Pietrella vuole una nuova sfida:
«Cerco la squadra giusta»

CALCIO - Il 38enne ex Maceratese ed Helvia Recina ha salutato il Casette Verdini: «La volontà è quella di rimanere in Prima categoria, vorrei trovare un club in cui possa concludere la mia carriera»

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Michele Pietrella con la maglia dell’Helvia Recina

 

di Michele Carbonari

Ha esordito con la Maceratese nell’allora Serie C2 che era ancora un ragazzino, ora è in cerca di una squadra per concludere una lunga carriera. Alla soglia dei 38 anni, da compiere 15 dicembre, il jolly di centrocampo Michele Pietrella ha ancora molta birra in corpo e tanta voglia di giocare. Proprio ieri ha chiuso la sua ennesima esperienza calcistica, e da oggi si ritiene un giocatore libero. «La società mi ha contattato dicendomi che il nuovo allenatore aveva il desiderio di ringiovanire la rose e di conseguenza, essendo fra i più anziani, hanno fatto questa scelta. Io ero disposto a rimanere visto che lo scorso anno si era creato un gruppo molto forte e solido. Però mi sembra di aver intuito che la prossima stagione avverrà un ricambio generazionale, credo su richiesta del nuovo tecnico – esordisce Pietrella -. Qualche squadra mi ha già contattato, ma a nessuna ho dato la parola perché per correttezza aspettavo notizie dal Casette Verdini. Colgo l’occasione per ringraziare la società, il presidente Pasquali, mister Ruffini e i compagni, tutti si sono comportati in maniera esemplare. Immagino che da domani qualcun’altra chiamerà. La volontà è quella di rimanere in Prima categoria, al momento non valuto la Seconda anche per una questione di stimolo personale, visto che non l’ho mai fatta. Vorrei trovare una sistemazione che mi possa far fare la scelta giusta, in cui possa concludere la mia carriera. Non solo una stagione, magari anche due. In futuro mi vedo più come allenatore che come dirigente. Ho giocato tanti anni e quindi mi piacerebbe rimanere con il clima partita del fine settimana. Eventualmente, prenderò il patentino solo dopo aver appeso gli scarpini al chiodo».

Michele-Pietrella-1-318x400Classe 1982, Pietrella cresce nel settore giovanile della Rata con cui debutta in prima squadra e vi rimane per due anni. Poi il salto ad Avellino in C1, nel quale milita solo metà stagione prima di tornare in biancorosso in Serie D un altro anno e mezzo. Quindi il trasferimento a Monte Urano e il ritorno nei professionisti con il Tolentino, il Latina e l’Andria. Scende di nuovo in D al Morro d’Alba per tre campionati, prima di passare all’Aquila con cui vince il torneo e ritrova la C2. Poi il ritorno a casa, all’Helvia Recina nella sua Villa Potenza, che trascina dalla Prima categoria all’Eccellenza. Poi la separazione nella seconda stagione del massimo campionato regionale e l’approdo a Montecosaro: un solo punto in classifica in Promozione, Pietrella trascina i giallorossi ai playout (persi) e rimane anche la stagione successiva dopo il ripescaggio. L’anno scorso il campionato di Prima categoria al Casette Verdini. Nella lunghissima carriera, il centrocampista maceratese ricorda alcuni momenti. «Mi sono rimaste impresse le esperienze da giovane, soprattutto durante i provini con Milan e Juventus. Aver indossato un paio di partite la maglia della nazionale Under 16 o 17 è stato unico e particolare, di cui ho un aneddoto. Al campo c’erano dei bambini che volevano autografi chiedendo ad ognuno di noi la squadra in cui si giocava. I miei compagni rispondevano “Juve”, “Milan” mentre io rispondevo “guarda io gioco con la Maceratese…” – racconta Pietrella -. Mentre a livello calcistico mi hanno segnato le esperienze a L’Aquila, dopo il terremoto. Sono stato molto bene e sono stato trattato con i guanti bianchi. Lì ho conosciuto anche mia moglie. È una squadra che porto nel cuore per diversi motivi». Non è un goleador, ma alcune reti sono impresse nella memoria di Michele Pietrella.

Michele-Pietrella-2-300x400«Ai tempi de L’Aquila ricordo un gol molto importante contro il Chieti, che ci permise di agguantare la zona playoff. Era un periodo in cui giocavo poco e lo realizzai nei giorni del mio compleanno. Un altro importante l’ho segnato durante i playoff di Prima categoria con l’Helvia Recina ai supplementari, se non sbaglio contro l’Appignanese. Averla trascinata fino all’Eccellenza è stato motivo di orgoglio, anche se poi non ci siamo salutati nel migliore dei modi». Inevitabilmente il discorso non può che finire sul recente passato. Esattamente sul passaggio da Helvia Recina a Maceratese, per favorire la rinascita del glorioso club biancorosso del capoluogo, a pochi anni dal centenario. «Personalmente mi è dispiaciuto questo fatto. Sono stato protagonista della società della mia frazione e nel tempo siamo riusciti a portarla anche al di sopra delle proprie possibilità. Dispiace che questa storia si sia persa per strada. D’altro canto, essendo cresciuto nel settore giovanile della Maceratese dispiace che una società così importante sia solo in Promozione. Quella di cui facevo parte forse aveva persone più competenti».



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