di Monia Orazi
Il fascino del tartufo e le leggende della Sibilla, raccontate da Carlo Cambi, al fresco dell’antico mulino di Muccia, diventato un centro multimediale di informazione turistica connesso alla Croazia: è stata tutto questo la “prima” di Terre del Tartufo, l’evento itinerante voluto dall’unione montana Marca di Camerino in collaborazione con Tipicità per promuovere lo scorzone, il tartufo nero estivo che si trova in abbondanza nel territorio tra Visso e Camerino. La Muccia che è stata riposa silenziosa affacciandosi sul fiume, aspettando la ricostruzione, ma quella parte di piazza che termina nell’antico mulino restaurato è più viva che mai.
Carlo Cambi
Un progetto quello di rendere Muccia “la porta dell’Appennino” per un turismo lento e sostenibile reso possibile dagli investimenti del progetto Interreg Italia-Croazia 2014-2020 “Boost5, sul tema del turismo sostenibile, per la valorizzazione turistica dei beni culturali.
Così l’antico mulino Da Varano, completamente restaurato si è trasformato in Osic (one stop information center), nell’ambito di un altro progetto europeo, il “Made in Land” che ha visto come partner tecnico della Regione l’università di Camerino.
«Le Marche hanno il difetto di avere una scarsa convinzione del loro valore – ha detto Carlo Cambi – l’insalata alla Rossini è stata inventata dal popolare musicista, il tartufo nero del territorio stravince sul bianco, è molto più diffuso e resiste al calore, si può gustare anche con gli spaghetti. La sua storia parte dall’antica Roma, nel Medioevo venne definito il “cibo del diavolo”, le stesse Sibille si nutrivano di tartufi, in epoca romana venivano considerate come fate buone».
Alessandro Gentilucci (a sinistra) con Angelo Serri
Ha aggiunto il presidente dell’Unione montana, Alessandro Gentilucci: «Queste reti rosse accomunano i nostri comuni nella ricostruzione del territorio, ma nonostante questo puntiamo sulle nostre eccellenze, per avere opportunità di rinascita dopo gli eventi sismici. La manifestazione “Terre del tartufo” sarà itinerante come suggerito dall’amico Sauro Scaficchia, si parte da Muccia e saranno toccati gli altri comuni, a febbraio ci sarà anche un evento sulla neve, la conclusione della manifestazione itinerante sarà a Pieve Torina. Il valore aggiunto di eventi come questo è il territorio, sono i prodotti locali a fare la differenza, nelle preparazioni con il tartufo e nell’aperitivo proposto con l’azienda Varnelli, stiamo rafforzando la direttrice con Civitanova e Foligno, nel nome del tartufo».
Gli ha fatto eco il sindaco di Muccia Mario Baroni: «Vogliamo portare le persone a visitare questi luoghi, tramite il servizio svolto dall’Osic nel mulino e Terre del tartufo contiamo di riuscirsi, crediamo nel turismo e ci puntiamo. Ci vorranno anni per riavere le case, ci sono problemi come il caro prezzi, non si riesce a trovare le imprese, ogni volta c’è un problema nuovo, cerchiamo di risolverli piano piano. Le imprese stanno tornando, perché con la chiusura del 110 il lavoro è diminuito, dunque si riversano qua. Dopo anni fuori cercheremo di fare il possibile per far rientrare le persone». Sono intervenuti i sindaci del territorio, il presidente del Parco dei Sibillini Andrea Spaterna, a condurre l’evento a cui è seguito un intrattenimento musicale il patron di Tipicità, Angelo Serri.
Angelo Serri (a sinistra) con il sindaco Mario Baroni
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Per motivi tecnici ho letto con ritardo ciò che ci dice Carlo Cambi, una firma di dovuto rispetto. Infatti, il guaio della Marche e del Maceratese è che abbiamo una tavola troppo imbandita e quindi non la consideriamo degna di essere fatta “mangiare” dai sicuri appetiti del turismo europeo e magari pure internazionale.
I Britannici si inventao che nel Loch Ness ci sia un “mostro”, rimasuglio di un’epoca in cui l’Uomo non era, e subito milioni di turisti ci si riversano per sognare di vederlo in quelle cupe acque (quelle sì che sono interessanti).
Noi abbiamo la Cappella Palatina di Carlo Magno in quel di San Claudio e politici, universitari e storici snobbano, con i contradaioli di San Claudio che ci combattono, fingono di non conoscere le tesi dello scopritore Giovanni Carnevale, che invece sono conosciute da alcuni storici in Italia e che vengono ormai citate sempre di più sulla stampa estera.
I turisti francesi che vengono a San Claudio, chiedono del mulino medievale di Sarrocciano e lo trovano chiuso in quanto privato… Politici oculati provinciali lo avrebbero dovuto acquistare quando era in vendita.
Avremmo un tour delle chiese carolinge partendo dalla Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti e, passando per San Claudio e per San Vittore alle Chiuse, termineremmo con Santa Croce dei Conti Atti a Sassoferrato. Andando pure, volendo, in quelle carolinge dell’Anconetano e del Fermano. Un ntour che dovrebbe nel contempo apprezzare ciò che di eccellente abbiamo per il palato…
Sono certo che un personaggio come Carlo Cambi, dotato di pieni poteri, ci darebbe una mossa per farci decollare definitivamente.