Violenza sessuale su una 13enne:
«Ha cercato di baciarmi e abbracciarmi»

ACCUSA - Imputato è un uomo di 66 anni. La ragazza è stata sentita oggi in aula al tribunale di Macerata. Tutto sarebbe iniziato quando la minore si era fermata per chiedere di caricare il telefonino. I giudici hanno sentito anche il papà della 13enne. L'imputato contesta le accuse

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In un’udienza fiume durata circa due ore e mezza, la 13enne ha dato ai giudici del Tribunale di Macerata la sua versione dei fatti sul presunto palpeggiamento da parte di un 66enne.

L’uomo, un albanese, è sotto accusa per violenza sessuale con le contestazioni di aver attirato la ragazzina in una rimessa per poi molestarla. Oggi la 13enne ha detto ai giudici che il 66enne avrebbe cercato di abbracciarla e baciarla, cosa che non sarebbe riuscito a fare perché si sarebbe divincolata.

All’imputato viene anche contestato il palpeggiamento della giovane. L’episodio non è stato confermato dalla ragazzina.

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L’avvocato Ruggero Benvenuto

I fatti contestati sarebbero avvenuti il 16 dicembre scorso in un piccolo comune dell’entroterra maceratese. Secondo l’accusa, oggi sostenuta in aula dal pm Stefania Ciccioli, quel giorno la giovane stava andando a casa di un’amica per fare i compiti.

Non conoscendo dove stava esattamente l’abitazione e avendo il cellulare scarico, si era fermata a chiedere spiegazioni sull’indirizzo al 66enne che stava facendo assistenza a casa di un’anziana.

A quel punto l’uomo avrebbe convinto la ragazzina a seguirlo sul retro, dove c’era una piccola rimessa. Una volta entrati, il 66enne avrebbe cercato di baciarla, poi l’avrebbe palpeggiata.

La ragazzina, continua l’accusa, sarebbe riuscita a divincolarsi dalla presa per poi entrare dentro casa dove sarebbe riuscita ad attaccare il caricatore del cellulare ad una presa. Lì avrebbe contattato l’amica per chiederle dove abitasse di preciso. Il 66enne, dice l’accusa, si sarebbe avvicinato di nuovo per abbracciarla e baciarla. Lei sarebbe riuscita a scansarsi e a scappare.

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L’avvocato Luca Pascucci

Nell’udienza di convalida dell’arresto, avvenuto il 17 dicembre dopo la denuncia della minorenne, l’uomo aveva negato di aver toccato la giovane. Avrebbe detto di averla fatta entrare in casa per farle mettere in carica il telefono per contattare l’amica.

In aula oggi è stata sentita anche la versione del papà della ragazzina che ha detto di essere arrivato sul posto e già c’erano i carabinieri, così ha accompagnato la figlia a fare la denuncia.

L’imputato è difeso dall’avvocato Ruggero Benvenuto. La 13enne si è costituita tramite il papà e sono assistiti dal legale Luca Pascucci.
L’udienza è stata rinviata al 9 settembre per sentire i testimoni del pm e della parte civile.

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