«La pistola l’ho trovata nel relitto di una barca al porto di Civitanova», questa la giustificazione di Carmine Annacondia, tranese, residente a Civitanova, per l’arma che la polizia ha trovato nella sua abitazione sabato e che ha portato al suo arresto. Tutto era però cominciato prima, con una minaccia che aveva fatto ad un suo ex dipendenti: «Tanto ti uccido, te e tuo padre» avrebbe detto il 44enne che lavora in un ristorante di Civitanova, di proprietà della moglie. Annacondia è finito in una indagine condotta dalla Squadra mobile di Macerata e dal commissariato di Civitanova nata proprio dalle presunte minacce che avrebbe fatto ad un ex dipendente.
Da qui la perquisizione e il rinvenimento di una pistola marca Bruni modello 92. Un’arma clandestina, senza numeri e contrassegni e con matricola probabilmente abrasa. La pistola ha la canna otturata e aveva un caricatore con una cartuccia priva di ogiva. Annacondia era stato arrestato e oggi dal carcere di Montacuto di Ancona ha partecipato via video alla convalida dell’arresto che si è svolta davanti al giudice Claudio Bonifazi.
Annacondia è assistito dagli avvocati Gabriele Cofanelli, Massimiliano Cofanelli e Gerardo Marcantoni. Nel corso dell’udienza ha detto che «siccome mia moglie ha un ristorante, ero andato al porto di Civitanova, circa un anno fa, a cercare degli oggetti da poter mettere nel locale. All’interno di una vecchissima imbarcazione, abbandonata, ho trovato la pistola». Questa la spiegazione data dal 44enne. Il giudice Bonifazi ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari per Annacondia. All’udienza di convalida di oggi doveva rispondere del solo reato di possesso di arma clandestina. L’uomo è inoltre indagato per le minacce.
(Gian. Gin.)
Minaccia un uomo, arrestato 44enne per detenzione di arma clandestina
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