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E’ Pesaro la capitale della cultura

TRIONFO - La città marchigiana scelta fra dieci candidate (tra cui Ascoli) col progetto "La natura della cultura". Matteo Ricci festeggia insieme al sindaco Marco Fioravanti: «Avevamo detto che avremmo condiviso la vittoria. Un successo dedicato a Kharkiv come noi città della musica Unesco». Macerata rientrò come finalista nel 2018 quando la scelta ricadde su Parma

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L'intervento di Lucrezia Ercoli all'interno dell'Audizione a
ps-ap

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci assieme al collega di Ascoli Marco Fioravanti pochi minuti dopo la proclamazione di Pesaro a Città della cultura 2024

di Laura Boccanera

E’ Pesaro la capitale della cultura 2024. Questa mattina l’annuncio della proclamazione da parte del Ministro alla Cultura Dario Franceschini. Pesaro l’ha spuntata sulle altre 10 finaliste, Ascoli, Mesagne, Siracusa, Viareggio, Chioggia, Grosseto, Sestri Levante con il Tigullio, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento e Vicenza con un approccio “corale” che riunisce anche i comuni della provincia e puntando su “la natura della cultura” come motto per il 2024. Il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceverà un milione di euro. Macerata rientrò come finalista per Capitale della cultura 2020 quando la scelta ricadde su Parma e anche Recanati fu protagonista nella terna finale per il 2018 con Trento e Palermo, sfiorando la vittoria andata al capoluogo siciliano.

Il sindaco Matteo Ricci che era presente a Roma per la proclamazione: «è una grande emozione per me e per la città che sta esultando, dedico, come già fatto in audizione, questa vittoria a Kharkiv, città della musica Unesco come noi». Presente al Ministero anche il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, altra città in gara delle Marche chiamato da Ricci al proprio fianco: «Ascoli è una città sorella, come noi marchigiana, avevamo detto che sarebbe stata una candidatura di gruppo e chiunque di noi avrebbe vinto avrebbe condiviso la vittoria quindi lo voglio qui vicino a me». Pesaro ha ideato per concorrere alla selezione per la Capitale della cultura l’idea di una “città orchestra”, nel nome di Rossini e pianificando un percorso denominato “La natura della cultura” per ripensare il sapere dell’uomo e la progettazione del domani. Di questa “orchestra” faceva parte anche la direttrice artistica del festival Popsophia Lucrezia Ercoli.

Una “visione” in cui tornare ad “abitare poeticamente il mondo” immaginando nuovi modi di abitare, nuove relazioni fra lo spazio ed il tempo connettendo ambiente naturale e ambiente culturale. Un concept che è piaciuto alla giuria presieduta da Silvia Calandrelli. Un boato da finale dei mondiali è scoppiato a Pesaro dove in streaming il vicesindaco Daniele Vimini stava assistendo assieme a parte della cittadinanza e dei promotori del progetto alla proclamazione. La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014 e ha tra gli obiettivi quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico.

L’assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini ha espresso grande soddisfazione. «Un grande orgoglio. «Non ci sono altre parole. Le Marche salgono sul gradino più alto. Faccio i miei complimenti a Pesaro per aver portato a casa un risultato così prestigioso: un’ottima progettualità improntata su natura e cultura. Ma sottolineo anche la bella corsa di Ascoli, altra finalista tra le dieci, arrivata ad un passo dalla vittoria. Le Marche sono state in grado di schierare ben due capoluoghi: un vero vanto – afferma l’assessore -. Le due città marchigiane sono riuscite a distinguersi a livello nazionale con pieno merito. Ma la vera sfida inizia ora. La Regione è pronta a sostenere entrambe le due città. Dobbiamo ripartire dalla cultura e possiamo farlo grazie alla qualità delle nostre proposte e dei nostri progetti. Vogliamo rilanciare le nostre Marche a partire dalle aree interne: rete e progettazione integrata saranno gli obiettivi strategici della politica culturale regionale per la rigenerazione dei borghi».

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