La lista civica Treia 2030 con il candidato Franco Capponi
«Al candidato sindaco Piero Farabollini nuoce il fatto di essere stato il commissario alla Ricostruzione con scarsissimi risultati per il nostro territorio e i terremotati». La civica Treia 2030 torna a battere sul tema dopo che Farabollini ha annunciato querele per diffamazione alla lista che sostiene Franco Capponi.
«Non può prendersela con la nostra lista – si legge in una nota – se evidenziamo le sue carenze e capacità amministrative, ma forse condizionato dal mancato supporto dei 5 Stelle che l’aveva nominato. Non esiste una legge che impedisce di divulgare documenti e immagini pubbliche ed inoltre precisiamo che quello che abbiamo affermato non sono nostre supposizioni, ma è la stessa Corte dei Conti (a firma del Magistrato Luisa Devoli in data 28 febbraio 2020) che chiede modifiche e verifiche sull’Ordinanza 92, ovvero quella a cui Farabollini fa riferimento come se si trattasse della base da cui è partita l’ordinanza 100 del Commissario Legnini e che, al contrario, di fatto non risolveva un bel niente. A Farabollini nuoce condurre una campagna elettorale con molte imprecisioni che qualcuno potrebbe giustamente chiamare “falsità” proprio per il fatto di essere stato Commissario alla ricostruzione e che quindi tutti gli atti prodotti sono pubblici e quello che non fu fatto è abbastanza evidente».
Treia 2030parla di minacce legali «paradossali, visto che le informazioni che abbiamo diffuso sono visibili a tutti: la richiesta di “dimissioni per inadeguatezza” a Farabollini come commissario alla ricostruzione da parte dell’onorevole Trancassini al Parlamento, delegato per il sisma da Fratelli d’Italia possono vederlo tutti sul sito del Parlamento, sui social e sul profilo Facebook dell’onorevole stesso (e diciamo per fortuna). Forse tutto ciò non sarebbe risaltato agli occhi dei treiesi se non ci fosse stato l’intervento del Commissario Guido Castelli a tentare di coprire le responsabilità di Farabollini e la sua scarsa dimestichezza con la burocrazia (che a voler esercitare il ruolo di sindaco è un attributo imprescindibile). Il tentativo di raccontare un’altra storia non cambia quella che è stata ed è la realtà».
In particolare nel mirino della lista finisce l’ordinanza 92, a cui fa riferimento Farabollini: «Non fu mai pubblicata in quanto inviata proprio il giorno in cui venne sostituito da Legnini. Il contenuto di quell’ordinanza è distante anni luce da ciò che poi la Cabina di coordinamento guidata dal commissario Legnini ha introdotto con l’ordinanza 100. Quella di Farabollini introduceva solo l’autocertificazione di congruità del contenuto, mentre l’ordinanza 100 ridisegna completamente le competenze e le responsabilità di ciascuno: dei progettisti, dei sindaci, degli Usr, delle Regioni, delle Soprintendenze e della struttura commissariale.
E su quella stessa linea tracciata è proseguito, senza modifiche, il lavoro l’attuale commissario Castelli. Ci spiace che Farabollini si sia offeso delle verità che abbiamo evidenziato. Probabilmente a lui, che accettò un incarico su proposta dei 5 Stelle, oggi dà fastidio essere approdato in tutt’altro campo. Certo, questo fa cadere la foglia di fico che con grande difficoltà in queste settimane aveva cercato di far affiorare, facendo passare la sua per una lista civica. L’intervento di Castelli a Treia ha fatto registrare un corto circuito tra quanto sempre detto da Fratelli d’Italia, condiviso apertamente dal presidente Francesco Acquaroli, e cioè che i due anni della responsabilità commissariale di Farabollini siano stati totalmente inefficaci alla ricostruzione. Non possiamo tralasciare il fatto che il sindaco Capponi, in qualità di membro della Cabina di Coordinamento del sisma guidata dal Commissario Legnini abbia contribuito a introdurre innumerevoli atti di semplificazione ed efficientamento della ricostruzione.
Primo per essersi battuto per l’acquisto di alloggi invenduti (al posto dell’acquisizione delle Sae, casette di legno, costate oltre 5mila euro al mq di media) che, come avviene oggi a Treia, appena liberate dalle famiglie terremotate che rientrano nelle proprie abitazioni, possono essere date come alloggio sociale agli aventi diritto alle case popolari. L’Ordinanza 100 e i vari decreti legislativi confezionati in quel periodo hanno permesso inoltre di superare nell’area del cratere la doppia conformità urbanistica che bloccava quasi totalmente la ricostruzione. Da Farabollini e la sua lista vengono rilevate criticità senza proporre soluzioni concrete e spesso queste criticità sono ascrivibili a responsabilità che sono al di fuori delle competenze comunali e delle forze politiche a cui oggi fa riferimento Farabollini (il costo della casa di riposo per colpa della Regione, l’installazione del fotovoltaico oggi completamente liberalizzato dal Ministro Forzista Pichetto Fratin, la sanità e il sostegno all’handicap che continua ad essere sostenuto dal Comune anche se la competenza è statale e regionale)».
Riguardo le perplessità da parte di chi sostiene Farabollini sui fondi o sui progetti finanziati a Treia, la lista civica conclude: «Non deve chiedere molto lontano ma a destra può chiedere al consigliere Mozzoni e a sinistra il consigliere Castellani che erano presenti all’approvazione degli atti che sottendono al finanziamento e all’approvazione di tutti i progetti Pnrr, Sisma, Cis, Psr, Gal ecc. che riguardano: i poli scolastici di Treia, Passo Treia e Chiesanuova (per un valore di circa 30 milioni di euro), il recupero di Villa Spada e del suo parco (circa 15milioni di euro), il recupero del palazzo comunale (quasi 6 milioni di euro), la messa in sicurezza e recupero del civico cimitero (quasi 6 milioni di euro), il ripristino del convento e della chiesa del Santissimo Crocifisso (per quasi 15 milioni di euro), le riqualificazioni degli impianti sportivi di Tria e Chiesanuova(quasi 3milioni di euro); la sistemazione dell’intera rete stradale (quasi 10 milioni di euro), l’Accademia georgica e l’ ex Ipsia, le mura castellane e i selciati del centro storico (circa 10 milioni di euro); l’edilizia popolare(2,5 milioni di euro) e la musealizzazione archeologica dell’area ex Trea romana (circa 2 milioni)».
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