Vincenzo Martines, candidato sindaco della lista Insieme andiamo oltre
di Marco Pagliariccio
Si è ritrovato l’avversario dentro casa Giovanni Zavaglini. Il “sindaco di sempre” (a parte la parentesi Ivo Lucarelli dal 2004 al 2009, è primo cittadino dal 1990), dopo aver centrato la sua sesta elezioni senza sfidanti cinque anni fa, stavolta se la vedrà con uno dei consiglieri comunali del suo stesso gruppo: Vincenzo Martines.
Nato a Susak nel 1945, nell’allora Istria italiana, ma cresciuto in Sicilia, medico e docente in pensione con alle spalle una vita trascorsa tra Marina e università di prestigio (e una Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica), è arrivato a Gualdo molti anni fa per amore: sua moglie, infatti, è marchigiana doc. Dismessi i panni di dottore, ecco l’impegno sociale e politico: dal 2012 al 2015 è presidente della Pro Loco, poi nel 2019 sceglie di candidarsi nella lista che sostiene Zavaglini. Dal quale però ha progressivamente iniziato strada facendo a prendere le distanze. «Con il sindaco c’è stato sempre un buon rapporto, ma molte delle iniziative che ho avanzato non sono stare recepite, non so se per gelosia o per cos’altro – spiega Martines – il nostro formalmente era un programma aperto, che si prefiggeva di recuperare un dialogo diretto coi cittadini anche con l’utilizzo dei referendum. Ma molte cose sono invece andate a finire nel vuoto. Gualdo è un paese in lento declino, che ha il problema dello spopolamento come gran parte delle realtà dell’entroterra».
Il logo della lista Insieme andiamo oltre
Il candidato sindaco della lista Insieme andiamo oltre (che non a caso ha nel logo un vascello) ha ben chiari i deficit della città. «Ci sono strutture ricettive, ma manca un albergo vero e proprio – sottolinea l’ammiraglio – si potrebbe puntare sull’organizzazione di convegni e incontri ma senza avere questa possibilità è difficile. Idem per il ristorante: ce n’era uno fino a qualche tempo fa, abbiamo perso anche quello, che si è spostato a Macerata. Ma manca soprattutto una Pro Loco. Ho cercato in tutti i modi al sindaco di segnalare la necessità di riattivarla, è il braccio armato del Comune per la realizzazione di eventi ed iniziative. Conosco bene la realtà essendone stato presidente, poi ebbi un successore che lasciò dopo un po’ di tempo e ormai da 3-4 anni non esiste più. Non credo il sindaco si opponga a rilanciarla, ma non c’è stato impegno per rilanciarla. Queste mancanze sul fronte culturale sono i motivi che mi hanno spinto alla candidatura: non c’è stata una vera rottura con Zavaglini, ma su certe cose non ci sente. Un altro esempio è quello del degrado dell’archivio comunale: avrò sollecitato 10 volte un intervento, non c’è stato verso di intervenire in qualche modo».
La squadra che lo sostiene è variegata e con tante persone alla prima esperienza in politica. «Non nego che sia stato difficile assemblarla – spiega il candidato sindaco – abbiamo avuto due rinunce dell’ultimo momento che ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo con noi Marco Bernabei, presidente dei giovani avvocati della provincia di Macerata. Abbiamo donne di valore come Melania Guerra, non solo una pittrice ma anche assistente di molti anziani. Poi Mario Piergentili, scrittore che stravede per Gualdo e che ha idee molto originali. Stefano Mossa, come me, è medico che si è innamorato del paese. Edoardo Batassa produce formaggio nel nostro territorio. Poi c’è mio figlio Fabio che, pur essendo informatico, ha la passione per l’agricoltura. Mia moglie Nadia Tombolini invece è sociologa, mentre Paola Camilla è una docente molto conosciuta in paese: quasi tutti i gualdesi di una certa età sono passati sotto le sue mani. La nostra è una lista che resta fuori dalle dinamiche politiche e le mie idee a maggior ragione non coincidono con quelle di nessun partito. Vogliamo cercare di far recuperare a Gualdo un po’ di vita, perché ora è in coma profondo. Vedo poca progettualità dall’altra parte, solo questo».
L’ammiraglio Martines è il nuovo presidente della Pro Loco di Gualdo
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Si può benissimo essere informatici e contemporaneamente essereappassionati di agricoltura! Perché no?
Caro Giovanni, stavolta la pacca è dura