La prima di “Terre del tartufo”,
Carlo Cambi: «Le Marche?
Scarsa convinzione del proprio valore»

MUCCIA - All'antico mulino Da Varano, centro multimediale per il turismo, si è parlato anche della Sibilla. Oltre al giornalista, presenti il sindaco Baroni e il presidente dell'Unione montana Gentilucci: «La manifestazione sarà itinerante. Tra le iniziative un evento sulla neve a febbraio. Conclusione a Pieve Torina»

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terre-del-tartufo-2-650x488 di Monia Orazi

Il fascino del tartufo e le leggende della Sibilla, raccontate da Carlo Cambi, al fresco dell’antico mulino di Muccia, diventato un centro multimediale di informazione turistica connesso alla Croazia: è stata tutto questo la “prima” di Terre del Tartufo, l’evento itinerante voluto dall’unione montana Marca di Camerino in collaborazione con Tipicità per promuovere lo scorzone, il tartufo nero estivo che si trova in abbondanza nel territorio tra Visso e Camerino. La Muccia che è stata riposa silenziosa affacciandosi sul fiume, aspettando la ricostruzione, ma quella parte di piazza che termina nell’antico mulino restaurato è più viva che mai.

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Carlo Cambi

Un progetto quello di rendere Muccia “la porta dell’Appennino” per un turismo lento e sostenibile reso possibile dagli investimenti del progetto Interreg Italia-Croazia 2014-2020 “Boost5, sul tema del turismo sostenibile, per la valorizzazione turistica dei beni culturali.

Così l’antico mulino Da Varano, completamente restaurato si è trasformato in Osic (one stop information center), nell’ambito di un altro progetto europeo, il “Made in Land” che ha visto come partner tecnico della Regione l’università di Camerino.

«Le Marche hanno il difetto di avere una scarsa convinzione del loro valore – ha detto Carlo Cambi – l’insalata alla Rossini è stata inventata dal popolare musicista, il tartufo nero del territorio stravince sul bianco, è molto più diffuso e resiste al calore, si può gustare anche con gli spaghetti. La sua storia parte dall’antica Roma, nel Medioevo venne definito il “cibo del diavolo”, le stesse Sibille si nutrivano di tartufi, in epoca romana venivano considerate come fate buone».

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Alessandro Gentilucci (a sinistra) con Angelo Serri

Ha aggiunto il presidente dell’Unione montana, Alessandro Gentilucci: «Queste reti rosse accomunano i nostri comuni nella ricostruzione del territorio, ma nonostante questo puntiamo sulle nostre eccellenze, per avere opportunità di rinascita dopo gli eventi sismici. La manifestazione “Terre del tartufo” sarà itinerante come suggerito dall’amico Sauro Scaficchia, si parte da Muccia e saranno toccati gli altri comuni, a febbraio ci sarà anche un evento sulla neve, la conclusione della manifestazione itinerante sarà a Pieve Torina. Il valore aggiunto di eventi come questo è il territorio, sono i prodotti locali a fare la differenza, nelle preparazioni con il tartufo e nell’aperitivo proposto con l’azienda Varnelli, stiamo rafforzando la direttrice con Civitanova e Foligno, nel nome del tartufo».

Gli ha fatto eco il sindaco di Muccia Mario Baroni: «Vogliamo portare le persone a visitare questi luoghi, tramite il servizio svolto dall’Osic nel mulino e Terre del tartufo contiamo di riuscirsi, crediamo nel turismo e ci puntiamo. Ci vorranno anni per riavere le case, ci sono problemi come il caro prezzi, non si riesce a trovare le imprese, ogni volta c’è un problema nuovo, cerchiamo di risolverli piano piano. Le imprese stanno tornando, perché con la chiusura del 110 il lavoro è diminuito, dunque si riversano qua. Dopo anni fuori cercheremo di fare il possibile per far rientrare le persone». Sono intervenuti i sindaci del territorio, il presidente del Parco dei Sibillini Andrea Spaterna, a condurre l’evento a cui è seguito un intrattenimento musicale il patron di Tipicità, Angelo Serri.

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Angelo Serri (a sinistra) con il sindaco Mario Baroni

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