I carabinieri mettono i sigilli
I dipendenti lavoravano con prodotti chimici ma non c’era impianto di aereazione, non avevano avuto una formazione per il lavoro che svolgevano, non c’era sorveglianza sanitaria: questo in una azienda di Trodica di Morrovalle che svolge attività di verniciatura e spazzolatura di parti di calzature. La ditta è stata sequestrata dopo una indagine dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata, diretto dal maresciallo Martino Di Biase.
I militari avevano fatto un primo controllo nell’azienda, rilevando criticità relativamente alle gravi condizioni di salute e sicurezza a cui erano esposti i dipendenti (quindici quelli identificati). Secondo gli accertamenti svolti dai militari chi lavoravano nella ditta, di proprietà di due italiani di origine pakistana, non aveva alcuna tutela in materia di salute e sicurezza. In un primo momento l’attività è stata sospesa fino alla regolarizzazione delle prescrizioni amministrative e penali contestate dai carabinieri. Nei giorni successivi, i titolari dell’attività, incuranti del provvedimento di sospensione hanno proseguito l’attività. I carabinieri hanno svolto un nuovo controllo e accertato che nella ditta si continuava a lavorare nello stesso modo. A quel punto, in accordo con la procura, è stato fatto il sequestro preventivo dell’azienda del valore di circa 300mila euro.
Sequestro poi convalidato nei giorni scorsi. I titolari sono stati denunciati per le gravi violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro poiché non era stato rispettato il provvedimento di sospensione e, pertanto, i datori di lavoro continuavano a far operare i propri dipendenti nonostante non fosse stato designato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, non fosse stato nominato il medico competente, non fossero stati consegnati ai lavoratori i previsti dispositivi di protezione individuale, non fossero stati sottoposti a sorveglianza sanitaria e risultassero privi di formazione e informazione. I lavoratori operavano, inoltre, senza impianto di aereazione nonostante risultasse la costante esposizione a prodotti chimici.
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CITTADINI ITALIANI DI ORIGINE PAKISTANA:
nonostante le diverse gravi carenze riscontrate ad un primo controllo per sicurezza e salute dei dipendenti e le indicazioni fornite per la regolarizzazione, tutto è proseguito come se nulla fosse accaduto durante un secondo controllo, a questo punto come hanno ottenuto la cittadinanza italiana le normative, che non conosco, dovrebbero prevedere la perdita della cittadinanza ed anche l’espulsione in PAKISTAN dove forse le regole sono meno rigide delle nostre.
Errare humanum est, perseverare diabolicum, dicevano i latini.
Meno male, che ce so arrivati prima, una di quelle che avrebbe scaricato merda, alla prossima piena. Avranno capito, dove, e chi cercare ?