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Arriva il debutto al Macerata Opera Festival per l’attesa Carmen in declinazione flamenco, ideata e liberamente reinterpretata dallo storico testo di Mérimée e dalla versione musicale di Bizet da Antonio Gades e Carlos Saura, nomi apicali della cultura spagnola nel mondo.
Già in cartellone nel 2023 e poi rimandata, l’originale produzione simbolo dell’espressione artistica tra danza contemporanea e cultura popolare, debutterà sul palco dello Sferisterio con tutta la sua potenza emotiva, la sua carica drammatica e coinvolgente per festeggiare i 150 anni dell’opera Carmen in modo inatteso e di grande impatto estetico.
Considerata capolavoro imperdibile della produzione della compagnia di danza fondata da Antonio Gades e oggi ormai evergreen della commistione tra balletto contemporaneo e linguaggio folklorico, la Carmen in chiave flamenco ideata da Antonio Gades insieme al regista spagnolo Carlos Saura, rilegge il mito di Carmen secondo la riscrittura che diede vita nello stesso anno, il 1983, al celebre film Carmen Story, vincitore dei Bafta, del Grand Prix Tecnico a Cannes e candidato all’Oscar come miglior film straniero. In Italia il balletto debuttò al Festival dei Due Mondi di Spoleto già nel 1984 con grande successo di pubblico e di critica e da allora questa produzione, mantenuta impeccabile dal lavoro rigoroso e continuo di conservazione e trasmissione artistica della Fondazione e Compagnia Gades, non ha mai perso il suo fascino singolare, sempre attuale e potente ad ogni appuntamento.
Quest’anno, dopo una tournée al chiuso in inverno, giunge alla sua massima espressione sul palco dello Sferisterio il 29 luglio, appuntamento molto atteso dopo la cancellazione per maltempo del 2023. La Carmen in chiave di balletto è dunque una trasposizione attualizzata ed è soprattutto “La storia di un’ossessione”, come la definirono gli autori, ossessione della morte che sola può “liberare dal desiderio”. La progressione verso il tragico finale passa poi attraverso una forte carica di erotismo, di vitalismo danzante conseguito peraltro grazie ad una rigorosa stilizzazione. Non importa se gli spazi del dramma danzato non siano più la taverna, la montagna, l’arena di Siviglia, ma vengono situati in una diversa astrazione, poiché l’intenzione è quella di rendere l’opera atemporale ed eterna, come ogni autentico capolavoro. La musica poi pensata da Gades e Saura per la loro prima collaborazione, parte dalla celebre partitura di Bizet contrapponendola per la prima volta alla musica flamenca in scena. Come disse Gades, profondo ammiratore della cultura popolare spagnola: «Ho voluto lavorare con la musica che aveva ispirato Bizet, la musica popolare originale, per mostrare come una chitarra e una cantante di flamenco possono avere lo stesso potere, se non di più, in certi momenti, di un’orchestra con cento maestri».
E ancora le ragioni che portarono Gades a realizzare questa coreografia dopo i successi di Don Giovanni e Bodas de Sangre, suonano ancora profondamente attuali: «Carmen non è una donna frivola né una mangiauomini ma una donna onesta che quando ama lo dice apertamente e quando non ama lo dice altrettanto chiaramente. In altre parole, è una donna libera e non considera i suoi sentimenti come una proprietà privata. Ha una considerazione così alta del concetto di libertà che ha preferito morire piuttosto che perderla. È sempre stata considerata frivola, in realtà Carmen possiede un forte senso di appartenenza di classe e una gran nobiltà d’animo».
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(Jerry Calà)