Da sinistra Mirco Loretoni, Patrizia Serfaustini e Maura Antonini
di Monia Orazi
«E’ una scuola diversa, senza abbracci e più fredda, ma grazie alla piattaforma elettronica che usiamo già dal 2015, si riesce a lavorare insieme. Certo non ci sono più i bisbigli e le parole dette a voce bassa tra i banchi, si parla a voce alta, ma siamo ripartiti, questo è fondamentale in una comunità come Visso, in cui la scuola è un punto di riferimento per la comunità e le famiglie. Speriamo che i numeri crescano altrimenti la scuola corre un grosso rischio». A tracciare un bilancio del primo giorno di scuola a Visso, all’indomani dell’avvio delle lezioni è la docente c. Questa mattina per rendersi conto della situazione le hanno fatto visita l’assessore alla Cultura di Visso, Patrizia Serfaustini, e Mirco Loretoni, consigliere delegato dal sindaco alla scuola. Non si è tenuta a causa delle norme anti contagio la consueta cerimonia di accoglienza del primo giorno, con i sindaci dei tre Comuni, Ussita, Visso e Castelsantangelo ed i ragazzi della terza media che accolgono i piccolini della prima elementare. Il terremoto, oltre alle difficoltà del Covid ha lasciato un segno sulle presenze che non affollano più le aule, come prima del 2016, quando gli iscritti sfioravano i 150.
A quattro anni dalle scosse ne rimangono un terzo e se non si corre ai ripari la sopravvivenza della scuola è a rischio. Due i fattori che si sommano: il costante declino delle nascite comune a tutta l’Italia e lo spopolamento accentuato dal terremoto. Considerando gli undici iscritti al nido, unico segno positivo di una ripresa della natalità, sono una cinquantina di piccoli alunni che frequentano le lezioni nel modernissimo edificio bunker, costruito dopo il sisma del 1997, che si è mostrato perfettamente idoneo ed ha perfettamente resistito alle scosse del 2016. Ci sono voci squillanti che provengono dalle aule, le porte sono decorate e colorate da disegni, campeggia un grande cartello di benvenuto, ma le norme anti-Covid non hanno reso possibile varcare la soglia dell’atrio della scuola. «Ieri è andata bene, i ragazzi rispettano tutte le regole, abbiamo messo tutti i segnali del distanziamento necessari. Certo non è la scuola di prima, è una scuola più fredda, nel senso che noi stiamo tutti a distanza, non stiamo insieme come stavamo prima, ma ovviamo lavorando con i computer, stiamo insieme in aula attraverso le piattaforme che usiamo a scuola, quindi gli alunni stanno distanziati ma con i documenti condivisi lavorano insieme», racconta la vicepreside Antonini. «Noi l’anno scorso con la Dad lavoravamo così, questa piattaforma ce l’abbiamo dal 2015, loro sono abituati, la prendono come una pratica normale. Prima la facevano da casa, ora in classe».
Inaugurazione nuovo asilo a Valfornace con il sindaco Citracca ed il parroco don Rafaiani
Il consigliere Loretoni a nome dell’amministrazione comunale ha espresso un augurio agli alunni: «di un buon inizio di anno scolastico, quest’anno non è andata come gli altri anni, ci sono meno spazi per loro. L’augurio è di lasciarci alle spalle questo periodo difficile e che il nuovo anno ci porti una nuova vita scolastica, all’insegna della normalità». Anche negli altri centri le cose sono filate lisce, tra mascherine multicolori ed entrate scaglionate per classe in orari diversi.
A Valfornace è stato inaugurato anche l’asilo, trasferito in un container di sessanta metri quadrati, realizzato a spese del Comune, per permettere agli alunni della primaria e della secondaria di primo grado, di avere lo spazio sufficiente a frequentare le lezioni. Al taglio del nastro sono intervenuti il sindaco Massimo Citracca, il vicesindaco Simone Marchetti, il parroco don Roberto Rafaiani. «Ringrazio i dipendenti del Comune e la ditta che ha svolto i lavori – ha detto Citracca -, da giugno si sono messi sotto per garantire la riapertura della scuola. La scuola per un centro come il nostro è fondamentale, significa ripartire con i più piccoli, sono loro il nostro futuro. Abbiamo realizzato a spese nostre il container per ospitare i bambini della materna, grazie a questi sessanta metri aggiuntivi riusciremo a garantire tutte le aule necessarie per la primaria e la secondaria di primo grado». Nel piccolo centro, anche grazie alla frequenza a tempo pieno, si è registrato un discreto aumento delle iscrizioni, ci sono un’ottantina di alunni iscritti.
A Esanatoglia la donazione delle borracce
A Muccia è stata l’assessore alla cultura Raffaella Trojani a portare il saluto dell’amministrazione comunale, ai piccoli della materna e della primaria, che hanno il privilegio di frequentare la bellissima scuola De Amicis, costruita grazie alla generosità della fondazione Andrea Bocelli ed altri importanti donatori. «Un primo giorno pieno di emozione, i bambini sono entrati divisi a seconda della classe, con le loro mascherine di vari colori – spiega l’assessore -. Ho letto nei loro occhi la gioia di ritrovarsi e di stare insieme, si respirava un bel clima, con la voglia di sedere tra i banchi e guardarsi negli occhi. Speriamo sia di buon auspicio per un anno scolastico sereno, in questo periodo difficile in cui non si può dare nulla per scontato». I lavori di spostamento di aule e banchi sono terminati a Muccia in tempo utile per l’inizio della scuola, il distanziamento è garantito, la mensa per garantire il rispetto delle norme sarà attiva su due turni. Ad Esanatoglia tutti gli alunni hanno ricevuto in dono, dai più piccoli ai più grandi, borracce per l’acqua, in modo da educarli al rispetto dell’ambiente, ed al risparmio delle bottigliette in plastica. A consegnarle i vertici dell’Avis locale, insieme al sindaco Luigi Nazzareno Bartocci ed al vicesindaco Deborah Brugnola.
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