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Droga via Telegram,
Cingoli quartier generale:
ecco chi sono i 19 indagati (Video)

COLPO ALLO SPACCIO - I carabinieri hanno ricostruito l'attività di due gruppi legati ognuno ad un proprio fornitore romano di grossi quantitativi di sostanza stupefacente. Ingenti i sequestri nel corso delle indagini. I dettagli dell'inchiesta che ha portato a 15 arresti (due ai domiciliari) e altre 4 misure cautelari

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L'operazione dei carabinieri e il commento del colonnello Massimiliano Mengasini
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Una ripresa nel corso delle indagini

di Gianluca Ginella

Un canale Telegram per pubblicizzare la vendita della droga, due fornitori a Roma che affidavano le consegne a loro parenti, una centrale dello spaccio a Cingoli, driver della droga, staffette per evitare i controlli durante le operazioni di consegna e un presunto giro d’affari che nel complesso supererebbe i 5 milioni di euro e legato ad alcune figure chiave intorno alle quali orbitavano gli altri indagati. E, oltre a questo, un meccanismo di spaccio con una architettura ben definita.

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Questi in sintesi alcuni punti dell’indagine della procura di Macerata (pm Enrico Barbieri) che ha coordinato l’attività dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata. L’indagine, nata dall’attenzione sul territorio dei carabinieri della stazione di Cingoli, ha portato oggi a diciannove misure cautelari eseguite questa mattina all’alba tra le province di Macerata e Ancona e Roma città. Nel corso delle indagini la procura ha individuato l’esistenza di un canale Telegram chiamato “Los Pollos Marche”. Lì veniva pubblicizzata la vendita della droga e da questa chat prende il nome l’indagine.

Delle 19 misure cautelari, 13 sono in carcere, due agli arresti domiciliari, tre sono obblighi di dimora e uno è un obbligo di firma.

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L’operazione dei carabinieri all’alba

LE MISURE CAUTELARI – A finire in carcere: Yusif Morsaline, 24 anni, di Jesi, residente a Cingoli, Ibrahim Qochih, 26 anni, marocchino, residente a Cingoli, il fratello, Said Qochih, 23 anni, di Jesi, residente a Cingoli, Arasb Lotfi Fard, 20 anni, di Jesi, residente a Cingoli, Abdul Hak Tahiru, 26 anni, ghanese, residente a Filottrano, Abderrazzaq Ammar, 29 anni, marocchino, residente a Treia, Vasyl Bohdaniuk, 25 anni, ucraino, residente a Cingoli, Damiano Faitanini, 25 anni, di Roma, Natascia Costantini, 51 anni, di Roma, Massimo Fronteddu, 52 anni, di Roma, Mattia Grandi, 25 anni, di Roma, Francesco Gara, 21 anni, di Jesi, Thomas Pioli, 38 anni, di Chiaravalle, domiciliato a Cingoli.

Ai domiciliari: Sara Fabrizi, 22 anni, jesina, residente a Cingoli, e Daniele Talamonti, 21 anni, residente a Monte San Giusto. Obbligo di dimora per Nicola Maria Franzese, 21 anni, jesino, Andrea Veinca, 21, residente a Santa Maria Nuova, Anwar Turki, 27, residente ad Appignano. Obbligo di firma per Festime Ceku, nata a Jesi, residente a Cingoli, 23 anni.

Gli indagati compaiono a vario titolo nell’inchiesta, da chi ricopre ruoli di spicco, a chi avrebbe avuto il ruolo di staffetta nei trasporti della droga o si sarebbe occupato delle consegne dietro compenso.

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Il colonnello Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei carabinieri

I RUOLI – Tra i ruoli di spicco c’è quello, a detta degli inquirenti, del 24enne Yusif Morsaline che sarebbe coinvolto in numerosi episodi sia di spaccio che di detenzione di hashish e cocaina. A dargli una mano il 26enne Ibrahim Qochih e anche Abdul Tak Tahiru che avrebbe custodito la droga acquistata da Morsaline e per conto di questo si sarebbe occupato delle consegne. Qui poi subentra l’ulteriore passo dell’indagine: ossia i presunti fornitori della droga. E si apre il fronte romano.

Due fronti, in realtà, che definiscono anche due distinti gruppi di spaccio. Per quanto riguarda Morsaline, lo stupefacente, tra gennaio e novembre 2024, gliel’avrebbe fornito Damiano Faitanini. La droga (hashish e cocaina) sarebbe stata consegnata non da lui, ma dalla di lui suocera, Natascia Costantini (che era stata arrestata durante una delle consegne, il 25 novembre scorso, in quel caso venne arrestato anche Tahiru). Il 29enne Ammar sarebbe stato una delle persone che hanno ricevuto forniture di droga destinate a Morsaline.

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Per quanto riguarda Said Qochih, fratello di Ibrahim Qochich, avrebbe gestito una sua attività di spaccio e viene pure lui ritenuto una figura di rilievo nell’indagine. Said Qochich sarebbe stato aiutato nell’attività di spaccio da Arash Lofti Fard (i due erano anche stati arrestati il 4 dicembre dello scorso anno). Pure Said Qochich avrebbe ricevuto droga da un fornitore romano, per gli inquirenti dal luglio al novembre del 2024. La droga sarebbe stata fornita dal romano Mattia Grandi. Pure lui, come Faitanini, non si sarebbe occupato materialmente delle consegne (in questo caso di parla di hashish) ma a portare la droga sarebbe stato lo zio, Massimo Fronteddu (arrestato il 29 novembre scorso durante una consegna della droga).

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Il pm Enrico Barbieri

Dalle indagini è poi spuntato anche il nome di Francesco Gara a cui vengono contestati tre capi di imputazione. In un caso è accusato di aver acquistato o ricevuto da Lofti Fard 2 chili di hashish (questo il 24 ottobre 2024), in un altro gli viene contestato di aver ricevuto o detenuto 5,5 chili di hashish che poi avrebbe venduto a Jesi.

Infine Daniele Talamonti (che deve rispondere di un paio di capi di imputazione) compare nell’inchiesta perché avrebbe gestito una sua attività di spaccio che sarebbe stata dipendente da Said Qochih e da Lofti Fard che sarebbero stati fornitori.

DRIVER – Gli altri indagati sarebbero stati dei driver. Per gli inquirenti Anwar Turki, Thomas Pioli e la compagna Festime Ceku, e Andrea Veinca sarebbero stati driver ossia persone che dietro compenso si occupavano della consegna della droga. Driver sono ritenuti anche Franzese e Bohadiuk e Sara Fabrizi.

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Il colonnello Massimiliano Mengasini con uno dei carabinieri del Roni

L’INDAGINE – Secondo gli inquirenti il traffico di droga ha riguardato 385 chili di hashish, 9 chili di cocaina, due chili di marijuana per un valore di mercato di 5,4 milioni di euro.

Nel corso dei mesi sono stati sequestrati complessivamente 54 chili di hashish (trovati divisi in 752 panetti), 7 etti di marijuana e 50 grammi di cocaina, per un valore sul mercato di circa 670mila euro. Sono state accertate oltre 130 cessioni di droga.

Il colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo di Macerata, ha sottolineato: «L’operazione evidenzia la fondamentale importanza delle stazioni carabinieri, infatti l’attività del Nucleo investigativo ha avuto inizio dalla segnalazione dei militari di Cingoli. Sono stati individuati due gruppi criminali. La droga veniva importata da Roma ogni 10-15 giorni, stoccata in luoghi sicuri a Cingoli. Il sodalizi erano ancora attivi sul territorio».

Giro di droga da oltre 5 milioni, colpo allo spaccio in provincia: eseguite 19 misure cautelari



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