Alberto Cicarè (Strada Comune – Potere al Popolo)
«Renna dice che sono follia le zone 30, Ci pare invece che sia follia buttare milioni di euro in fantomatiche piste ciclabili che nessuno percorre in bicicletta. La strada scelta dall’amministrazione è quella delle telecamere e degli autovelox, in una visione tutta repressiva della società». Sono le parole con cui Alberto Cicarè, consigliere di Strada in Comune a Macerata. risponde all’assessore Paolo Renna il quale aveva espresso la sua contrarietà alla zona 30.
«Quando l’assessore Renna – prosegue Cicarè – a nome dell’Amministrazione bolla come follia le zone 30, prende una netta posizione ideologica contro una tendenza in atto nelle più avanzate città italiane ed europee, ma compie anche un atto di arroganza, chiudendo la strada (è proprio il caso di dirlo) a ogni tipo di discussione. E invece le zone 30 e gli interventi di moderazione del traffico sono proprio il contrario: necessitano di un percorso di conoscenza, informazione e condivisione.
La ciclabile a Macerata
Occorre chiarire un concetto: le zone 30 non sono uno spauracchio che limita la velocità in tutte le strade della città, ma consistono in una serie di interventi su determinate vie e zone, per aumentarne la sicurezza e la vivibilità. Sono uno strumento che va applicato dove serve di più e dove si può fare, discusso con gli abitanti e gli operatori economici. In una città come Macerata che praticamente è al punto 0 su questo versante, non si possono introdurre dall’oggi al domani, ma studiate facendosi accompagnare da esperti. A Olbia, dove il sindaco di centrodestra le ha introdotte con successo, il percorso è stato facilitato dal massimo esperto in campo nazionale, l’architetto Matteo Dondè. Quindi, si tratta di una scelta verso un diverso modo di vivere la strada e la città, ma nessuna dittatura o pazzia».
Il consigliere analizza quindi la scelta di investire sulle ciclabili: «Qui a Macerata ne abbiamo esempi significativi, dal fantasma della Ciclabile di Macerata costata circa 200mila euro, ai 3 milioni di euro di fondi sisma destinati a costruire un anello ciclabile intorno alla città e che ha già suscitato tante polemiche, ai 5 milioni di euro di fondi europei che la comunità montana ha impiegato per riempire l’entroterra maceratese di cartelli per percorsi cicloturistici che qui a Macerata ti fanno passare allegramente per le Fosse, per dire.
Invece gli strumenti di moderazione del traffico sono relativamente poco costosi, perché consistono in interventi puntuali sulla sede stradale per disincentivare la velocità, in modo che in quelle strade lo spazio sia condiviso e più vissuto».
Valencia
Cicarè propone come esempio Valencia: «Le auto sono forzate ad andare piano e la strada diventa uno spazio che si riprendono le persone. Tra l’altro, si possono creare anche più parcheggi se la sede stradale viene ridotta e/o resa più tortuosa. Corso Cavour, ad esempio: adesso è il regno del caos. Una strada centralissima a 3 corsie che diventa spesso a una corsia per la sosta selvaggia. Dove ci sono scuole e università, negozi e uffici. Dove la velocità delle auto è resa spesso bassissima dall’intasamento, ma dove i pedoni corrono grandi rischi ad attraversare se la strada è libera. Se questa anarchia fosse regolata, creando un percorso che stringendo la carreggiata crei spazi per nuovi posti auto, dehors per i negozi, sosta per il carico e scarico, non sarebbe tutto più democratico e funzionale? E poi nei quartieri: interventi per far capire ai conducenti delle auto che si entra in zone dove c’è una vita sociale, dove i bambini e i nostri anziani possono giocare e camminare senza l’incubo di auto che sfrecciano».
Conclude contestando la scelta delle telecamere e degli autovelox: «E’ stata la stessa Polizia Municipale a riferire che gli incidenti stradali in città sono in continuo aumento. Le cause sono evidentemente l’eccessiva velocità e la distrazione al volante. Le telecamere ti possono scovare dopo l’incidente, ma il danno è fatto ormai.
E poi, affermare come fa l’assessore Renna che le zone 30 aumentano l’inquinamento perché le auto sono costrette ad andare più piano, citando uno studio di Quattroruote, è un po’ come riportare un’indagine sulla castità affidata a Pornhub! Per dire, questa indagine di Altroconsumo dice tutt’altro.
Quindi, se questa Amministrazione è totalmente contraria alle zone 30, e se Salvini ha trovato l’ennesimo nemico da combattere per ritagliarsi uno spazio di visibilità, è bene cominciare in città una discussione e un approfondimento, aspettando tempi migliori in cui interventi come questi possano essere veramente attuati».
«A Macerata i primi autovelox fissi nelle tre strade dove si corre di più. Zone 30? No, grazie»
La pista ciclabile, che non esiste, o meglio vi sono solo i cartelli e le pensiline vuote, è un altro grande successo della giunta Parcheggiaroli. Negano sempre l'evidenza. Bravo Cicare'
Cicarè, è troppo avanti per una città come Macerata ai maceratesi datati piacciono queste scelte..
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Rilevo che su questi temi (velocità e telecamere), stranamente, non si parla mai di via Trento, che sembra la pista di Monza, per come tutte le auto la percorrono, con l’impossibilità per i pedoni di attraversare i due passaggi pedonali (che dal parcheggio consentono di salire a C.so Cavour) senza rischiare di essere travolti!
E non ho mai visto, dico MAI (e la percorro tutti i giorni, anche più volte), una pattuglia della polizia urbana (né di altre forze dell’ordine) in quella via!!!
Seguendo i molti cartelli stradali che indicano fantomatiche piste ciclabili si penserebbe di stare in qualche paese del nord dedito alla mobilità ciclistica. Ma in realtà aldilà delle chiacchiere non è stato fatto ancora assolutamente nulla di nuovo. Aspettiamo fiduciosi…
Io penso che intorno alle zone 30 si stia dicendo una quantità di caz…e senza precedenti! Quello che pochi sottolineano è che le auto -soprattutto quelle con il cambio manuale-, a 30 all’ora, hanno un rendimento peggiore rispetto a 50 e quindi hanno un consumo specifico più alto che va moltiplicato per un tempo di utilizzo maggiore… e quindi inquinano di più!
Quindi voler dare dei risvolti di sostenibilità alla cosa mi pare una forzatura. Occorre più educazione -stradale e civica-, non stringere le maglie di un limite, creando peraltro il presupposto per l’ennesima raccolta fondi, come la civilissima Bologna ha dimostrato essere possibile fare, fin dal primo giorno di attuazione della norma.
fare piste ciclabili in una città in collina non lo avrebbe pensato neanche un asino. poi al ragazzo packistano che ha messo il kit per sbloccare la bici elettrica fanno 6000 euro di multa! come ci vai in salita se non hai la bici elettrica? e come fai a non sbloccare i 25 km all’ora? poi se il ragazzo andava come un pazzo è un altro discorso…
Bene si tutti a 30 km orari così già si circola male a macerata poi sarà sempre tutto intasato. Cicare’ non perde mai occasione per tacere
… Il Rangifer tarandus maceratinus, spesso stanziale, schiva il migrante; si sposta oltre il suo areale, quasi in una Serra, e quando è giovane, supera per brevi momenti i 60 o 70 orari, quelli lenti li ignora, le strisce per lui sono solo animali della savana (…visti solo in certi documentari); è sempre attento, scova il cibo anche sotto la neve grazie al potente olfatto, e, quando non vi riesce, installa duecento telecamere affinché il vicinato dorma tranquillo, nell’attesa del padrone vestito di rosso e bianco…Una vera Renna maceratese!