Guido Castelli, commissario alla ricostruzione
di Monia Orazi
Il Senato ha dato il via libera al decreto Economia, che contiene la proroga del Superbonus 110% per le zone terremotate fino a tutto il 2026. Il provvedimento, approvato ieri con la fiducia (97 voti favorevoli, 66 contrari e un’astensione), passa ora alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva. La conversione in legge dovrà avvenire entro il 29 agosto 2025.
Il cuore del decreto rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per i territori del centro Italia ancora alle prese con la ricostruzione post-sisma. La proroga del Superbonus 110% riguarderà solo le pratiche presentate dopo il 30 marzo 2024 agganciate al plafond da 330 milioni di euro e interesserà tutti gli interventi realizzati nei comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. La novità più significativa riguarda le modalità di fruizione: la detrazione sarà applicabile anche nel 2026, ma solo optando per lo sconto in fattura o la cessione del credito, superando così le attuali restrizioni normative. Ma non c’è solo il Superbonus: come già annunciato, il decreto estende al 2025 anche le agevolazioni per la Zona franca urbana del cratere sismico, con uno stanziamento di 11,7 milioni di euro, e conferma le esenzioni fiscali e contributive per le imprese localizzate nei comuni terremotati che hanno subito cali di fatturato a causa del sisma.
Parallelamente all’iter parlamentare, il commissario straordinario Guido Castelli ha introdotto un sistema di controllo più stringente attraverso il decreto n. 675 del 24 luglio. Il provvedimento stabilisce nuovi obblighi informativi per tutti i tecnici e professionisti coinvolti nei progetti edilizi che utilizzano il Superbonus 110%. Entro il 10 settembre 2025, i tecnici incaricati dovranno aggiornare la piattaforma Gedisi con informazioni dettagliate sulle spese agevolate, specificando importi per lavori e onorari, modalità di fruizione del bonus e tempistica della richiesta (prima o dopo il 30 marzo 2024). L’obbligo riguarda tutte le pratiche per cui non è ancora stato emesso il decreto di concessione o generato il codice unico di progetto, ma si estende anche ai professionisti che non hanno ancora trasmesso stati di avanzamento lavori o che hanno inviato solo il primo Sal. «Serve garantire continuità e responsabilità nella ricostruzione», ha dichiarato Castelli, spiegando che il monitoraggio ha finalità «meramente conoscitiva» ma risulta essenziale per programmare gli interventi futuri e rafforzare la tracciabilità delle risorse pubbliche. Per agevolare i professionisti nel rispetto delle nuove disposizioni, è stato predisposto un manuale tecnico-operativo disponibile sul portale nazionale delle classificazioni sismiche, con istruzioni dettagliate per la compilazione dei dati richiesti. Il provvedimento rappresenta uno strumento per determinare il fabbisogno finanziario in vista dell’elaborazione di future proposte da sottoporre al Governo per garantire la continuità degli interventi nei territori colpiti dal sisma.
· Veramente bravo Castelli.
Una gestione imbarazzante del sisma, sarebbe bastato offrire l80% della somma per la ricostruzione, direttamente ai proprietari e si sarebbero risparmiati molti soldi, evitando anche la speculazione del comparto edilizio che sta facendo schifo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Eccola: la tecnica delle proroghe, che tanto sono care ai politici che se non avessero niente da vendere, nessuno (a parte chi ci campa e qualcuno anche bene) se li filerebbe. In quasi 10 anni lo stato non è stato capace di creare un criterio stabile per finanziare la ricostruzione, è stato però capace di triplicare i costi unitari nell’edilizia.
Giuardatevi attorno i cartelli dei cantieri e fate la divisione delle cifre che vedete per il numero di unità immobiliari (appartamenti e negozi) e poi ragionate se ce li paghereste tutti quei soldi di tasca vostra.
e non dimenticate che, in un modo (Tasse) o in un altro (IVA sugli acquisti), i soldi dello Stato li avete (comunque) pagati di tasca vostra