Luciano Pantanetti
di Federica Nardi
«La Corte dei conti dovrebbe dirimere una diatriba che ormai va avanti da oltre tre anni. E’ una questione di competenza. Il Collegio dei revisori dei conti deve avere la stessa competenza del nostro ufficio. Due interpretazioni così discordanti sulla stessa questione mettono in difficoltà l’intero Consiglio comunale». A dirlo Luciano Pantanetti, presidente del Consiglio comunale di Macerata che è intervenuto in questi termini dopo l’esaustiva presentazione del bilancio consuntivo 2019 da parte dell’assessore Marco Caldarelli. Pantanetti ha poi specificato che il suo non è un rilievo politico (dato che il bilancio è materia dei tecnici).
Alcune delle obiezioni del Collegio dei revisori
Le cifre presentate sono estremamente positive. Basti pensare che le Casse comunali sono passate dai meno 2,7 milioni del 2016 ai quasi 7 (segno più) del 2019, con un utilizzo dell’anticipo praticamente azzerato mentre prima avveniva tutto l’anno. L’indebitamento del Comune però è aumentato. Ma per Caldarelli è indice degli investimenti fatti. Tra quelli evidenziati nella relazione anche le nuove scuole Dante Alighieri e Mestica (finanziate per lo più dal commissario alla ricostruzione e per una parte dal Comune) e anche la nuova palestra della scuola IV Novembre. Anche i residui attivi (cioè quell’insieme di soldi che il Comune deve riscuotere ma con esito incerto) restano alti. Ma il problema dei consiglieri tra ieri e oggi, quando si è votato, restano quei pareri ripetutamente negativi dei revisori. I revisori dei conti infatti continuano a dire no, ormai da tempo, su una serie di aspetti: il calcolo dei residui, il calcolo del Fondo rischi (dove c’è anche 1 milione di assicurazione sisma), i bilanci dell’istituzione Macerata cultura. Con gli uffici che dicono l’opposto del Collegio (cioè che tutto è fatto a regola d’arte tanto che gli atti arrivano con tutti gli altri pareri positivi) è ovvio che i consiglieri, anche di maggioranza, si trovino in difficoltà. Lo specifica ad esempio Paolo Micozzi del Pd: «Voterò a favore ma resta il fatto che sembra di stare in un cortocircuito», ha detto durante il suo intervento.
Caldarelli in difesa del lavoro degli uffici comunali chiama in causa un piccolo esercito di pareri, richiesti per sostenere la votazione di oggi. Uno su tutti quello del Centro studi Enti locali, che accusa il Collegio, tra le altre cose, di non valorizzare «tutti gli aspetti estremamente positivi emersi dai dati gestionali, esercitando un trattamento dei conti che non appare conforme alle risultanze contabili dell’Ente, pure ampiamente comunicate». E anche di «richiedere sempre un “più uno” rispetto a quello che gli Uffici elaborano».
Dopo la discussione di ieri oggi si è votato poco dopo l’inizio dei lavori. Sono passate tutte e tre le delibere relative al bilancio, con la maggioranza favorevole e le opposizioni contrarie. Nelle fila (sempre virtuali) delle minoranze oggi solo Andrea Marchiori (Lega), Riccardo Sacchi (Forza Italia) e Deborah Pantana (Idea Macerata).
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Sempre peggio quest’amministrazione.
La Giunta Carancini, nota universalmente per l’arroganza e le scelte sbagliate che hanno compromesso in questi ultimi 10 anni le possibilità di sviluppo della città di Macerata, ormai in seconda fila rispetto a Civitanova Marche ed ormai capoluogo di provincia solo formalmente, ma non più a livello sostanziale, si è distinta negli anni anche per uno scontro assurdo e costante con il Collegio dei Revisori dei Conti, visto come un avversario politico e non come un organo tecnico indipendente, chiamato ad esercitare il controllo contabile sull’Amm.ne Com.le e le società partecipate.
Il Collegio è stato trattato sprezzantemente ogni volta che ha rilevato anomalie e magheggi contabili, e le sue proposte di interventi correttivi non sono state accolte.
E non si tratta di sciocchezze di poco conto. Al contrario, oggetto di scontro sono stati e sono tuttora – solo per fare qualche esempio – il tardivo riconoscimento di debiti fuori bilancio (oltre 700.000 euro), la ridotta quantificazione del debito con la Nuova Via Trento spa (con la quale l’Amm.ne sta cercando a tutti i costi di arrivare ad una transazione favorevole per il Comune, anche servendosi di consiglieri che stanno di fatto lavorando per la controparte), gli accantonamenti per il contenzioso in essere, gli scarsi controlli sulle società partecipate (che avrebbero dovuto far emergere le pesanti situazioni sia del Cosmari che dell’APM, società quest’ultima che, a anche a seguito della folle acquisizione del Park Sì, comincia a presentare un indebitamento in crescita, superiore di 6 milioni di euro rispetto all’anno precedente).
Tutte questioni grosse, che sembra non interessino nessuno.