Il Garante regionale dei diritti della persona, Giancarlo Giulianelli durante la conferenza
di Alberto Bignami
«Se avessimo avuto una segnalazione specifica, forse sarebbe stato possibile fare qualcosa. Resta la tragedia e la necessità di chiarire cosa realmente sia accaduto. La procura della Repubblica di Ancona, come noto, ha aperto un fascicolo e siamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso. Non mancheremo, comunque, di continuare ad attenzionare la situazione. Convinti che lo si debba fare ogni giorno e non con uscite sporadiche solo quando accade una tragedia».
E’ quanto ha affermato il Garante regionale dei diritti della persona, Giancarlo Giulianelli, durante la conferenza stampa organizzata per fare il punto sulla situazione degli istituti penitenziari marchigiani, anche alla luce delle tensioni e del suicidio del 25enne Matteo Concetti, che negli ultimi giorni hanno interessato il carcere di Montacuto.
«Sono disponibile a qualsiasi tipo di confronto che, anzi, sarebbe da avviare al più presto tra tutte le parti interessate – ha detto -. Sempre convinto del pieno diritto che appartiene anche ai detenuti di ricevere le cure necessarie, il supporto e il sostegno per il loro futuro reinserimento nella società».
Giulianelli ha sottolineato come «oggi, in virtù della riforma del 2008 – ha rimarcato -, le due strutture “sanità penitenziaria” e “direzione del carcere” sono separate. Questo implica che il direttore non è a conoscenza né può pretendere di esserlo, per ragioni di privacy, della cartella del detenuto. Ciò crea a volte dei cortocircuiti per i quali, purtroppo, a farne spesa è il detenuto. Cose che devono essere evitate e, per rendere possibile ciò, bisogna che i “due mondi” tornino a parlarsi».
Il carcere di Montacuto
Il garante ha poi affrontato il tema del sovraffollamento «che interessa, ciclicamente, soprattutto gli istituti di Villa Fastiggi a Pesaro e Montacuto ad Ancona; dalla carenza di personale in tutti i settori; dalle criticità strutturali fino ai problemi legati appunto alla sanità, su cui pesa inevitabilmente anche un’evoluzione del tipo di patologie con particolare riferimento a quelle psichiatriche».
Circa il sovraffollamento «c’è un ricorso alla misura del carcere che è eccessivo. A Montacuto, ad esempio, su 332 detenuti, la metà circa è in attesa di primo giudizio. Significa che un buon 50% è in misura cautelare. Possibile – si chiede – che tutti questi 155 detenuti siano socialmente pericolosi? Io penso di no. Credo che una buona parte – spiega – possa accedere a misure alternative agli arresti domiciliari. Per quanto riguarda gli altri 180 – aggiunge -, possibile che nessuno possa accedere a misure alternative quali l’affidamento in prova ai servizi sociali, la semidetenzione, o quella domiciliare. Su questo, occorrerebbe fare una grande riflessione, tenuto conto che la popolazione detenuta in Italia si aggira complessivamente a 60.166 detenuti».
Giancarlo Giulianelli
Per quanto riguarda l’inadeguatezza delle strutture «L’abbiamo detto a chiare lettere – specifica Giulianelli – che quelle esistenti avrebbero bisogno di interventi sostanziali e che almeno una, quella di Fermo, andrebbe definitivamente chiusa visto che è inidonea ad ospitare un carcere. Come abbiamo aggiunto che la chiusura, dopo il terremoto, della struttura di Camerino – ha sottolineato – rende ormai necessaria la messa in essere di un nuovo istituto in provincia di Macerata».
Tornando dunque alla questione legata all’applicazione, dove ci siano le condizioni, delle misure alternative, che permetterebbe un decongestionamento delle strutture «il Garante – prosegue Giulianelli – non ha ovviamente possibilità di porre soluzione concreta a queste problematiche, se non per quanto riguarda il fatto di farle emergere e renderle oggetto di confronto. L’Autorità di garanzia monitora, parla con i detenuti, accoglie le segnalazioni e le richieste – ricorda – che le vengono sottoposte, verificando le situazioni e cercando di fornire risposte adeguate. Questa è la sua funzione, che viene svolta quotidianamente attraverso un’interlocuzione continua, il lavoro degli uffici deputati, la progettazione delle attività trattamentali che hanno un ruolo importante nella vita di detenuti. Ne abbiamo sostenute diverse già esistenti, ne abbiamo proposte di nuove, altre ancora ne verranno attivate per il nuovo anno, perché anche in questa direzione il nostro lavoro continua».
Il carcere di Montacuto e la Polizia Penitenziaria (Archivio)
Infine, per quanto riguarda la carenza di personale, «è sotto gli occhi di tutti. La polizia penitenziaria lo ricorda ogni giorno».
Carenze e disfunzioni che sono evidenti anche per quanto riguarda l’ordinaria gestione del settore: «l’aumento, poi, delle patologie psichiatriche e delle tossicodipendenze – ha concluso – rende improcrastinabile un intervento deciso in termini di personale e strutture da attivare. Una sola Rems per le Marche, con una ventina di posti a disposizione, non basta più, non è più in grado di assorbire tutte le richieste. Ne andrebbe attivata almeno un’altra, magari da creare all’interno di un istituto con un adeguato supporto di personale specifico. Per quanto riguarda le tossicodipendenze va previsto, senza dubbio, un potenziamento del Sert».
DATI ISTITUTI PENITENZIARI – Al 31 dicembre 2023, come si evince dal report mensile del Ministero di Giustizia, erano complessivamente 919 (311 stranieri e 24 donne) i detenuti presenti nei sei istituti penitenziari delle Marche, per una capienza di 837 unità. Di questi, 703 con condanna definitiva, 136 in attesa di primo giudizio, 80 con condanna non definitiva (41 appellanti, 26 ricorrenti, 13 misti), 41 in semilibertà (di cui 8 stranieri)
Andando ad un esame per singola struttura, partendo dai due istituti del capoluogo regionale, a Montacuto le presenze erano pari a 332 unità (116 stranieri) su una capienza regolamentare di 256, mentre a Barcaglione erano 91 (37) su 100 posti disponibili. Per quanto riguarda Marino del Tronto di Ascoli Piceno i detenuti ospitati erano 104 (24) su 103, a Fermo 50 (20) su 43, a Villa Fastiggi di Pesaro 255 (112 stranieri e 24 donne) su una capienza di 153.
Infine, Fossombrone con 87 detenuti di cui 2 stranieri per 182 posti disponibili, ma va sempre considerato il reparto chiuso per ristrutturazione.
Dati che sostanzialmente vanno a confermare il sovraffollamento soprattutto a Villa Fastiggi e Montacuto.
Se invece di mettere altra carne al fuoco gli si dacesse un buon stipendio , si motiverebbe a lavorare bene e nn sarebbero più costretti ad "arrangiarsi" in qualsiasi modo come quasi tutti i lavoratori di questo paese di Magari qualcosina potrebbe migliorare
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Ottima analisi. Questa situazione disastrosa e incivile viene continuamente aggravata, e non da ora, da una legislazione penale demenziale e populista, emergenziale e speciale che produce nuove fattispecie di reato e pene più severe, con buona pace dei principi “classici” che dovrebbero ispirare il legislatore. Dal famigerato decreto rave al nuovo reato di “rivolta in carcere” c’è l’imbarazzo della scelta. Stendo un velo pietoso poi sulla triste fine dei lavori della commissione presieduta dal Professor Glauco Giostra per la riforma dell’ordinamento penitenziario, ai tempo del Governo Gentiloni, Ministro Guardasigilli Andrea Orlando. Incombevano le elezioni e il Ministro pensò bene di essere anticiclico rispetto all’onda populista e securitaria…mali che vengono da lontano e che nessuno ha la volontà di risolvere
Bella la ripartizione tra stranieri e donne. Quindi ‘stranieri’ è sinonimo di ‘uomini’? Oppure no?
Il problema sovraffollamento delle carceri in ITALIA e nelle MARCHE è determinato dagli immigrati che delinquono 3/4 volte di più, basta leggere le statistiche: MARCHE 311 su totale di 919 = 33,84% con punte massime a VILLA FASTIGGI PS addirittura del 43,92% 112 su 255 ed a MONTACUTO AN con il 34,93%.
Capienza regolamentare carceri MARCHE = 837: se si riducesse del 50% i carcerati immigrati = 155 dal totale attuale di 919 si scenderebbe a 764 sotto la capienza massima disponibile senza costruire nuove carceri né aumento di personale.
Come? Con accordi di reciprocità ed espulsioni verso i Paesi di provenienza. Ma se non si riducono gli arrivi degli irregolari ai confini marittimi del sud e terrestri a nord-est il problema sovraffollamento carceri ma soprattutto l’insicurezza dei cittadini rimarranno.
A proposito di insicurezza, una settimana fa a Civitanova in viale IV Novembre, lungomare nord, immigrati nordafricani, sicuramente irregolari, hanno occupato appartamenti in due condomini, dimostrando conoscenza del fatto che i proprietari, residenti altrove, li utilizzano nel periodo estivo, facendo diversi danni ma ancor di più allarmando le poche famiglie residenti stabilmente. Nonostante una testimone residente abbia chiamato le FF.OO., al loro arrivo gli occupanti sono riusciti per diversi giorni ad allontanarsi per poi rientrare tranquillamente anche di notte lasciando nella paura i residenti. E’ solo uno dei tanti episodi successi.