Il prossimo arrivo della Link University nelle Marche e a Macerata continua ad infiammare la polemica politica. Il sì della Regione allo sbarco dell’università privata nella nostra regione, con un corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria Macerata e due corsi gemelli di Medicina e chirurgia Ascoli e Fano ha generato non poche perplessità tra gli addetti ai lavori e non solo. I primi a dirsi contrari erano già stati i quattro rettori delle Marche in un incontro con il governatore Acquaroli prima che venisse rilasciato l’ok. «Personalmente, come ho detto al presidente – aveva spiegato già sabato il rettore Unimc John McCourt – dubito che l’arrivo di un’università privata possa risolvere i noti problemi della medicina e le carenze di personale. Sul sito di Link si legge che i loro corsi di medicina costano quasi 20mila euro all’anno, una cifra fuori dalla portata della grande maggioranza delle famiglie marchigiane». Ma anche le forze politiche di centrosinistra avevano espresso tutta la loro contrarietà all’operazione, accusando la giunta regionale di voler favorire il privato e indebolire gli atenei pubblici.
Stefania Monteverde
Soprattutto a Macerata, culla di Unimc, i dubbi sull’operazione sono molti. E dall’opposizione chiamano in causa anche il sindaco Sandro Parcaroli. «Non ci convince niente in questa scelta di Acquaroli e Saltamartini, anzi ci preoccupa tanto quello che è chiarissimo: la voglia di privatizzazione dei governi delle destre che mira a indebolire il sistema pubblico accessibile a tutti – dice Macerata Bene in Comune, capitanata in Consiglio dall’ex vicesindaca Stefania Monteverde – Perché la Regione Marche dà parere positivo alla Link University, una università privata, per realizzare corsi di laurea magistrale in Medicina Chirurgia e Odontoiatria nella nostra regione? Perché invece non sostiene la ricerca delle quattro università pubbliche marchigiane, di cui la prestigiosa facoltà di medicina? Perché non tiene conto del parere contrario dei rettori delle università marchigiane? Perché privatizzare la ricerca e la formazione? Ci sono altri interessi? Altre regioni hanno saputo dire di no. Perché non la Regione Marche? Che dice il sindaco Parcaroli visto che un corso di laurea è previsto a Macerata? È questa la formazione che vogliamo per i nostri giovani e futuri medici? Tante domande e tanta preoccupazione per la miopia di questa classe politica che ci governa».
Alessia Morani
«Ho letto i post entusiasti degli onorevoli Carloni (Lega) e Castelli (Fdi) sull’arrivo nelle Marche di una università privata, la Link Campus, di proprietà di Francesco Polidori già proprietario del Cepu e dell’università telematica e-Campus – rincara la dem Alessia Morani, già deputata e sottosegretario – Il giubilo deriverebbe dal fatto che i corsi in Medicina e Chirurgia offerti dalla Link permetterebbero ai giovani marchigiani di rimanere a studiare vicino casa e non dovrebbero, perciò, andare in altre regioni. I due onorevoli forse non sanno che il problema oggi non è di avere più posti a Medicina e Chirurgia, già aumentati negli anni scorsi, ma di rendere attrattive le specialità carenti: una borsa su tre di specializzazione va deserta e tra i corsisti in medicina generale rimangono vuoti il 15% dei posti. Questo è il vero problema».
Gioia Santarelli, segretaria regionale Sinistra Italiana
«È una scelta miope e sbagliata, che mette in ulteriore difficoltà le quattro università pubbliche marchigiane e che non risolverà gli enormi problemi che, già oggi, affliggono il nostro sistema sanitario regionale; rischiando, anzi, di peggiorarne la qualità – sostiene Sinistra Italiana – Del resto, questa scelta, presa inopinatamente dalla Giunta, è l’ennesimo esempio della strategia politica della destra, che calpesta i servizi pubblici ed apre praterie e mercati ai privati sempre in cerca di nuovi profitti. Perché – nella cura, come nella formazione di chi dovrà curare – il privato persegue finalità economiche; mentre la Repubblica, quindi la sanità pubblica e le università pubbliche, hanno come propria finalità il bene comune e l’universalità dei diritti. Insomma: con una mano, il governo nazionale taglia il fondo di finanziamento ordinario agli atenei pubblici e non investe risorse adeguate nel rinnovo dei contratti pubblici, per restituire alle lavoratrici ed ai lavoratori la parte di salari e stipendi persa a causa dell’inflazione; con l’altra mano autorizza l’avvio di corsi di laurea privati. Auspichiamo che le opposizioni si uniscano, sia nelle istituzioni che nella società, per contrastare questa pessima scelta».
L’anconetana Fabiola Caprari
«Questa scelta, a nostro avviso, potrebbe compromettere ulteriormente il sistema universitario pubblico delle Marche e solleva dubbi sulla capacità della Giunta regionale, ma anche del Governo nazionale, di affrontare le reali sfide del settore sanitario – dice la coordinatrice regionale di Italia Viva Fabiola Caprari – La domanda che ci poniamo è semplice: perché la Regione Marche non investe nelle proprie università pubbliche, che rappresentano una risorsa fondamentale per il territorio, e piuttosto favorisce l’espansione di un ateneo privato il cui passato ha suscitato più di una preoccupazione? L’entusiasmo della Giunta Acquaroli per questa nuova iniziativa appare, a nostro avviso, scollegato dalla realtà del settore sanitario. Ci opponiamo fermamente a questa decisione e chiediamo alla Giunta Acquaroli di rivedere il suo approccio. Le università pubbliche delle Marche sono una risorsa preziosa, e non possiamo permetterci di indebolirle ulteriormente per favorire atenei privati».
Filippo Saltamartini, assessore regionale alla sanità
A difendere la scelta è invece l’assessore regionale alla Sanità, in quota Lega, Filippo Saltamartini con un lungo post su Facebook. Il numero due della giunta regionale, prima dalla colpa al Pd per la situazione in cui versa la sanità e per le critiche avanzate al progetto, e poi spiega perché ritiene che quella della Link University sia un’opportunità che non poteva non essere colta. «E’ bene precisare subito che i corsi di Medicina e quello di Odontoiatria a Macerata – ha sottolineato Saltamartini – sono tassativamente strutturati con lezioni frontali, con docenti provenienti dal settore statale, con obbligo di presenza da parte degli studenti. Stesse forme e stesse modalità di formazione e di qualità del pubblico». Ecco poi i motivi per cui pensa ci sia l’interessa pubblico nel parere positivo all’università privata: «La necessità di formare più medici nelle Marche per le esigenze del servizio pubblico e privato; l’opportunità per tanti studenti e famiglie ad avere corsi di prossimità ad Ascoli, Macerata e Fano, costretti a formarsi spesso fuori regione e tantissimi in Albania, Spagna, Bulgaria; l’opportunità per tanti ricercatori e professori associati di veder ampliata la platea della docenza e infrenare il triste fenomeno della migrazione all’estero (25.000 medici italiani lavorano in Svizzera, Germania, Francia e Regno Unito); l’opportunità di avviare con gli ospedali pubblici di Ascoli, Macerata, Pesaro-Fano rapporti di collaborazione e ricerca applicata e nuove cliniche universitarie; allargare la formazione strategica universitaria nella qualità della vita e della longevità».
Un ateneo privato nelle Marche: l’ex rettore Unicam Esposito: «Si rischia di snaturare l’università»
Chi è il proprietario della link university?
Vincenzo Vale Gioielleria Cepu
Claudio Stura rido per non piangere
Un altro Bendecchi e un'altra Università "Niccolò Cusano" fasulla ...... nulla di più si sperperano soldi che potrebbero essere dati alla sanità pubblica e ai medici di base ..... la solita perdita di tempo in una regione che sta sprofondando nel ridicolo
Antonella Gentile la destra sa fare solo Markette, mai qualcosa di utile per la collettività
La commissione dia parere negativo , governano la Regione come fossero i padroni !
Si dovrebbero solo vergognare, ma dubito che ne siano capaci
Mariella Censi una giunta di fasci straccioni che fanno solo markette
Alvaro Vitali e Pippo Franco messi insieme risulterebbero più seri di questa banda di cialtroni che dopo quattro anni non hanno ancora capito dove si trovano.
Bisogna vedere il motivo per cui vanno a studiare in Albania. Escono dalle scuole superiori preparati o no, visto come va la scuola oggi fin dalle elementari?
Maria Gabriella Giorgi , perché qui non sono rientrati nel numero chiuso e una volta iscritti lì non gli viene permesso di rientrare a studiare in Italia, perché il numero di posti di rientro è infinitesimale. Ps: guardi che questi ragazzi che studiano in Bulgaria, Romania, Albania... sono preparati tanto quanto gli studenti italiani, se non di più perché cominciano da subito a frequentare le cliniche, se non erro dal primo anno, e studiano moltissimo sui cadaveri e non solo sui libri
Forse ci sono degli errori nel mio percepito, ma la vedo così 20mila euro di tasse il primo anno, poco meno dal secondo in poi... Chi potrà accedervi? Sono tasse sproporzionate anche se confrontate con quelle del San Raffaele e della Cattolica. Credete davvero che sia questo il modo per arginare l'iscrizione dei ragazzi all'estero, dove le tasse, gli affitti, il vitto...sono notevolmente più bassi ? Davvero volete farci credere che gli asini volano o siete voi che ci credete davvero e cercate di convincerci? Come pensano di fare lezione a Fano? E dove frequenteranno i reparti e le cliniche gli studenti? In H a Fano? A Pesaro? Ad Urbino? E gli odontoiatri? Nei tre o quattro ambulatorietti sparsi nei poliambulatori del maceratese che non hanno neanche gli occhi per piangere? E lezione? Solo via web? E allora che faranno? Costruiranno un loro policlinico nel giro di mesi? Con queli fondi? Riempito con quali macchinari? Ma soprattutto, con quali Professori e quali medici? Con i gettonisti? E allora non sarebbe stato più giusto aprire un secondo corso di laurea facente capo a Univpm, magari spostando su Unicam o Unimc i corsi per gli infermieri, anche supportati, speriamo a breve, dall'apertura del nuovo Inrca che è un ente di ricerca? La sanità è una cosa seria e non un comando io su ospedali, medici, dimissioni... Restituite alle università del territorio i fondi tagliati, potenziatele, affidatevi ai Rettori, a chi ha il polso della situazione e della Professione, col faccio io e decido io si va solo verso il baratro, e noi siamo un pezzo avanti, e al salto della poltrona Ps: chiedete ai ragazzi che si sono laureati in Bulgaria com'è articolato il loro percorso di studi e qual è il livello della loro preparazione: altissimo!!! Ci sono fiori di professionisti qui nelle Marche che hanno studiato lì e nulla hanno da invidiare ai laureati in Italia, anzi...
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Ora che Saltaimartini ci ha rassicurato sulla bontà della loro scelta..dormiremo tutti sonni più tranquilli..
Avremo più medici–laureatisi al…CEPU…e quindi saremo tutti più tranquilli che uno pneumotorace non verrà scambiato per una banale influenza…e la diagnosi verrà comunicata frontalmente…
Pare che abbia già richiesto l’iscrizione il TROTA….due lauree è meglio che one..
considerando come lavorano in Regione…da me hanno approvato la costruzione di una Centrale Elettrica in zona soggetta ad allagamenti vicino alle abitazioni. Ma la laurea all’assessorato Energia rifiuti cave e miniere l’hanno comprata o hanno fatto un’università seria?
Se la scelta regionale è difesa dal Saltamazzamurello, un ignorante-presuntuoso sperimentato (le due “qualità” sono sempre strettamente connesse, dato che alla base c’è comunque l’ignoranza, che però genera ed alimenta la presunzione!)… beh, allora…. di peggio non poteva accadere per la sanità marchigiana!
Ah, il silenzio di Parcaroli…. perché costui ha il dono della parola sulle scelte regionali…? Oppure, come sempre, fa finta di essere muto per nascondere la sua totale incapacità di esprimersi per tentare di difendere gli interessi dei cittadini che l’anno eletto !?
@ Vanessa Bianco.
Mi scusi, ma sulla preparazione di chi si è laureato in Albania o Bulgaria o Romania, dopo aver ripetutamente tentato invano di superare l’esame di ammissione alla facoltà di Medicina o di Odontoiatria in Italia, con contezza, ho i miei serissimi dubbi ….
Non mi esprimo sull’oggetto del dibattito, però faccio notare che ad esempio la Bocconi o la Cattolica sono Università private con rette annua analoghe che attraggono molti studenti perché ritenute da questi più qualificati di quelle pubbliche. Si fa finta che queste realtà non esistano? La concorrenza vera sono le Università cosiddette telematiche con rette molto più basse di quelle pubbliche che stanno sottraendo un significativo numero di studenti a quelle pubbliche (centinaia di migliaia di studenti!) dando, per quello che ho potuto constatare con la mia esperienza, una preparazione a mio avviso lacunosa. E’ questo il vero problema che merita di essere discusso e affrontato