Il canto libero di Popsophia a Trieste

SHOW - Dopo Palermo e Ancona, la direttrice artistica Lucrezia Ercoli e Andrea Cangini della Fondazione Einaudi raccontano il primo presidente eletto della Repubblica tra musica, cinema e filosofia davanti a studenti e docenti del Friuli

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Il teatro Il Rossetti di Trieste con gli studenti delle scuole per lo spettacolo di Popsophia

Popsophia fa tappa nel Nord est e approda a Trieste. Dopo il debutto a Palermo e la tappa ad Ancona, “Il mio canto libero” è arrivato anche in Friuli Venezia Giulia. Ieri mattina al teatro stabile Il Rossetti di fronte ad un pubblico entusiasta di docenti e giovani studenti e studentesse delle scuole della città, la direttrice artistica Lucrezia Ercoli assieme al segretario generale della Fondazione Einaudi Andrea Cangini hanno tracciato il profilo umano e intellettuale del primo presidente della Repubblica italiana a 150 anni dalla nascita.

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Lucrezia Ercoli col presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto

L’omaggio a Einaudi è stato l’occasione per affrontare il tema della libertà attraverso i linguaggi trasversali da sempre cifra di Popsophia: musica, videoclip, cinema, serie tv. A salutare la platea anche l’assessore all’Educazione del Comune di Trieste Maurizio De Blasio che ha ricordato come occasioni come queste siano un modo per “imparare divertendosi” e il presidente della Fondazione Giuseppe Benedetto che ha ringraziato Popsophia e annunciato un nuovo progetto: “cercheremo di realizzare un sogno, un avatar di Luigi Einaudi che parla con i giovani”, mentre il segretario generale Andrea Cangini ha ricordato il metodo di Einaudi: “conoscere, dibattere, deliberare”.

Lo spettacolo è stato un coinvolgente viaggio nel concetto di libertà, un matinée speciale che ha unito mondi apparentemente lontani in un unico linguaggio: un pensatore liberale come Luigi Einaudi ad un tema senza tempo come quello della libertà.

Popsophia-a-Trieste-Il-mio-canto-libero-4-e1761214305279-325x241Lo spettacolo, per la regia di Riccardo Minnucci, ha coniugato la musica dal vivo, con brani iconici eseguiti dalla band Factory come “I Want to Break Free” dei Queen, “Karma Police” dei Radiohead e “Resistance” dei Muse, a frammenti visivi tratti da serie distopiche come Black Mirror a classici del cinema e della letteratura come Arancia Meccanica e 1984. Le citazioni filosofiche hanno arricchito il dialogo: dal pensiero libertario di Einaudi alle riflessioni di Platone su “La Repubblica” confrontate con l’immaginario distopico di Divergent.

«Anche i fenomeni pop dell’immaginario, anche la musica, assieme al cinema e alla letteratura possono essere una chiave per interpretare la nostra realtà e parlare di libertà. Questi brani non sono solo il grido di una generazione, ma un desiderio senza tempo – ha esordito Lucrezia Ercoli – È possibile ripercorrere la storia dell’uomo come un percorso di liberazione dalle catene verso la libertà».

e19a2913-c44b-4901-b89d-b5ef9c399122-325x325Le suggestioni offerte da serie tv distopiche e dal cinema hanno saputo offrire spunti di riflessione attorno al tema ogni volta differenti. E c’è stato spazio anche per un accostamento fra il pensiero di Platone sulla società ideale de “La Repubblica” riletto da Karl Popper. O ancora quello più ardito con Barbie: «Alla fine l’idea di costruire un mondo conforme ad un modello comprime le libertà di tutti – sottolinea Ercoli – e rende impossibile l’elasticità che l’individuo necessita. Ogni società chiusa dà vita ai peggiori incubi totalitari. Portiamo con noi l’elogio del dissenso e della critica come citava Einaudi perché la libertà non è una conquista stabile, non è quieto possesso, non si è liberi una volta per tutte, non è una verità che abbiamo in tasca, ma un processo lungo che facciamo ogni giorno individualmente e collettivamente e che deve muovere il nostro agire».

 

 

 

 

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La direttrice artistica Lucrezia Ercoli

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