Bandiere palestinesi insanguinate,
Emma Dante dà voce al suo Macbeth:
«Non si può tacere davanti allo sterminio»

MACERATA - L'autrice dell'acclamata opera, intervistata da CM, rivendica il gesto a poche ore dalla seconda recita allo Sferisterio: «Verdi parla esattamente di questa contemporaneità, l'arte deve far riflettere. Non possiamo smettere di guardare tutti questi morti che abbiamo davanti agli occhi». Il regista Federico Gagliardi: «Decisione della Compagnia che approvo, la direzione artistica non sapeva nulla»

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Le bandiere esposte al termine dello spettacolo

di Marco Ribechi

Attesa per il secondo Macbeth, ritorna la questione bandiere insanguinate. Andrà in scena questa sera allo Sferisterio di Macerata la seconda rappresentazione dell’opera verdiana che ha fatto parlare sia per la sua splendida fattura che per il messaggio lanciato dal palco al termine della prima in solidarietà al popolo palestinese e contro il genocidio in atto a Gaza. Due bandiere palestinesi ai lati del cast, e una terza più arretrata (in realtà ne è apparsa anche una tra il pubblico tra i palchetti dell’arena) hanno fatto la loro comparsa al momento dei saluti, con il pubblico che ha continuato ad applaudire in silenzio (leggi l’articolo). Un gesto che ha fatto molto discutere in maniera divisiva ma che nella visione della regista Emma Dante è quasi un obbligo per chi fa cultura. La regista infatti, subito dopo la prima, aveva fatto sapere il suo pensiero tramite social scrivendo: “Bellissima serata ieri allo Sferisterio di Macerata per la prima di Macbeth, compreso il gesto finale delle attrici e degli attori della mia compagnia, che, anche in mio nome, hanno esposto la bandiera palestinese”.

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Il post social di Emma Dante dopo la prima del Macbeth

Emma Dante, in viaggio fuori dall’Italia, è stata raggiunta da Cronache Maceratesi per ulteriori spiegazioni: «La bandiera palestinese è un modo per riconoscere l’esistenza di un popolo che sta per essere sterminato – dice Emma Dante – Tutti dobbiamo prendere una posizione su questa tragedia. Non serve a molto esporre la bandiera ma almeno non ci fa dimenticare che esiste una guerra terribile dei forti sui più deboli, soprattutto bambini. Se non possiamo o non vogliamo chiamarlo genocidio, possiamo chiamarlo sterminio».

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Emma Dante

Ma il valore della bandiera va oltre la questione palestinese e abbraccia il senso dell’arte in generale: «La musica, il teatro, il cinema, soprattutto in questo momento, devono servire a tenere gli occhi aperti per guardare quei morti – prosegue Emma Dante – Verdi lo fa rivolgendosi a tutti i popoli del mondo, il Macbeth è già un’opera che parla della sete del potere, dell’abuso, della guerra e della prevaricazione e prepotenza del più forte sul più debole. Ricordiamoci “Patria Oppressa” che è uno dei momenti più alti nella storia della musica e dell’arte. Sono tutti quei morti che abbiamo davanti agli occhi che non dobbiamo smettere di guardare. Il senso dell’arte continua ad essere profondo, per me è una funzione prioritaria, è una medicina, una cura, è un modo per riflettere anche rispetto alla libertà. A questo serve il gesto artistico, a dire al pubblico che non bisogna avere paura e far sentire la propria voce».

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Da sinistra l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta, Matteo Salvini, il sindaco Sandro Parcaroli e l’assessore Andrea Marchiori

Voce che invece preferisce tenere in silenzio chi amministra la città e i luoghi di cultura. Fa così il Comune di Macerata (come del resto aveva già fatto sulla questione del video mapping sulla chiesa di San Giovanni e su cui non è mai stata fatta abbastanza chiarezza – leggi l’articolo) che dichiara “è stato deciso che non verranno rilasciate dichiarazioni a riguardo” e fa così anche lo Sferisterio che spiega: “Nulla da rilasciare, ci asteniamo da una dichiarazione nel rispetto della libertà di pensiero”.

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La morte del re ricorda l’iconografia della Pietà cristiana

Chi non teme invece di spiegare pacificamente la propria posizione è Federico Gagliardi, regista della ripresa del Macbeth che con la sua attività minuziosa è riuscito addirittura a migliorare un allestimento che già era risultato bellissimo nel 2019, portandolo a un livello quasi di perfezione. «L’idea è nata dal gruppo di attori della Compagnia di Emma Dante e appoggiata dalla regia – spiega Gagliardi – il gesto non era rivolto a Salvini, ma doveva essere fatto alla prima che è stata annullata per pioggia. Evidentemente non ha piovuto invano. Il coro e il cast ne erano all’oscuro ma nessuno si è sentito offeso, è stato fatto al termine degli applausi per non portare via attenzione da un grande lavoro svolto con passione e dedizione». In particolare Gagliardi ci tiene a specificare un dettaglio: «La direzione artistica era all’oscuro di tutto – prosegue il regista – posso anche capire la posizione del Comune e dello Sferisterio che non vogliono strumentalizzare né essere strumentalizzati. L’azione ha avuto lo spazio che meritava, se ne è parlato moltissimo e quindi ha raggiunto il suo scopo, il Macbeth racconta esattamente di questa tragica contemporaneità quindi nessuno può parlare di forzatura ideologica».

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Il regista Federico Gagliardi

Un ulteriore approfondimento sulle successive conseguenze del gesto: «Abbiamo notato un rispetto della libertà di pensiero – dice Gagliardi – non abbiamo ricevuto pressioni o telefonate, le bandiere insanguinate sono state accettate e hanno creato un dibattito che non è scaturito in nessuna posizione punitiva o di repressione. Emma Dante parla del contemporaneo, per lei è un’esigenza artistica e anche io mi rivedo perfettamente in questa posizione. Resta il fatto che la guerra a Gaza è ormai totalmente fuori controllo e, indipendentemente dal pensiero politico, è in atto un genocidio».

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La morte del tiranno che riporta la pace e la libertà del popolo oppresso

Questa notte andrà in scena di nuovo il Macbeth che oltre a un valore culturale e sociale racchiude anche un prezioso valore artistico di cui si tornerà a parlare sicuramente perché la qualità dell’allestimento  è sotto gli occhi di tutti. Si tornerà a parlare anche di Palestina sia se le bandiere saranno esposte sia se le bandiere non ci saranno poiché il messaggio è ormai arrivato a destinazione in tutta la sua deflagrante potenza nonostante, nella città dove “Vivere e lavorare”, sia meglio non esporre le proprie opinioni. Per fortuna ci ha pensato il Ministero finanziando con un fondo permanente di 400mila euro annui la stagione lirica maceratese. Almeno gli artisti potranno continuare a mandare i messaggi scomodi che non possono essere taciuti e i politici potranno continuare a occuparsi delle foto e dei video social.

(Foto di Luna Simoncini)

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