di Martina Marinangeli
Rock, pop, jazz e swing: è tutta un’altra musica sui binari marchigiani. Con il Contratto di Servizio 2019-2033 tra Trenitalia e la Regione, definito a più riprese la «rivoluzione del trasporto regionale», arriveranno 26 treni di ultima generazione che abbasseranno notevolmente l’età media della flotta marchigiana.
Il primo Pop è stato presentato oggi in pompa magna nelle Officine Trenitalia ad Ancona: dotato di wifi, telecamere su tutti i vagoni per garantire la sicurezza dei passeggeri e illustrare le tappe del viaggio, e spazio per la bici, approderà sui binari della linea Adriatica (tra Ancona e Pesaro, Ancona e Fabriano e sulla linea Ancona – San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno) entro Natale, ma sarà solo l’inizio. Il contratto, dal valore di 1,2 miliardi di euro, prevede 300 milioni di investimenti, di cui 200 per il rinnovo della flotta che si tradurranno un 26 nuovi treni per le Marche. «L’età media si abbasserà da 15,2 anni del 2019 a 6,1 nel 2023 – spiega Orazio Iacono, amministratore delegato Trenitalia – e le Marche saranno una delle regioni con la flotta più giovane d’Europa. L’acquisto dei 26 nuovi treni made in Italy riguarderà 11 Rock, otto treni a media capacità, quattro Pop, un Jazz e uno Swing, eccellenze della flotta regionale di Trenitalia, insieme a un treno e locomotore diesel di ultima generazione». Ulteriori 94,4 milioni di euro saranno investiti poi per migliorare le attività industriali con investimenti sulla manutenzione ciclica dei treni (58,9 milioni), sul rinnovamento e l’ampliamento degli impianti industriali sul territorio (17 milioni), sullo sviluppo di nuove tecnologie (11,3 milioni), su miglioramento tecnologico e restyling della flotta già esistente per 7,3 milioni.
«Quando siamo arrivati – ricorda il governatore Luca Ceriscioli – la situazione era pessima e non c’era neanche un contratto in vigore, cosa che impediva gli investimenti. Ora invece, questo contratto di 15 anni permette una riqualificazione totale, con treni più confortevoli che invitano ad essere usati in alternativa alla macchina. E questo si inserisce nella strategia più ampia della sostenibilità che la Regione sta perseguendo, tra trasporto elettrico e mobilità dolce in bicicletta. Appena terminata l’elettrificazione tra Civitanova-Albacina potremmo essere la prima regione in Italia con tutte le linee elettrificate». Per quanto riguarda le tariffe, restano congelate nel 2020. «La scelta della Regione di affidare a Trenitalia il servizio – conclude Ceriscioli – è frutto anche del miglioramento del servizio, e lo dico anche da utente, considerando che prendo sempre il treno per raggiungere Ancona da Pesaro ed è anche il set dei video sul mio profilo Facebook».
Sul tema interviene anche la segretaria regionale Filt Cgil, Valeria Talevi, che ha sottolineato come «il contratto di servizio sia una grande occasione per potenziare il trasporto ferroviario nelle Marche, renderlo sempre più accessibile e integrato con il Tpl e collegato alle altre infrastrutture dei trasporti delle Marche. La firma di oggi è un fatto positivo, ma è necessario fare un ulteriore sforzo sul trasporto delle merci sul ferro e rendere veramente operativo l’Interporto di Jesi dopo l’importante investimento del collegamento ferroviario con il porto». Il sindacato sollecita anche un ripensamento complessivo sul trasporto ferroviario riguardo allo sviluppo del porto che quest’anno è arrivato ad un milione di passeggeri e determinati investimenti porteranno ad un incremento di quel numero. Inoltre, conclude Talevi, «le forze politiche e le istituzioni e le parti sociali dovranno ripensare, oltre all’asse Nord di fondamentale importanza per l’uscita dei mezzi pesanti dal porto Ancona, anche a come rendere realmente esigibile la sostenibilità ambientale, lo sviluppo dello scalo e la mobilità dei cittadini con collegamenti veloci a tutte le infrastrutture di trasporto delle Marche. Infine, occorre rendere fruibili ed accessibile a tutti i cittadini delle Marche con una bigliettazione unica regionale e tariffe agevolate».
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Neanche gli autobus hanno vite tecniche così basse, roba da matti: si dismettono vetture ferroviarie, spartane e quindi robuste, ancora pienamente efficienti. Tanto pagano i cittadini, i quali coprono la parte di costi non coperta dai biglietti dei viaggiatori.
Benvengano i nuovi treni , i costi di gestione più bassi, la diminuzione dei disservizi. Un biglietto da visita che convince un turista a fare un giretto da noi senza arrivare in macchina. il trenino dei flinstones lasciamolo ai plastici ferroviari, come le cartoline d’epoca alla lacrima di qualche vecchietto, facciamone treni d’epoca per la domenica pomeriggio. E’ ora che la nostra regione risalga la china , che tornino servizi decenti sia ferroviari che su gomma.
Iddas, i problemi non sono i convogli in sé, ma le loro manutenzioni. Un convoglio (locomotiva e carrozze, ad esempio) non deve essere necessariamente nuovo, l’importante è che sia manutenuto come si deve. Il concetto di manutenzione vale anche per la ‘via’: linea aerea, binario e sottostazioni elettriche.
Iacobini, le manutenzioni hanno un peso sul corretto funzionamento degli impianti ma non possono migliorare il comfort di chi il treno lo usa come servizio, per quello ci vorrebbero dei restyling come già avvenuto in passato.
Nel maceratese le ALN 668 E 663 hanno un valore sentimentale per gli appassionati come me (so che lei è tuttologo ma pazienza proveremo il confronto), ma sicuramente non offrono servizi a chi le utilizza/utilizzava quotidianamente.
Si parla comunque di rotabili vetusti entrati in servizio dall’inizio degli anni 80 che si sposano con i viadotti in mattone rosso del tracciato fino ad Albacina per la gioia di qualche fotografo e mi aspetto che rimangano in servizio come treni storici su un paesaggio che merita essere rivalutato.
Ma gli studenti ed i pendolari ed i turisti hanno bisogno di altro. Macchine più efficienti e meno costose e dove possibilmente non si affumichino come merluzzi o non servano tappi per le orecchie per viaggiare con offerta di posti equilibrata all’esigenza e tecnologie che devono andare di pari passo all’ammodernamento della litoranea e conseguente aumento delle velocità di fiancata possibilmente anche dei rami secondari e si poi la manutenzione costa e manutentare una macchina di 30 anni non è sempre la scelta corretta. l’esperienza di Ascoli infatti dovrebbe insegnare che migliorare il servizio con treni più veloci ed efficienti ha riscontri immediati sulla frequentazione.
Ciò che manca in maniera evidente ad affiancare i nuovi treni sono tutti quei servizi in gomma che devono assicurare capillarità. Ad esempio una scelta formidabile per Macerata e paesi limitrofi sarebbe affiancare il terminal bus alla stazione o viceversa ed offrire il bus in coincidenza al treno per andare e tornare facilmente da Appignano o Petriolo o Treia con servizi assicurati e cadenzati e frequenti. Basterebbe copiare dagli esempi europei dove il servizio funziona a costi contenuti anche in aree molto meno urbanizzate delle Marche.
Iddas, Lei, come forse anche l’assessore regionale, parla di comfort sui treni in una regione dove molti vivono in case di fortuna a causa del terremoto.
Siamo in retta d’arrivo. Abbiamo sempre tirato la cinghia su tutto, adesso che si spenda e si spanda. Poi si aprirà l’uovo e invece del pelo si troverà un bel pulcino firmato Armani.