Ermal Meta a Recanati
di Marco Ribechi
Ermal Meta chiude Lunaria, pienone di emozioni in piazza Giacomo Leopardi. Una vera e propria chicca è stata servita per l’ultimo atto della rassegna estiva di Musicultura che, come ogni anno, popola la piazza centrale della città della poesia con musica e concerti. Il cantante albanese naturalizzato italiano, amatissimo dal pubblico, si è esibito, con una kefiah palestinese legata al microfono, per l’unica data delle Marche in un concerto intimo, a tratti struggente ma anche carico di energia positiva e ironia.
Concepito come un racconto, l’evento ha offerto una parte dell’animo di Ermal Meta, mostrandone senza filtri la sua essenza più vera. Con lui sul palco un terzetto d’archi formato da Alessandro Cosentino al violino, Tiziano Guerzoni al violoncello e Ghyneska Padrino al violino che hanno saputo toccare ancora più in profondità, sempre con molta delicatezza, le corde emotive dei presenti. Al piano e anche in veste di mattatore Davide Antonio Pio, co-autore dello spettacolo che, oltre a fornire un valido supporto musicale, si è prodigato in una serie di battute e canzonature davvero divertenti in grado di contribuire ad annullare la distanza tra palco e platea. L’artista attraverso 18 brani ha ripercorso i grandi successi del suo repertorio affiancati a degli inediti e a delle cover capaci di arricchire l’appuntamento.
In particolare citata l’immortale Mia Martini con Almeno tu nell’universo e i Radiohead di cui è stata eseguita Exit Music (for a film) tratta da uno degli album fondamentali degli ultimi 30 anni, la pietra miliare “Ok Computer”. Forse uno dei momenti più toccanti dell’intera serata. Ispirata ad un canto partigiano albanese il brano “Stelle delle notti lunghe” che ha scosso le radici dei tanti albanesi presenti in piazza.
Dopo un’intro iniziale di presentazione Meta è andato alle origini della sua carriera con il pezzo Buio e Luce, che risale a quando ancora suonava con la band La Fame di Camilla. In seguito si attinge a piene mani dall’album Vietato Morire che lo ha consacrato al grande pubblico nel 2017 anche grazie alla vittoria del festival di Sanremo. I brani sono Ragazza Paradiso e Piccola Anima che anticipano due brani che riportano al mare, Mediterraneo e l’inedito Come Genova dal mare, carichi di nostalgia e sentimento. La canzone racconta in maniera poetica l’idea di guardare una città come Genova dalla prospettiva del mare, offrendo un punto di vista unico e profondo. «Di solito quando mi sottopongono delle canzoni cerco di restare impassibile e professionale, perché mi hanno detto che si fattura di più – scherza Davide Antonio Pio – però quando Ermal mi ha sottoposto questo brano di cui non era nemmeno tanto sicuro mi sono stupito di quante emozioni potesse trasmettere una sola persona».
Proseguendo dopo la cover dei Radiohead arrivano A parte te, Dall’alba al tramonto e Voce del Verbo. Meta attraverso i suoi brani evocativi, fatti di rapide immagini, cerca di raccogliere il senso dell’amore, spesso infranto, che però fa da cornice a una vita che sempre merita la pena di essere vissuta a causa delle emozioni, motore fondamentale sia nella felicità che nel dolore.
Nonostante la profonda malinconia di alcuni passaggi Meta conserva sempre una profondità, una purezza di spirito che probabilmente arriva diretta al suo pubblico e per questo si fa amare. Gli ultimi tre brani prima della pausa sono Il Campione, Un milione di cose da dirti e Mi salvi chi può con cui si chiude l’appuntamento. Nonostante il pubblico rumoreggi davvero poco per richiamare i bis gli artisti ritornano sul palco lo stesso, un po’ stupiti: «Quando si esce dovete far casino per far rientrare l’artista, funziona così» incalza Pio. Ma la verità è che nell’aria c’è una sensazione di serenità che il pubblico ha ritenuto difficile rompere. Gli ultimi tre pezzi, acclamati con un finale da standing ovation sotto il palco sono stati 9 Primavere, Non è facile morire e Ironica. Per quest’ultimo pezzo, annunciato come il saluto, la platea si desta e in tantissimi vanno a cantare e ballare proprio sotto il palco, suscitando l’apprezzamento degli artisti.
Con il concerto di Ermal Meta si chiude alla grande una stagione di Lunaria che ha visto protagonisti anche Filippo Graziani e Petra Magoni nei luoghi più suggestivi di Recanati.
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