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Gruppo Telegram per segnalare controlli:
assolti gli amministratori

SENTENZA - Due gli imputati al tribunale di Macerata, per il giudice il fatto non sussiste. La difesa: «Un altro tassello verso una maggiore libertà di informazione e prevenzione che può esser fatta anche per finalità non elusive o di mero contrasto ai controlli»

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polizia-stradale-archivio-archiv1-650x414Accusati di aver segnalato la presenza di controlli delle forze dell’ordine grazie ad un gruppo Telegram, assolti i due amministratori. La sentenza ieri al tribunale di Macerata.

I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il giugno del 2018 e il 22 gennaio del 2019 quando vennero sequestrati i cellulari degli imputati. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Rocco Dragonetti, che ieri ha chiesto l’assoluzione per entrambi per la tenuità del fatto, gli imputati, Angela Sicignano, 31 anni, di Salerno, residente a Fermo, Marco Zallocco, 32 anni, residente a Fermo, devono rispondere di interruzione di pubblico servizio.

Secondo l’accusa il gruppo Colori 3, avrebbe turbato la regolarità del servizio di controllo del territorio da parte delle forze di polizia. Questo perché le persone che partecipavano al gruppo segnalavano la presenza di posti di controllo che erano in corso nella provincia di Macerata. Per farlo, prosegue l’accusa, usavano simboli e indicazioni convenzionali stabiliti nelle regole del gruppo. In questo modo chi faceva parte di “Colori 3” poteva, una volta appreso della presenza delle forze dell’ordine, sottrarsi al controllo.

giostra

L’avvocato Igor Giostra

L’accusa aggiunge che il gruppo incideva sull’efficacia dei controlli e cita quelli del commissariato di Civitanova che si erano svolti il 22 giugno, il 24 giugno e il 25 giugno del 2018. Ieri il giudice Vittoria Lupi ha assolto entrambi gli imputati perché il fatto non sussiste. Una terza persona, finita sotto accusa per gli stesi fatti, è morta poco dopo l’inizio del processo). Gli imputati sono difesi dagli avvocati Igor Giostra e Sante Monti.

«La sentenza è sicuramente innovativa e coraggiosa, trattando una materia particolare come quella della turbativa di un pubblico servizio – dice l’avvocato Giostra – in ragione di una chat di gruppo che monitora la presenza delle forze dell’ordine nelle pubbliche vie e permette agli iscritti di avvisare gli altri utenti della presenza della pattuglia.

Un altro tassello verso una maggiore libertà di informazione e prevenzione che può esser fatta anche per finalità non elusive o di mero contrasto ai controlli, che in ogni caso si sono sempre tranquillamente realizzati ad opera delle forze di polizia. Anche per questo si ritiene che il provvedimento del giudice sia pienamente nel giusto».

(Gian. Gin.)



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