«E’ ora di stabilizzare i rider»
Protesta a Civitanova

MANIFESTAZIONE regionale della categoria che chiede un corretto inquadramento contrattuale. Domani nelle Marche tutti i presidi confluiranno alle 18 nella città costiera, davanti al McDonald

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Domani in tutta Italia sarà il “Nodeliveryday”, cioè il giorno di stop alle consegne a domicilio da parte dei rider. Una protesta che coinvolge anche il nostro territorio, dove i lavoratori precari delle consegne sono impiegati da oltre 400 negozi nelle Marche. L’invito ai clienti è di esprimere solidarietà alla loro battaglia non effettuando alcun ordine per dare un segnale forte alle piattaforma di consegna a domicilio. Da Ascoli Piceno a Pesaro ci saranno mobilitazioni, appelli e fotopetizioni che si concluderanno alle 18 con il presidio davanti al McDonald di Civitanova (via Silvio Pellico n. 1).

E’ questo un altro tassello della lunga mobilitazione per i rider sostenuta dal Nidil Cgil delle Marche in tutte le province. Una mobilitazione nata nel pieno dell’emergenza Covid, durante il lockdown, quando questi invisibili lavoratori sono diventati “eroi essenziali”, unici in grado di consegnare cibo, medicinali e spesa a tutte le famiglie e ai singoli costretti nelle loro case dalle limitazioni o dalla malattia stessa.

Le piattaforme per cui lavorano hanno sottoscritto un contratto con un sindacato di comodo, abbassando le tariffe e non rispettando le direttive della legge 128/2019, che prevede di dare ai Rider gli stessi diritti del lavoro subordinato. Il Nidil Cgil Marche, con questa mobilitazione, chiede una retribuzione oraria, in riferimento ai Ccnl, a partire da quello della logistica e quindi l’abolizione del cottimo, diritti e tutele in materia di salute e sicurezza sul lavoro. E ancora: diritti previdenziali, diritto a ferie, TFR e mensilità aggiuntive nonché diritti sindacali a partire dalla rappresentanza. Già da tempo la Giustizia italiana, prima attraverso il tribunale di Palermo, che ha dichiarato il rapporto dei Rider di Glovo come lavoro subordinato, poi quello di Bologna dichiarando discriminatorio l’algoritmo di Deliveroo e infine la Procura di Milano che ha condannato tutte le piattaforme a regolarizzare i rapporti di lavoro, ha sancito che l’attuale sistema di inquadramento dei rider è ingiusto.

Nelle Marche, le piattaforme che operano nel settore Delivery sono: Deliveroo (presente nella provincia di Pesaro, Ancona e in apertura a Macerata, Glovo (presente nella provincia di Pesaro e Ancona operante anche a Civitanova). E poi: Just eat (presente in tutte le province), Alfonsino ( presente nella provincia di Ascoli), Everli (ad Ancona e Pesaro).

Dichiara Rossella Marinucci, coordinatrice regionale Nidil: «E’ impossibile quantificare i lavoratori del settore poiché la forma contrattuale della collaborazione autonoma sfugge ad ogni possibilità di ufficiale censimento. E’ un’ attività partita come saltuaria, fonte di piccoli guadagni per studenti universitari ed è diventata, negli ultimi mesi, fonte primaria di reddito per centinaia di lavoratori, di ogni età, spesso espulsi da percorsi lavorativi più tradizionali a causa della crisi, che ne traggono il reddito principale e spesso l’unico». E’ sempre maggiore il numero dei ristoranti, pubblici esercizi e catene di supermercati (stimiamo un numero di 3/400 esercizi) che hanno aderito nelle Marche alle piattaforme presenti nella regione: alcuni utilizzano le piattaforme solo per intercettare gli ordini dei clienti che vengono consegnati da personale diretto ma si moltiplicano gli esercizi e i supermercati che utilizzano shopper e rider.



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