Macbeth, cronaca di una prima da incubo:
spettatori arrabbiati e al freddo.
«Non torneremo più» (Video)

MACERATA - E' bastata la pioggia a mandare in tilt il sistema. Alle 23, dopo i tentativi di salvare lo spettacolo, l'annuncio che l'opera sarebbe andata in scena. Ma alla fine gli organizzatori hanno rinunciato: le luci non si potevano azionare per questioni di sicurezza. Alle 23,30 la cancellazione tra i fischi. Come farsi rimborsare

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Le proteste allo Sferisterio
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Spettatori in attesa ieri davanti allo Sferisterio

di Marco Ribechi

Niente prima per Macbeth, la tragedia si trasforma in un incubo per gli spettatori: notte da dimenticare allo Sferisterio. Nulla ha funzionato nell’arena maceratese per il debutto dell’opera verdiana con l’allestimento di Emma Dante, uno dei momenti più attesi dell’intera stagione 2025 collassato purtroppo tra fischi e proteste del pubblico. È stata sufficiente una pioggia annunciata da vari giorni per mandare in tilt la macchina organizzativa del Mof. Ammesso che un normale temporale possa ancora apparire come un evento straordinario dopo ben 61 stagioni di attività e, ovviamente, anche di precipitazioni estive. Ieri, invece, l’immagine  portata a casa dal Mof è stata di un pubblico inferocito e congelato che dalla platea ha gridato “Vergogna”, “Rimborso”, estenuato non tanto dalla pioggia o dalle due ore di attesa (che sono da regolamento in caso di maltempo e ieri era anche stato ribadito sui social e sul sito) ma piuttosto dal modo in cui è stata affrontata l’intera situazione con prima l’annuncio che ci sarebbe stato lo spettacolo e poi la cancellazione.

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Da rimarcare inoltre che non si trattava di un pubblico di facinorosi, agitatori politici, desiderosi di attuare un qualche tipo di protesta per boicottare il festival ma, piuttosto, di appassionati di musica, di frequentatori di rassegne, di turisti e stranieri che hanno pagato viaggio e alloggio, di ospiti delle varie aziende sponsor che proprio nel pomeriggio, prima della rappresentazione, avevano consumato un aperitivo all’interno dell’arena.

Ma basta dare uno sguardo all’orologio per capire da dove sia nato tanto astio: l’annuncio finale che lo spettacolo sarebbe stato annullato è arrivato solamente alle 23,30, dopo oltre due ore e mezza che il pubblico si trovava in arena, ammassato nei corridoi, senza una minima assistenza e tremendamente infreddolito.

Gli organizzatori volevano cercare di mettere in scena lo spettacolo per accontentare il pubblico, ma alla fine per questioni di sicurezza legate all’impianto di illuminazione si sono dovuti arrendere. Alla fine sul palco appare la soprintendente Lucia Chiatti che annuncia “spettacolo annullato”, perché non era possibile far funzionare le luci, che danno una particolare veste allo spettacolo, a causa della pioggia. E giù fischi.

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La giornata, fin dal primo pomeriggio, non ha tradito le aspettative di pioggia con l’arrivo di temporali. Nulla di troppo preoccupante però, il pubblico dello Sferisterio non si era perso d’animo e già da un paio d’ore prima dello spettacolo aveva iniziato a popolare piazza Mazzini e le varie attività di ristorazione, non senza qualche scroscio a singhiozzo che, per un paio di volte, aveva costretto tutti ad abbandonare i tavolini all’aperto per trovare rifugio per qualche minuto nei bar. Stabilizzata la situazione è iniziata la coda davanti il cancello d’ingresso dello Sferisterio. Un cancello rimasto chiuso molto a lungo e aperto in ritardo con la scusante che si stava procedendo ad asciugare la struttura. Spiegazione accettabile ma, per chi già da più di mezz’ora era in attesa in un luogo senza panchine e per giunta in discesa, la serata era già iniziata col piede storto. Aperti i cancelli il pubblico si è accomodato in platea non senza prima comprare una delle salvifiche copertine della Croce Rossa, e alle 21,25 circa tutto era pronto per l’inizio della rappresentazione. Tutto fuorché il meteo.

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Un ulteriore temporale, come già da una decina di minuti annunciavano alcune solitarie gocce che cadevano qua e là e nel fuggi fuggi generale, per trovare riparo all’interno dei corridoi dell’arena, inizia a brulicare il seme del malcontento. Tutti i presenti ad eccezione dei fortunati alloggiati nei palchetti, si sono ritrovati pressati in corridoi claustrofobici, senza alcuna seduta se non nei vani delle finestre, con i muri che sporcavano di bianco chiunque li sfiorasse e, soprattutto, senza alcuna indicazione da parte dei responsabili.

In molti a quel punto hanno deciso di andarsene, senza perdere tempo e senza subire ulteriori disagi. In poco tempo ha iniziato a diffondersi la notizia che la rappresentazione per motivi meteo poteva essere rinviata fino a due ore. Questo è quanto scritto nel regolamento. Quello che però non è scritto nel regolamento, ma che dovrebbe essere ben chiaro per chi gestisce festival di questo tipo, è che non si può lasciare un pubblico pagante ad attendere nei corridoi senza fornire la minima cordialità ed ospitalità.

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Che la pioggia sia imprevedibile è un dato di fatto. Che questa debba far inferocire tutti i presenti invece è causa di azione umana. Nessun tentativo è stato fatto per rabbonire i paganti che, nel frattempo, ribollivano per la scarsa considerazione ricevuta. Poteva bastare una bevanda calda, una coperta in dono invece che costringere tutti ad acquistarla, qualche parola in più e una decisione più tempestiva per far sì che la pioggia restasse pioggia senza trasformarsi in una ghigliottina. Verso le 22,30 la situazione sembrava essersi calmata, non pioveva più e in molti si chiedevano come mai non si rientrasse in arena. La cosa è avvenuta subito dopo su iniziativa popolare ma molti dei presenti, nonostante l’estrema gentilezza e cura dimostrata dalle mascherine, sono stati costretti ad asciugare il proprio posto con rotoli di carta assorbente.

Passati altri 20 minuti nel nulla ma, in quel momento, il pubblico ancora non era adirato, in fondo due ore di attesa sono previste in caso di pioggia. Infatti dalla platea si è alzato un battito di mani come a dire “Iniziamo, iniziamo”. C’era ancora il desiderio di assistere al Macbeth.

Ma il tempo scorreva senza che avvenisse nulla sul palco. Qualcuno asciugava, altri mettevano via gli strumenti, un gruppo di persone confabulava dietro le cancellate dell’allestimento di Emma Dante, tutti si chiedevano: “Cosa succederà?”. Solo alle 23,05 una voce dal microfono ha annunciato: “Gentilissimo pubblico, grazie per la pazienza, stiamo ripristinando il palco per iniziare tra 15 minuti”. I 15 minuti diventano 25 quando un altro annuncio, molto sgradito, riecheggia davanti al muro dello Sferisterio: “A causa di un problema tecnico con l’impianto luminoso l’opera sarà eseguita con un piazzato di luci”. In altre parole nessun effetto luminoso ma una luce fissa puntata sul palco. Una proposta inaccettabile per un allestimento che ha nell’uso delle luci uno dei suoi aspetti più coinvolgenti, creando un’atmosfera oscura, glaciale, misteriosa.

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Il pubblico si ripara nei corridoi

Il pubblico a quel punto non ci sta più. Il lato sinistro dell’arena è quello più focoso (anche perché ormai quello destro è vuoto) in coro, tra i fischi, incita al rimborso gridando epiteti solo in parte ripetibili. Il disastro è servito. Non resta che fare il definitivo annuncio. «Signori e signore – esordisce Lucia Chiatti alle 23,30 sommersa dai fischi della platea – dal momento che abbiamo provato in tutti i modi a riprendere lo spettacolo e, come dite anche voi, se ci sono condizioni difficili… le luci purtroppo non possono essere utilizzate se non in questo modo fisso, il rimborso sarà effettuato e lo spettacolo è annullato».

All’uscita dallo Sferisterio si sono sentite le lamentele del pubblico: “Non tornerò più”, “Mai vista una cosa del genere”, “Un trattamento inaccettabile”. Alcuni spagnoli commentano anche spiegando: “In Spagna una cosa del genere non potrebbe mai succedere, annullare dopo 2 ore e mezza?”.

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COME OTTENERE IL RIMBORSO.

«Associazione Sferisterio ringrazia sentitamente il pubblico per la civile pazienza e per la passione dimostrata verso l’opera, scusandosi dei disagi procurati dal maltempo e dagli ulteriori rallentamenti dovuti alle verifiche tecniche sui danni collaterali in uno spazio così ampio in un tempo così ristretto. Come previsto dal regolamento, il biglietto di questa serata dà diritto a un rimborso, tale rimborso potrà essere convertito in un biglietto valido per una delle prossime recite di Macbeth, previste per il 1°, 7 e 10 agosto o in rimborso monetario. Qualora si optasse per il rimborso del prezzo del biglietto, questo avverrà tramite bonifico entro il 30 settembre, non sarà possibile effettuare rimborsi cash presso la biglietteria. Il personale di biglietteria sarà a disposizione per ogni chiarimento alla mail boxoffice@sferisterio.it».

Regolamento

Per ottenere il rimborso, i biglietti dovranno essere riconsegnati alla Biglietteria dello Sferisterio a partire dal 29 luglio 2025 ed entro il 6 agosto. Entro la stessa data potranno essere spediti con raccomandata al seguente indirizzo postale: Associazione Arena Sferisterio Via Santa Maria della Porta, 65 62100 Macerata. Insieme ai biglietti dovrà essere inviato il “Modulo di richiesta di rimborso” allegato a questa comunicazione, nonché la fotocopia di un documento valido di identità. Qualora si volesse richiedere il rimborso per i biglietti acquistati online, verrà attivata nei prossimi giorni la procedura tramite portale Vivaticket. Il rimborso del biglietto non avverrà contestualmente alla richiesta dello stesso, ma tramite bonifico bancario entro il 30 settembre c.a. Per ogni ulteriore dettaglio  https://www.sferisterio.it/wp-content/uploads/2023/08/regolamento-Sferisterio-2023.pdf

Sferisterio sotto la pioggia: Macbeth annullato, rabbia del pubblico



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