di Luca Patrassi
Ferie non pagate, procedure concorsuali contestate, incarichi dirigenziali non confermati, mantenimento in servizio fino a 70 anni. La visione dell’albo pretorio dell’Ast di Macerata propone una serie di determine frutto di contenziosi sviluppatasi dal 2022 ai giorni nostri e che hanno conosciuto esiti per ora negativi, fatta salva la possibilità dell’Ast di ricorsi in Appello.
Si parte dal ricorso fatto dalla dottoressa D.V., (nell’atto sono indicate soltanto le iniziali) poco prima del Natale scorso «per ottenere in via d’urgenza e cautelare che il giudice disponesse in suo favore la riapertura del termine al fine di consentirle di provvedere alla manifestazione d’interesse a partecipare alla selezione indetta per l’affidamento dell’incarico di direttore facente funzione della Direzione medica di presidio ospedaliero unico, attribuito ad altro dirigente, oltre all’adozione di ogni provvedimento necessario alla partecipazione della ricorrente alla citata selezione». Il Tribunale ha ordinato all’Ast di riaprire il termine e di valutare anche la domanda della stessa: spese legali della dottoressa messe dal giudice a carico della Ast e quantificate in 2.200 euro.
Il ricorso presentato dal dottor R. C. mirava a chiedere l’immediata sospensione dell’efficacia del provvedimento adottato dalla Ast prevedendo invece che l’attività dirigenziale alle dipendenze dell’Azienda prosegua fino alla maturazione dei 70 anni di età. Di recente il Tribunale di Macerata ha pronunciato ordinanza con cui ha disposto che l’Azienda sanitaria mantenga il ricorrente in servizio nella attuale funzione «ricoperta in via alternativa o fino al compimento del di lui 70esimo anno di età, o – se anteriore – fino alla variazione in concreto della struttura cui è addetto». Spese legali del ricorrente fissate in 2300 euro e messe a carico della Ast.
Terzo ricorso, stavolta si tratta di una conciliazione. L’infermiere G. M. si era rivolto al giudice perchè «accertasse la responsabilità in capo all’Ast di Macerata del danno non patrimoniale patito in conseguenza di un infortunio sul lavoro e condannasse l’Azienda a risarcirgli il danno» stimato in circa diecimila euro. Conciliazione giudiziale con l’Ast che si è è impegnata a versare, pur senza riconoscimento alcuno di colpa, la somma di tremila euro. Sempre al giudice del lavoro si è rivolta S. B. «affinché lo stesso accertasse e dichiarasse l’illegittimità della revoca dell’incarico dirigenziale dalla stessa ricoperto nonché l’illegittimità del silenzio serbato dall’Azienda sulla richiesta formulata dalla ricorrente volta a sottoporre al valutatore di seconda istanza o all’Organismo indipendente di valutazione la valutazione ricevuta dal proprio superiore. La ricorrente chiede che l’Ast sia condannata a corrisponderle la retribuzione spettante, dalla data di revoca e fino al 16 settembre 2025 e per il quinquennio a seguire, oltre al risarcimento del danno extrapatrimoniale». In questo caso l’Ast ha assegnato un incarico professionale all’avvocato Antonio Dimatteo del foro di Ancona indicando un compenso complessivo di 6.700 euro. Era invece stato iscritto nel 2022 il ricorso presentato da E. C., già dipendente dell’Ast, che ha chiesto al giudice di ottenere la condanna dell’ente al pagamento dell’importo di circa 28mila euro a titolo di ferie arretrate non fruite nonché al pagamento dei relativi contributi. Il giudice ha accolto il ricorso ed ora l’Ast ha deliberato il pagamento a favore dell’ex dipendente di circa 34mila euro.
...chissà come mai il personale fugge...
Lente ha perso tutti i ricorsi, probabilmente cè qualche dirigente che non sa dirigere ?
Daje jo!!!!
e la collettività paga le spese legali e gli interessi. Dovrebbero pagare coloro che hanno sbagliato e quelli che li hanno messi in quelle posizioni.
Stefano Tombesi immagina un'insegnante come me a ricoprire la carica di Assessore alla Sanità della regione Marche :che cosa c'azzecco??!!! Nulla!!!!! Mai è poi mai avrei accettato, perché non di mia competenza e neanche minima conoscenza, avrei fatto un flop!!!!! Consiglio??? Qualcuno faccia un "Mea maxima culpa"!!!!
Comunque quel dirigente o quei dirigenti, a fine anno, si vedranno accordare il premio di produzione di circa 20.000 euro oltre naturalmente lo stipendio che non è niente male.
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Povera nostra Sanita’…ora visto che la cosa riguarda dal 2022…in avanti…speriamo che non si tirino in ballo quelli di prima….
Poi come puoi pretendere che dottori e infermieri non scappino…
Insomma un’astmosfera salutare.
Certo, a ben vedere, anche il sistema sanitario del Regno di eSwatini ( ex Swaziland Ngwame ) e forse anche quello del Botswana sono amministrati meglio, ma mooolto meglio ….
Qui,Quo e Qua colpiscono ancora ….
Purtroppo gran parte, se non tutto, il contenzioso che cita l’articolo (ma anche altro che spesso emerge da notizie di stampa), in cui si vede l’AST perdente, con condanna sia ai risarcimenti di merito sia alle spese giudiziarie, purtroppo, ripeto, è dovuto alla scarsa professionalità della dirigenza amministrativa ad alla conseguente sua incapacità a gestire i rapporti di lavoro, pur nel rispetto della normativa, e comunque, alla sua arroganza (come sempre, conseguenza dell’incapacità!) nel rifiutare, nei casi critici, possibili accordi transattivi per evitare il coinvolgimenti de tribunali!
E poi, come ben evidenzia il mio amico Fernando, a questa dirigenza, a fine anno, vengono erogati decine di migliaia di euro a titolo di “premio di produzione” in aggiunta ai loro elevatissimi stipendei ordinari!
Il direttore generale dovrebbe almeno evitare l’erogazioni di quei “premi”…. gli strumenti normativi e procedurali ci sono!!!