La commemorazione ieri sera su Corso Umberto I a 3 anni dalla morte
di Laura Boccanera
Candele, fiori e l’invito a superare razzismo e paura per “lo straniero”. Civitanova non dimentica Alika Ogorchukwu, l’ambulante ucciso il 29 luglio 2022 in pieno centro a Civitanova, in corso Umberto I. Ieri sera il comitato 29 luglio, assieme al comitato Nativa di Porto Sant’Elpidio ha organizzato una commemorazione, lì nel punto in cui Alika perse la vita a seguito dell’aggressione di Filippo Ferlazzo condannato a 24 anni per la morte del 39enne nigeriano.
Ieri sera una trentina di persone si sono radunate per un momento di raccoglimento e riflessione, presente anche la vedova Charity con l’avvocato che ha seguito il processo, Francesco Mantella, e la consigliera comunale Elisabetta Giorgini con Roberto Mancini di Dipende da noi. «Siamo qui per fare memoria della vita di Alika Ogorchukwu – hanno letto i referenti del comitato 29 luglio – per essere vicini a sua moglie Charity e a tutta la sua famiglia, per solidarietà con la comunità nigeriana, per contribuire a rendere Civitanova una comunità che non esclude nessuno. Un diffuso pregiudizio afferma che immigrazione significa criminalità e che la presenza eccessiva delle persone straniere, specie se di origini africane, è un’invasione che colpisce la sicurezza».
La vedova di Alika, Charity
La commemorazione è stata l’occasione anche per riflettere su alcune politiche legate all’immigrazione: «Bisogna superare l’ipocrisia e l’irresponsabilità dell’Unione Europea, che sa solo chiudere le frontiere e scaricare i problemi sui Paesi di confine. Bisogna superare l’irresponsabilità dei governi privi di un progetto in grado di dare continuità all’accoglienza in termini di cittadinanza effettiva. Questi governi hanno solo saputo accordarsi con la Libia dei campi di concentramento per torturare persone migranti. Ora si pretende addirittura di deportare queste persone nei campi di asilo e detenzione in Albania. Bisogna superare l’irresponsabilità del Parlamento, che ha fatto cadere ogni ipotesi, anche molto cauta, di quello che è stato chiamato ius soli o ius scholae».
Alla cerimonia ha partecipato anche Mohamed El Fanni del centro culturale islamico del Piceno che ha concluso gli interventi spontanei che hanno seguito la lettura del documento. La vedova di Alika Charity ha ringraziato tutti i presenti e la città per non aver dimenticato suo marito.
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Bene la commemorazione, ma il razzismo, mi pare proprio, c’entrava poco con quella tragedia, quindi non trasformiamo quel dramma in una protesta politica, grazie; quel pover’uomo non meritava di morire in quel modo atroce ed è bene ricordarlo, ma non è stato ucciso per razzismo, ma per altri motivi e non credo che chi l’ha ucciso avesse quelle intenzioni, in ogni caso è stato giustamente condannato per quel gesto orrendo. Per tutto il resto che è stato scritto nell’articolo, non so qui cosa dire, la realtà e la verità va vista fino in fondo e non solo da una parte e politica. (Chissà se mi pubblicano!!?) gv