soffitta, un microfono e via “On air” con la prima radio libera di Tolentino: radio T International. Era il 1975. Oggi, a cinquant’anni dall’accensione del primo trasmettitore, quei ragazzi: Stefano Arduini, Bruno Borraccini, Graziano Marzioni, Daniele Pelliccioni e Massimo Zenobi si sono ritrovati a cena e hanno ricordato con emozione quell’avventura pionieristica, fatta di entusiasmo, amicizia e sogni a onde radio: la loro piccola grande impresa che, nel 1975, fece sentire per la prima volta anche a Tolentino la voce della radio libera e la loro creatività.

Stefano Arduini e Bruno Borraccini
Metà degli anni ’70. L’Italia cominciava a parlare a sé stessa attraverso le prime radio libere, un fenomeno rivoluzionario che dava voce ai giovani, alla musica, alle comunità. A giugno dello stesso anno una sentenza sanciva la fine del monopolio Rai e dava la possibilità di nascita delle radio private. Macerata aveva la sua emittente, Radio M, in via Sorcinelli, di proprietà di Jimmy Fontana. Ma a Tolentino, allora, il segnale non arrivava: i ripetitori non c’erano ancora.
Fu così che cinque ragazzi non ancora quindicenni decisero di rimediare da soli. Mettendo in campo tanta fantasia e voglia di fare, in modo pionieristico e con grande tenacia costruirono un trasmettitore artigianale, attrezzarono una soffitta con vecchi registratori, giradischi e un microfono, e cominciarono a trasmettere la loro voce alla città. Quei “ribelli dell’etere”, con la stessa passione di allora, raccontano le emozioni vissute cinquant’anni fa: «Eravamo alle giostre, qualcuno di noi disse: “c’è stata una sentenza, si può fare la radio privata!”. Arduini disse: “Io riesco a costruire un trasmettitore”. Ci radunammo nella soffitta di Zenobi e a fine settembre del ’75 andammo in onda con la prima trasmissione e un vero e proprio palinsesto. Eravamo la seconda radio libera della Provincia».

Stefano Arduini con il primo trasmettitore
C’era Stefano Arduini, che aveva l’indole del tecnico, Massimo Zenobi, abile nel marketing e proprietario della soffitta, Bruno Borraccini, l’intellettuale, che dopo la scuola prendeva i giornali al bar sotto casa e preparava un accurato notiziario locale, Graziano Marzioni e Daniele Pelliccioni, che sceglievano e mettevano in onda la musica, spaziando dalla classica al rock. La prima trasmissione di dediche e richieste andava in onda alle 20: era completamente improvvisata, ma amatissima dal pubblico. Per rispondere alle telefonate degli ascoltatori, i ragazzi utilizzavano il telefono di casa Zenobi.

Il primo trasmettitore radio
All’inizio avevano persino addestrato la cagnolina di famiglia, Zora, a portare su e giù per le scale i bigliettini con le richieste; in seguito risolsero stendendo ogni sera una prolunga telefonica di 25 metri lungo le scale del palazzo. Non mancava nemmeno la leggerezza: la loro trasmissione comica, “La Formicomica”, ideata da Massimo e Graziano, fece sorridere molti ascoltatori tolentinati. Con il tempo, al gruppo si aggiunsero altri giovani, come Giancarlo Caporicci e le sorelle Simonetta e Sabrina Greci, che contribuirono ad arricchire il palinsesto. Le trasmissioni andavano in onda nel pomeriggio, dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 23 circa: la mattina, naturalmente, si andava a scuola. Intanto, i genitori dei ragazzi osservavano con curiosità e orgoglio quella strana avventura, affascinati dall’entusiasmo dei figli ma senza mai interferire: lasciavano che fossero loro a sperimentare, sbagliare e imparare. C’era un problema finanziario perché i ragazzi non avevano soldi per acquistare i dischi e ognuno portava i suoi da casa; ma la svolta fu data da Stefano che, grazie a un suo zio proprietario di discoteca nel pesarese, si fece donare centinaia di 45 giri che in discoteca non si usavano più.

Massimo Zenobi
«La radio è stata una palestra – aggiungono – Abbiamo tanti bellissimi ricordi. Per molti di noi, che hanno proseguito con attività simili, la radio è stata una fucina di grandi esperienze, un’espressione di creatività. Eravamo appassionati di questo mondo che stava nascendo e di cui avevamo capito le potenzialità». Le radio libere infatti non hanno solo segnato un’epoca, ma hanno anche rappresentato una straordinaria palestra di crescita personale e professionale per i suoi protagonisti. Molti speaker, giornalisti e tecnici radiofonici hanno affinato le loro competenze proprio in questi spazi di libertà creativa, sviluppando capacità comunicative, gestionali e relazionali che hanno aperto loro le porte di carriere importanti nel mondo della comunicazione. L’esperienza di Radio T International durò alcuni mesi, ma lasciò un segno indelebile. Successivamente nacque Rct, la radio dei commercianti della città, e poco dopo le due realtà si fusero: in realtà la pionieristica Radio T venne acquisita da Rct, che ancora oggi potete ascoltare con il nome di Multiradio. Negli anni successivi Tolentino avrebbe conosciuto ben nove radio libere, un piccolo primato raccontato nel libro “Amo la Radio” di Andrea Mosca (2016).
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