Giornata indimenticabile quella di ieri per la camerte Nazzarena Barboni che ha ricevuto direttamente dalle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’onorificenza di ufficiale al merito della Repubblica italiana. Il riconoscimento le era stato conferito l’anno scorso, ma a causa del Covid la cerimonia al Quirinale si è tenuta nella mattinata di ieri.
«E’ stata una giornata che mi ha riempita di gioia, emozione ed immensa gratitudine – ha commentato Nazzarena Barboni -, nell’emozione che avete visto sul mio volto, c’è tutto. Ci sono anni di dolore, quel dolore che non passerà mai. Ci sono giorni in cui si cade, perché vedi famiglie disperate di bimbi che forse non ce la faranno. C’è un forte desiderio di rivedere quel figlio strappato via troppo presto dalla mia stessa carne, ma c’è anche la voglia di continuare a sorridere perché c’è un altro figlio prezioso che ha diritto di essere felice, poi c’è ancora tanto da fare in questo mondo. Grazie a tutti vi voglio bene». Dal dolore della perdita per il figlio Raffaello, è nata quattordici anni fa l’associazione che porta il suo nome, con la quale sono state portate iniziative a favore dei piccoli malati di tumore e delle loro famiglie, sia al Salesi di Ancona che altrove. «Queste onorificenze non sono per voi il premio. Il premio, lo sapete benissimo – ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – è costituito dalla soddisfazione di aver fatto quel che avete compiuto, dal ringraziamento di chi è stato aiutato, dal sorriso di chi è stato aiutato: questo è il vero ringraziamento. Questo è un ringraziamento che rappresenta davvero un arricchimento anche per chi compie questi gesti. Ed è il vero premio che avete conseguito. Ma a questo ringraziamento – quello delle persone che avete aiutato – vorrei aggiungere il mio: grazie per quanto avete fatto».
(M. Or.)
Un premio veramente meritato, ho una stima immensa per lei e per l'Associazione Raffaello.
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L’azione di questa Mamma, che non si è introvertita nel dolore, ma che ha aiutato altri “figli” ad avere speranza e magari a salvarsi, si aggiunge a quella di un popolo numeroso e quasi sempre sconosciuto, che opera il Bene, rendendo il Male meno contagioso e meno doloroso il Calice che stiamo bevendo e che lo dovremo bere ancora per molto tempo a causa delle nostre iniquità.