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Estorsione alle nipoti
per eliminare foto hot,
giudizio immediato per il carabiniere.
Spunta una terza vittima

INDAGINE - Il militare, che vive nel Maceratese, aveva ottenuto 1.700 euro da una di loro mentre l'altra si era rifiutata di pagare. Diceva che poteva evitare il diffondersi di materiale compromettente (in realtà fotomontaggi). Dall'inchiesta emerge anche la richiesta di soldi ad un'altra donna, che però non gli aveva creduto. Processo al via il 25 novembre

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polizia-archivio-arkiv-2-325x244di Gianluca Ginella

Ricatto con la scusa delle foto hot che rischiavano di finire nel dark web, giudizio immediato per il carabiniere. Oltre alle due nipoti del militare (solo da una di loro l’uomo era riuscito a farsi consegnare dei soldi) spunta anche una terza, presunta, vittima. Il ricatto, secondo l’accusa (le indagini sono coordinate dal pm Enrico Barbieri), seguiva un modo di operare identico e sempre legato al carabiniere che proponeva un suo intervento per evitare che foto compromettenti (che in realtà non esistevano ma sarebbero stati fotomontaggi) finissero nel dark web.

I fatti risalgono allo scorso maggio. Il carabiniere, 49 anni, residente nel Maceratese e all’epoca in servizio nel Fermano, sarebbe riuscito ad ottenere 1.700 euro da una nipote. Le avrebbe prospettato il rischio concreto che alcune sue fotografie hot potessero essere diffuse da qualcuno sul “dark web”. Per evitarlo serviva pagare dei soldi. Alla ragazza aveva chiesto, dice l’accusa, duemila euro e ne aveva ottenuti 1.700. Lo stesso tipo di ricatto, qualche giorno dopo, avrebbe fatto all’altra nipote, che però si era rifiutata di pagare. Anzi, a distanza di poche ore aveva raccontato l’accaduto ai genitori. In quel momento la sorella era scoppiata a piangere dicendo che aveva chiesto soldi pure a lei.

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Gli avvocati Valentina Romagnoli e Andrea Netti

Le ragazze si erano rivolte agli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, che avevano contattato la polizia immediatamente. Gli agenti della Squadra mobile di Macerata avevano organizzato un appuntamento per la consegna del denaro della sorella che non si era immediatamente rifiutata di pagare e dopo che l’uomo aveva preso i 1.700 euro, gli agenti lo avevano arrestato.

Dalle indagini emerge poi una terza vittima. Anche a lei, secondo gli inquirenti, il militare aveva detto che c’era il rischio che delle foto compromettenti venissero diffuse sul dark web. Le avrebbe detto che servivano 500 euro per il blocco temporaneo e 5mila per eliminarle. I soldi andavano pagati ad altre persone che lui diceva di conoscere tramite il suo lavoro. La donna però non gli aveva creduto e non aveva pagato.

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Il sostituto procuratore Enrico Barbieri

Nel corso della convalida dell’arresto, il militare aveva detto sui soldi ottenuti dalla nipote: «Per me era un prestito non una estorsione, avevo debiti, tante spese». L’uomo, difeso dall’avvocato Simone Mancini, ha ribadito con forza il concetto del prestito «la mia idea era quella, un prestito. Tant’è che quando mi ha dato i soldi le ho detto che erano troppi e ne volevo di meno perché sapevo che poi avrei dovuto restituirli».

Nel frattempo le indagini sono continuate e il pm ha deciso di chiedere il giudizio immediato. Richiesta accolta dal gip che ha fissato la prima udienza del processo al 25 novembre prossimo davanti al collegio del tribunale di Macerata. Al 49enne vengono contestati una estorsione e due tentate estorsioni. Le due sorelle, difese dagli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli, si costituiranno parte civile.

*A tutela delle vittime il nome dell’indagato non viene indicato

La versione del carabiniere: «Estorsione? Lo consideravo un prestito. Ho dei debiti, tra mutuo e spese»

«Ci sono vostre foto hot sul web» E chiede soldi per rimuoverle: arrestato un carabiniere



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