La festa a Unicam
di Monia Orazi
Laurea bagnata, laurea fortunata. La pioggia non ha fermato l’entusiasmo degli oltre trecento laureati Unicam che oggi pomeriggio hanno festeggiato con il lancio del tocco, la consegna della pergamena di laurea, avvenuta durante la cerimonia organizzata a Camerino, di fronte alla sede di Giurisprudenza, con una festa un po’ all’americana, a cui si è unito il discorso di saluto del rettore Claudio Pettinari.
Il saluto a Mimma Orpianesi, segretaria del rettore in pensione
La cerimonia si è aperta con un minuto di silenzio per le popolazioni e le vittime della recente alluvione nelle Marche. Subito dopo la voce di Maurizio Socci ha dato il via alla cerimonia.
«Dedichiamo questa giornata alle popolazioni che hanno sofferto, e che ci sono state vicino durante il sisma – ha detto il rettore -. Come loro hanno fatto con noi, ci mettiamo a loro disposizione. Come ateneo abbiamo disposto l’esonero dalla contribuzione studentesca, per coloro che provengono dalle aree alluvionate. Il nostro vuole essere un piccolo gesto, che sta a significare quella vicinanza che dà la forza di risollevarsi e ripartire, ricominciare un nuovo percorso. Noi siamo ripartiti sei anni fa, ed oggi eccoci qua. Vedere più di 300 ragazzi qui oggi, rispetto ai mille che si sono laureati quest’anno è qualcosa di unico ed emozionante». Il rettore poi si è rivolto ai neo dottori: «Oggi non siete qua a ritirare un pezzo di carta, ritirate qualcosa di più. Quel pezzo di carta vi ricorda pezzo di vita in Unicam, spero sarete sempre legati a noi. Si resta Unicam per tutta la vita, è una realtà diversa dalle altre. Sento troppo parlare di tecnologie, come se dovessimo preparare gli studenti a vendere o fare tecnologia. Noi forniamo conoscenza, la tecnologia la vendono altri, anche se è utile e servirà per affrontare il futuro, non vi farà avere un futuro migliore, è la conoscenza ad essere importante, è importante la capacità di costruire relazioni e legami. Dovrete realizzare legami ed essere vicini agli altri, riuscirete ad essere attori del vostro futuro. Abbiamo bisogno del vostro talento, senza non supereremo le sfide importanti che il mondo oggi ci presenta».
Prima di tutti sono saliti sul palco i neo pensionati Unicam, che hanno ricevuto una pergamena di ringraziamento dal rettore e dai prorettori: Giancarlo Calvanese Strinati, Marcella Cinti, Michele Aleffi, Paola Lucidi, Sante Morosi, Fiorella Paino, Pierluigi Rossi, Mimma Orpianesi storica segretaria del rettore Pettinari che ha accompagnato quattro rettori con la sua grande professionalità.
La novità di quest’anno è stato il messaggio che cinque studenti, uno per ciascuna scuola di Unicam, hanno lanciato ai loro colleghi, prima della consegna dei diplomi di laurea. Per Architettura ha parlato Giuliana Flavia Cangelosi, per Giurisprudenza Alessandro Polonara, Agnese Santanatoglia per Scienze del farmaco, Clarissa Albanese per Scienze e tecnologie, Zhu Zhengxue per Bioscienze e Medicina veterinaria.
«Non ho fatto che studiare per migliorare in tutti i sensi, in particolare per l’udito, ho dovuto studiare ancora di più per sentire tutti i suoni di questo mondo, all’università è importante non solo ciò che studiamo, ma ciò che siamo mentre studiamo», ha detto Giuliana Flavia Cangelosi. «L’ateneo di Camerino si è distinto per la prossimità ed il calore trasmessi e mostrati agli studenti in ogni circostanza di vita universitaria – ha detto Alessandro Polonara -. Grazie a loro siamo diventati dottori con D maiuscola, ci hanno sempre aiutato nella soluzione delle nostre problematiche».
Per Agnese Santanatoglia la sua “fantastica università” l’ha fatta sempre sentire al centro del percorso di studi e coinvolta in tantissime attività, sei mesi di Erasmus compresi: «Gli anni di studio mi hanno permesso di apprendere metodi e tecniche indispensabili per lo sviluppo delle mie capacità umane e professionali. L’auspicio è che questa giornata sia l’inizio di un brillante percorso lavorativo». Ha detto di essersi sentita non solo una matricola, ma all’interno di una grande famiglia, Clarissa Albanese: «L’anno più duro è stato il secondo, con la dad pensavo di non riuscire a stare al passo con gli studi. La vita non si può osservare solo dallo schermo, l’università va vissuta, camminando tra le aule, Unicam siamo noi studenti e tutto il personale dell’università». Ha ricordato i momenti difficili, il giovane studente Ju Jingsiu, che ha salutato la platea in inglese: «Le difficoltà ci hanno fatto apprezzare anche l’un l’altro anche di più».
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