«Valutare l’assoluta utilità di realizzare classi esterne, dotate di banchi e cattedra posti all’aperto sotto un gazebo, almeno una classe esterna per ogni scuola dell’infanzia e primaria». Questa la proposta che Alessandro Marcolini del Pd porterà al prossimo Consiglio comunale di Macerata il 24 maggio. Il consigliere ha presentato sul tema un ordine del giorno che propone appunto almeno una classe all’aperto per le scuole dell’infanzia e primaria del Comune, «in concerto con le rispettive dirigenze scolastiche che rappresenteranno le relative esigenze e possibilità; il tutto con l’ottica di valorizzare anche i cortili scolastici», dice Marcolini nel documento.
Alessandro Marcolini
La premessa è che le scuole dell’infanzia e primaria del Comune hanno cortili e spazi verdi, non sempre utilizzati. E dato che «questa amministrazione, già con le Linee programmatiche dell’azione di governo in merito alle Scuole, tra le altre cose ha previsto che “si lavorerà per la valorizzazione dei cortili scolastici (in particolare quelli della scuola dell’infanzia e primaria), per garantire spazi verdi a disposizione degli studenti”, si ritiene utile realizzare classi esterne, dotate di banchi e cattedra posti all’aperto sotto un gazebo (almeno una classe esterna per ogni scuola). Tale iniziativa, già intrapresa da molti comuni in Italia, risulta essere assolutamente positiva, educativa e benefica per gli studenti, per il contatto con la natura e per accrescere le capacità sociali degli studenti, che messi in un contesto diverso da quello dell’aula scolastica sono spinti a stare in relazione con se stessi e con gli altri in modo differente, ed alcune attività aumentano la consapevolezza verso i temi del rispetto dell’ambiente. Si tratta – conclude Marcolini -, di una iniziativa che non prevede costi eccessivi, e che è di facile realizzazione; gli studenti delle varie classi, con programmata turnazione (organizzata dai vari plessi), potranno svolgere anche lezioni all’aperto, all’interno dell’area scolastica, in sicurezza».
(Fe. Nar.)
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Ma se è ‘assolutamente utile’ che ci sarà mai da valutare?