Alessandra Perticarà, capogruppo di Idea Futura
La realizzazione della nuova casa di riposo di Porto Potenza sparisce dal Piano triennale delle opere pubbliche 2025-2027 e l’opposizione insorge. È Alessandra Perticarà, capogruppo di Idea Futura, a puntare il dito contro la maggioranza che aveva cavalcato il progetto nei mesi scorsi.
«Arriva sempre il momento in cui i proclami di buona volontà e le promesse facili devono arrestarsi e cedere il passo alla realtà dei documenti ufficiali – dice la leader dell’opposizione – anche per la nuova, tanto attesa e proclamata casa di riposo di Porto Potenza quel momento è arrivato: nel Piano triennale delle opere pubbliche appena votato in consiglio comunale essa non è inserita nelle opere in previsione. Di fronte alle parole del consigliere Simone Pantanetti, grande assente del consiglio di ieri, che il 23 marzo scorso diceva che “i cittadini meritano concretezza al di là della campagna elettorale. Davanti alle problematiche ingenti si è sempre operato per trovare la giusta soluzione nel minor tempo possibile. Accadrà anche questa volta”, alla prima occasione di mettere nero su bianco un impegno concreto sia a livello economico che a livello temporale ecco la smentita».
Un anno fa Dino Pantanetti, padre del consigliere di maggioranza Simone Pantanetti, fu promotore di una raccolta firma che sfondò le mille sottoscrizioni proprio per impegnare l’amministrazione comunale a realizzare una nuova struttura. E la giunta Tartabini aprì a tal punto da farla propria con tanto di foto ufficiali in Comune con il comitato pro Casa di riposo. «E poi c’è stata una campagna elettorale in cui a molti anziani sono stati sventolati sotto il naso progetti millantati come “già pronti” – prosegue Perticarà – ora cosa resta di tutto ciò? Questo è stato chiesto a gran voce ieri dai consiglieri di opposizione. Ma di fronte a dati precisi che abbiamo sollevato, in particolare la vita residua dell’attuale casa di riposo di Potenza Picena che non ha superato l’esame della vulnerabilità sismica, e di fronte a richieste dettagliate di individuazione di un progetto di fattibilità, qualità dei servizi (residenza protetta, residenza sociale, centro diurno, posti letto), costi di gestione e sostenibilità, abbiamo ricevuto solo accuse provocatorie e offese da parte della sindaca Tartabini che accusa l’opposizione di non concretezza e di ingannare i cittadini. Verrebbe da citare un noto proverbio locale: l’asino mio mi ha detto… È stato davvero surreale sentire Tartabini rivendicare la scelta di escludere la casa di riposo dal piano opere pubbliche come atto di grande responsabilità, ammettendo nel contempo di non avere idea né di dove realizzarla né di come trovare le ingentissime risorse necessarie alla sua edificazione. Abbiamo potuto apprezzare la scioltezza nel fare una maestosa marcia indietro con l’ardire di imputare tale scelta all’opposizione. Avremmo invece apprezzato che la sindaca e il consigliere Pantanetti si fossero scusati con i 1500 firmatari della petizione per la nuova casa di riposo. Invitiamo tutti i cittadini a visionare il consiglio comunale del 28 febbraio sul punto al fine di vedere con i propri occhi e ascoltare con le proprie orecchie quanto detto sul tema. Il pericolo più grande è che, scaduto il tempo residuo di vita della casa di riposo di Potenza Picena (2030 circa) senza un impegno serio sul reperimento delle risorse necessarie per la messa in sicurezza e a norma o la concreta previsione di delocalizzazione come paventata dalla giunta Tartabini nel marzo 2024, ci troveremo di fronte alla chiusura della struttura sanitaria esistente senza avere pronta la nuova e tanto proclamata casa di riposo. Come dire: oltre il danno la beffa».
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A Potenza Picena hanno raccolto le firme perché vogliano una casa di riposo nuova e sicura sismicamente, a Mogliano invece le firme sono state raccolte per bloccare la nuova casa di riposo, con il più alto indice sismico di sicurezza, condivisa con la Regione Marche e con i cittadini in occasione delle elezioni amministrative del 2019, approvata tecnicamente dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione e la Provincia di Macerata, e finanziata con un contributo a fondo perduto di 6,5mln dal Commissario Straordinario per la ricostruzione