I “Seven lives one cat”
tornano a suonare:
il messaggio di speranza

MACERATA - La band composta da Simona e Gabriele Mandò, David Sigona, Mauro Giustozzi, Luca Addei, Marco Sigona e Sergio Leombruni ha suonato "Another brick in the wall". IL VIDEO

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Passano gli anni, arriva il Covid 19 che costringe tutti al distanziamento ma le passioni restano e così, pur di assecondarle, si rivedono i sistemi organizzativi. Non cambia la musica, ma le sue forme tecniche di espressione. Tra queste c’era anche il piacere di condividere con il proprio gruppo musicale il momento dell’assieme nella sala prove o l’ emozione di un’esibizione live.

7lives-one-cat-1-325x215 Tra le passioni datate di un gruppo di amici maceratesi c’è appunto la musica e seppur ognuno per proprio conto impegnato nella sua professione – chi dirigente pubblico, chi medico, chi farmacista, chi impiegato e chi pensionato – nessuno si è voluto sottrarre al fascino della seconda delle sette arti e grazie alle moderne tecnologie informatiche, nelle lunghe ore di reclusione domiciliare, ha potuto continuare a condividere l’esercizio musicale con gli altri membri del complesso. I “Seven lives one cat” (un gatto e sette vite), sodalizio derivato da precedenti esperienze di appartenenza a gruppi musicali maceratesi che affondano radici addirittura nei lontani anni ’70, attraverso questo video dedicato alla famosissima canzone dei Pink Floyd, “Another brick in the wall”, in questo particolare momento storico di fragilità delle consuetudini, vogliono trasmettere il messaggio che «un muro non è sempre necessariamente un divisorio ma può diventare il sostegno di una ricostruzione. Un altro mattone nel muro è un altro passo avanti verso la certezza di una ripresa e verso la riduzione di quella distanza sociale ed affettiva tra noi esseri umani». La formazione dei “Seven lives one cat” è composta da Simona e Gabriele Mandò voce e chitarra solista, David Sigona voce e chitarra, Mauro Giustozzi e Luca Addei piano e tastiere, Marco Sigona basso elettrico e Sergio Leombruni alla batteria. Narrano – ma è solo una battuta, giusto per scherzare – che fino all’ultimo Marco Sigona abbia tentato di convincere il gruppo ad incidere “We are the champions”: nulla contro i Pink Floyd, ma pure il celeberrimo pezzo dei Queen poteva sembrare più vicino alle aspettative politiche del dermatologo Sigona prossimo candidato alle comunali.

(L. Pat.)

 



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