«Suo nipote è nei guai»:
scoperte 40 truffe per 200mila euro:
arrestate due persone

INDAGINE - In manette due campani. Avrebbero compiuto undici raggiri nel Maceratese e 17 nell'Anconetano sempre con lo stesso modo di agire. Operazione dei carabinieri. Tutto è partito dalla denuncia di una 83enne di Osimo

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Le indagini sono state svolte dai carabinieri della Compagnia di Osimo (Archivio)

Due arresti e 40 truffe scoperte, tutte messe a segno ai danni di anziani per la maggiore parte (circa una trentina) tra Anconetano e Maceratese.
E’ questo il bilancio a seguito delle indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Osimo, avviate lo scorso novembre. Tutto era iniziato quando una 83enne osimana, contattata al telefono da un fantomatico maresciallo dell’Arma, si era vista chiedere, e aveva consegnato, gioielli del valore di 500 euro, necessari per pagare una presunta sanzione per una contravvenzione al codice della strada commessa dal nipote. Partendo da questo episodio subito denunciato, le indagini dell’Arma hanno permesso di scoprire come i due complici di quella truffa, un 38enne e un 45enne campani, a decorrere dai primi giorni di novembre 2023 e in soli quattro mesi, si fossero però resi responsabili di ben 40 truffe tutte nei confronti di anziani, prevalentemente donne che vivevano da sole.
I raggiri, 37 consumati e 3 tentati, sono stati messi a segno con lo stesso modus operandi, ormai tristemente noto: un complice, con base a Napoli, contattava le vittime su un telefono di rete fissa e, dopo essersi qualificato come maresciallo dei carabinieri, finanziere, oppure come dipendente di un ufficio postale, riusciva a convincere le vittime che avrebbero dovuto consegnare a un collega soldi o gioielli, necessari per pratiche burocratiche, spese legali o risarcimenti, per incidenti stradali causati da qualche loro parente, ma in realtà mai avvenuti.

Il ruolo delle due persone arrestate era proprio quello di recarsi a case delle donne e prelevare le somme di danaro o gioielli, fino al valore della somma precedentemente pattuita dal complice al telefono. Mentre uno dei due faceva da autista e “palo”, l’altro si occupava materialmente della riscossione, per poi dileguarsi.

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La mappa

Sono ancora in corso le indagini volte a identificare i complici che si occupavano di fare le telefonate, sempre molto attenti nell’utilizzare schede Sim ogni giorno differenti e intestate a persone inesistenti o completamente estranee ai fatti e talmente abili da convincere le vittime a fornire anche il numero di telefono cellulare sul quale un altro complice, in tante occasioni, faceva un’altra chiamata in modo tale che, con tutte le utenze telefoniche occupate per qualche minuto, per le vittime fosse impossibile qualsiasi altra comunicazione con l’esterno e scoprire dunque che tutto ciò in realtà era una truffa.
L’importo delle somme indebitamente sottratte si aggira, nel complesso, intorno ai 200mila euro e non è coperto da assicurazione.
Per le trasferte dalla Campania, i carabinieri hanno scoperto che venivano utilizzati veicoli sempre differenti, prevalentemente auto di grossa cilindrata prese a noleggio.
I quaranta reati contestati sono stati commessi in varie regioni: Marche, Abruzzo e Puglia, interessando diversi comuni.
Per quanto riguarda la nostra regione, ben 17 truffe sono state commesse nella sola provincia dorica: 2 Ancona; 3 Fabriano, 5 Jesi; 1 Osimo; 1 Falconara; 1 Montemarciano; 2 Loreto; 1 Filottrano; 1 Cerreto d’Esi. Nella provincia di Macerata sono state 11: una a Macerata, due a Castelraimondo, una a Caldarola, una a Corridonia, una a Matelica, tre a Recanati, una a Potenza Picena e una a Cingoli. Nelle Marche una truffa è stata compiuta anche a Urbino.
I due truffatori, una volta individuati, sono stati raggiunti a Napoli. Qui, i carabinieri del Norm di Osimo con i colleghi delle Compagnie di Napoli Centro e Napoli Bagnoli, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di truffa aggravata continuata, commessa in danno di persone anziane. Entrambi gli arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dopo il fotosegnalamento, sono stati rinchiusi nella casa circondariale napoletana di Poggioreale.



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