Le bandiere esposte al termine dello spettacolo
di Marco Ribechi
Attesa per il secondo Macbeth, ritorna la questione bandiere insanguinate. Andrà in scena questa sera allo Sferisterio di Macerata la seconda rappresentazione dell’opera verdiana che ha fatto parlare sia per la sua splendida fattura che per il messaggio lanciato dal palco al termine della prima in solidarietà al popolo palestinese e contro il genocidio in atto a Gaza. Due bandiere palestinesi ai lati del cast, e una terza più arretrata (in realtà ne è apparsa anche una tra il pubblico tra i palchetti dell’arena) hanno fatto la loro comparsa al momento dei saluti, con il pubblico che ha continuato ad applaudire in silenzio (leggi l’articolo). Un gesto che ha fatto molto discutere in maniera divisiva ma che nella visione della regista Emma Dante è quasi un obbligo per chi fa cultura. La regista infatti, subito dopo la prima, aveva fatto sapere il suo pensiero tramite social scrivendo: “Bellissima serata ieri allo Sferisterio di Macerata per la prima di Macbeth, compreso il gesto finale delle attrici e degli attori della mia compagnia, che, anche in mio nome, hanno esposto la bandiera palestinese”.
Il post social di Emma Dante dopo la prima del Macbeth
Emma Dante, in viaggio fuori dall’Italia, è stata raggiunta da Cronache Maceratesi per ulteriori spiegazioni: «La bandiera palestinese è un modo per riconoscere l’esistenza di un popolo che sta per essere sterminato – dice Emma Dante – Tutti dobbiamo prendere una posizione su questa tragedia. Non serve a molto esporre la bandiera ma almeno non ci fa dimenticare che esiste una guerra terribile dei forti sui più deboli, soprattutto bambini. Se non possiamo o non vogliamo chiamarlo genocidio, possiamo chiamarlo sterminio».
Emma Dante
Ma il valore della bandiera va oltre la questione palestinese e abbraccia il senso dell’arte in generale: «La musica, il teatro, il cinema, soprattutto in questo momento, devono servire a tenere gli occhi aperti per guardare quei morti – prosegue Emma Dante – Verdi lo fa rivolgendosi a tutti i popoli del mondo, il Macbeth è già un’opera che parla della sete del potere, dell’abuso, della guerra e della prevaricazione e prepotenza del più forte sul più debole. Ricordiamoci “Patria Oppressa” che è uno dei momenti più alti nella storia della musica e dell’arte. Sono tutti quei morti che abbiamo davanti agli occhi che non dobbiamo smettere di guardare. Il senso dell’arte continua ad essere profondo, per me è una funzione prioritaria, è una medicina, una cura, è un modo per riflettere anche rispetto alla libertà. A questo serve il gesto artistico, a dire al pubblico che non bisogna avere paura e far sentire la propria voce».
Da sinistra l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta, Matteo Salvini, il sindaco Sandro Parcaroli e l’assessore Andrea Marchiori
Voce che invece preferisce tenere in silenzio chi amministra la città e i luoghi di cultura. Fa così il Comune di Macerata (come del resto aveva già fatto sulla questione del video mapping sulla chiesa di San Giovanni e su cui non è mai stata fatta abbastanza chiarezza – leggi l’articolo) che dichiara “è stato deciso che non verranno rilasciate dichiarazioni a riguardo” e fa così anche lo Sferisterio che spiega: “Nulla da rilasciare, ci asteniamo da una dichiarazione nel rispetto della libertà di pensiero”.
La morte del re ricorda l’iconografia della Pietà cristiana
Chi non teme invece di spiegare pacificamente la propria posizione è Federico Gagliardi, regista della ripresa del Macbeth che con la sua attività minuziosa è riuscito addirittura a migliorare un allestimento che già era risultato bellissimo nel 2019, portandolo a un livello quasi di perfezione. «L’idea è nata dal gruppo di attori della Compagnia di Emma Dante e appoggiata dalla regia – spiega Gagliardi – il gesto non era rivolto a Salvini, ma doveva essere fatto alla prima che è stata annullata per pioggia. Evidentemente non ha piovuto invano. Il coro e il cast ne erano all’oscuro ma nessuno si è sentito offeso, è stato fatto al termine degli applausi per non portare via attenzione da un grande lavoro svolto con passione e dedizione». In particolare Gagliardi ci tiene a specificare un dettaglio: «La direzione artistica era all’oscuro di tutto – prosegue il regista – posso anche capire la posizione del Comune e dello Sferisterio che non vogliono strumentalizzare né essere strumentalizzati. L’azione ha avuto lo spazio che meritava, se ne è parlato moltissimo e quindi ha raggiunto il suo scopo, il Macbeth racconta esattamente di questa tragica contemporaneità quindi nessuno può parlare di forzatura ideologica».
Il regista Federico Gagliardi
Un ulteriore approfondimento sulle successive conseguenze del gesto: «Abbiamo notato un rispetto della libertà di pensiero – dice Gagliardi – non abbiamo ricevuto pressioni o telefonate, le bandiere insanguinate sono state accettate e hanno creato un dibattito che non è scaturito in nessuna posizione punitiva o di repressione. Emma Dante parla del contemporaneo, per lei è un’esigenza artistica e anche io mi rivedo perfettamente in questa posizione. Resta il fatto che la guerra a Gaza è ormai totalmente fuori controllo e, indipendentemente dal pensiero politico, è in atto un genocidio».
La morte del tiranno che riporta la pace e la libertà del popolo oppresso
Questa notte andrà in scena di nuovo il Macbeth che oltre a un valore culturale e sociale racchiude anche un prezioso valore artistico di cui si tornerà a parlare sicuramente perché la qualità dell’allestimento è sotto gli occhi di tutti. Si tornerà a parlare anche di Palestina sia se le bandiere saranno esposte sia se le bandiere non ci saranno poiché il messaggio è ormai arrivato a destinazione in tutta la sua deflagrante potenza nonostante, nella città dove “Vivere e lavorare”, sia meglio non esporre le proprie opinioni. Per fortuna ci ha pensato il Ministero finanziando con un fondo permanente di 400mila euro annui la stagione lirica maceratese. Almeno gli artisti potranno continuare a mandare i messaggi scomodi che non possono essere taciuti e i politici potranno continuare a occuparsi delle foto e dei video social.
(Foto di Luna Simoncini)
La guerra la iniziata Iran. Ma ve ne guardate bene da dirlo altrimenti poi i finanziamenti non ci sono più.
"naturalmente" solo quelli palestinesi, perchè invece i bambini ucraini sono figli di nessuno, vero? a sinistra ipocrisia a pacchi, come al solito.
Fate ridere
Bravi!
Finalmente una voce degna di umanità
Perché oggi tutti riconoscono lo Stato palestinese? Prima del 7 ottobre nessuno lo faceva. Ora sì. Questi sono i frutti delloperazione. Firmato: Ghazi Hamad, Hamas. Non unanalisi di parte israeliana. Non un attacco della destra occidentale. Ma la voce diretta del gruppo terrorista che il 7 ottobre ha macellato civili, bruciato intere famiglie, decapitato bambini, stuprato donne e sequestrato decine di ostaggi. E che ora, con la massima serenità, presenta il proprio capolavoro di sangue come un successo geopolitico. Abbiamo dimostrato che la vittoria su Israele non è impossibile. Le nostre armi sono simbolo dellonore palestinese. Senza, nessuno ci avrebbe ascoltati. E qui scatta la trappola morale. Perché mentre i corpi degli ostaggi si consumano nei tunnel di Gaza, mentre Hamas continua a lanciare razzi e a rifiutare ogni disarmo, lEuropa e altri Paesi occidentali si avvicinano a passi spediti al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese. Tempismo perfetto e messaggio, chiaro: la violenza paga. Sarebbe inequivocabilmente un premio alla bottega di quei macellai di Hamas. Se un movimento jihadista armato, antisemita, dichiaratamente contrario alla soluzione a due Stati riesce a ottenere riconoscimento internazionale dopo aver massacrato 1.200 persone, la lezione è semplice: il terrorismo funziona. Per non dire che creerebbe un precedente: se bastano stupri e stragi per spingere la diplomazia a piegarsi, chi sarà il prossimo ad alzare il tiro? La verità è che questo riconoscimento non rafforza i moderati, li umilia. Non avvicina la pace, la allontana. E non salva i palestinesi, li inchioda al potere di un gruppo fondato sul culto della morte. Ghazi Hamad lo sa. Noi fingiamo di no. Da: Il Riformista, 5.8.25
Andate a lavorare!!!!
Era fuori luogo, vai a vedere uno spettacolo e ti ritrovi la propaganda
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Sono d’accordo che Israele sta sterminando i palestinesi ma pensavo non si potesse dire senza cadere nella scusa dell’anti semitismo.
Attualmente, nel 2025, si stima che siano in corso 56 conflitti armati a livello globale, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale. Questi conflitti coinvolgono direttamente o indirettamente almeno 92 Paesi, con oltre 200.000 morti solo nel 2024 e circa 2 miliardi di persone (circa il 24% della popolazione mondiale) che vivono in aree colpite da guerre o violenze. I dati variano leggermente a seconda delle fonti, con alcune stime che arrivano a contare fino a 120 conflitti se si includono scontri di minore intensità o violenze non statali.
Su una tragedia si può fare tanta commedia, per questo Shakespeare scrisse più commedie che tragedie.
Questa meravigliosa iniziativa da parte di gente del mondo dell’arte e della cultura sensibile, in contrapposizione ai cani ignoranti che non sostengono in questa fase la Palestina pensando che sostenere il popolo vittima di genocidio massacro mattanza sia di sinistra. A loro auguro di poter migliorare le condizioni mentali cerebrali per poter fare una vita degna di tale nome, dignitosa e non così imbastardita da politica.
Nessuno però dice che la Lega araba ha detto ad Hamas di deporre le armi, neanche i musulmani appoggiano più Hamas.
Ma quanto guadagna il regista Gagliardi?
A prescindere dalle opinioni che si possono avere su quello che sta accadendo nella striscia di Gaza, quello che dà fastidio è la chiara volontà di alcune “fazioni politicizzate” di strumentalizzare politicamente con tifo da stadio, il dramma dei palestinesi appropriandosi del ruolo di difensori di una presunta libertà, ma non è chiaro cosa intendano per libertà, se da Hamas rispetto al quale non credo ci sia stata una loro chiara presa di posizione, o dagli israeliani. Nulla da eccepire se si vuole manifestare in un paese come il nostro che ne garantisce il diritto, ma manifestare significa concretamente ben poco se no fare propaganda politica, diverso sarebbe scomodarsi ed andare sul posto per difendere i diritti dei palestinesi tanto sbandierati, o sbaglio?
Teniamoci stretti i nostri casti valori occidentali, abbracciamoli forte fino a soffocarli, del resto Bibi conosce la misura e quando avrà finito si fermerà o sennò glielo imporremo noi con grande risolutezza.
Se le navi delle ONG fossero davvero una iniziativa “umanitaria” e non un semplice traffico di schiavi, in questo momento queste navi sarebbero tutte davanti a Gaza a forzare il blocco per trasportare cibo, e invece…
Invece il nostro governo “con discrezione e determinazione” pratica l’umanitarietà alata:
https://www.difesa.it/primopiano/primo-volo-in-decollo-per-il-lancio-con-paracadute-di-aiuti-umanitari-nella-striscia-di-gaza/77065.html