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Inquinamento basso bacino del Chienti,
nuovo esposto sulla mancata bonifica:
«Presentiamo alla procura altri documenti»

CIVITANOVA - A presentarlo i comitati e gli attivisti che nel 2023 firmarono una denuncia per rilevare l'inerzia e la mancata bonifica dell'area inquinata. Giuliana Venturini e Paolo Maria Squadroni dopo la prima archiviazione hanno raccolto altro materiale e scritto una lettera al presidente della Regione

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Da sinistra Paolo Maria Squadroni, Giuliana Venturini e l’avvocato Massimo Luzi

di Laura Boccanera

Esposto in procura sull’inquinamento del basso bacino del Chienti, dopo una prima archiviazione i comitati ci riprovano. Firmata questa mattina da Giuliana Venturini (referente del comitato Civitanova unita) e da Paolo Maria Squadroni (ex candidato sindaco della lista Nova urbs) una nuova denuncia per chiedere alla procura di indagare in capo alla mancata bonifica del basso bacino del Chienti. 

Lo scorso anno i promotori avevano presentato tre denunce, una alla procura di Macerata, una a quella di Fermo e una ad Ancona. A Fermo la questione è ancora al vaglio, Ancona ha rimesso a Macerata per competenza, e Macerata ha archiviato.

Ma i promotori, convinti dell’importanza della battaglia, ci riprovano corroborati da un supplemento di documentazione che è stata allegata al fascicolo.

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Il momento della firma del nuovo esposto

La vicenda è relativa alla bonifica del basso bacino del Chienti, zona considerata sito inquinato a livello nazionale e poi declassificato a sito di interesse regionale.

Una storia antica che parte dal 1991 con la contaminazione delle falde del Chienti causata da sversamenti industriali di sostanze chimiche quali tricloretano, tetracloroetilene e percloroetilene usati nella lavorazione delle calzature. Ma nonostante i processi ad alcuni indagati non venne stabilita, per mancanza di prove, la paternità di quegli sversamenti e gli imputati furono tutti assolti.

Così l’onere del costo della bonifica ricadde sul territorio. Nel 2009 si fu ad un passo dalla bonifica: la provincia e l’Arpam vararono un progetto da 4 milioni approvato dal ministero. Ma quel progetto venne cestinato per affidare un incarico da 10 milioni, più che raddoppiato nei costi e bocciato dal Ministero. Quell’occasione sfumata ha avuto conseguenze devastanti dal momento che la bonifica è ancora lontana e ad oggi, come stabilito dalla commissione parlamentare d’inchiesta il compito della bonifica spetta ai comuni interessati (Civitanova, Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare) e alla Regione.

Ma dalla commissione parlamentare di inchiesta del 2016 nulla è stato fatto. E ad aggravare il dato sull’inquinamento anche l’esito dell’ultima indagine epidemiologica Sentieri del ministero della Salute che mette in correlazione la presenza del sito inquinato con un aumento a Civitanova di un più elevato rischio di mortalità nei neonati e di malattie nel sesso femminile.

«Con il primo esposto chiedevano non tanto la revisione per l’accertamento delle responsabilità degli inquinatori – commenta l’avvocato Massimo Luzi – quanto piuttosto la richiesta ai giudici di chiedere perché c’è stata omissione nella bonifica da parte dei soggetti deputati a farla. Qui c’è un problema gravissimo di inquinamento che mina il diritto alla salute e ha un impatto diretto sulla mortalità. L’argomento dovrebbe essere al centro delle discussioni e delle progettualità delle autorità competenti. Invece i processi sono confluiti in un nulla di fatto. Abbiamo depositato l’esposto il 20 ottobre 2023 chiedendo alla magistratura non di ricercare gli autori dell’inquinamento, ma di capire chi ha omesso la bonifica. Invece a tempo di record, appena una settimana dopo la procura, dopo aver iscritto l’esposto in un modello 45 per le notizie non costituenti reato, ha archiviato. Credo che si tratti di una straordinaria superficialità nei confronti di una problematica che impatta sul territorio. Ma rispetto a questo non abbiamo fatto opposizione all’archiviazione, ma oggi verrà firmato un nuovo esposto, con ancora più documentazione e crediamo che la procura non potrà non prenderne atto».

«Oggi siamo qui – ha detto Paolo Maria Squadroni – anche indegnamente perché di un argomento così importante dovrebbero parlare politici e tecnici. Come civica Nova urbs abbiamo sempre cercato di tenere alto l’interesse sulla questione. Il basso bacino del Chienti fin dal 2001 è registrato tra i siti più inquinati d’Italia e dal 2007 viene monitorato dal Ministero della Salute nella relazione “Sentieri”. E’ qui che è comparsa la correlazione fra il luogo e un incremento di mortalità nel primo anno di vita per malformazioni congenite e problematiche neonatali e nelle donne. Ma nessuno sembra avere a cuore la bonifica. Non il sindaco a cui abbiamo chiesto più volte un incontro e non ci ha mai risposto, neanche l’opposizione che abbiamo cercato per richiedere un consiglio comunale aperto, abbiamo contattato Elisabetta Giorgini e Letizia Murri, ma l’argomento non è mai arrivato in consiglio. Quindi come estrema ratio abbiamo deciso di percorrere la strada della magistratura».

Parallelamente al nuovo esposto i firmatari hanno siglato anche una comunicazione indirizzata al presidente del consiglio Francesco Acquaroli, ai presidenti delle province e agli amministratori dei 5 comuni: «è una lettera con la quale facciamo richieste precise in merito alla bonifica – ha aggiunto Giuliana Venturini – e ci auguriamo possano avere un esito positivo».

 

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