Ecco la penultima puntata della serie “Sbarellata” di Simone Riccioni e Samuele Sbrighi. Oggi a prendere un caffè all’Arte Bianca di Corridonia Giulia Ciarlantini, Miss Marche 2019. Contattata da Simone Riccioni dopo la finale di Miss Italia, la 19enne di Porto Recanati, ora a Roma per l’Università, non nega di aver sempre avuto una passione per il mondo dello spettacolo e l’intenzione di fare esperienza anche in altri ambiti oltre a quello della moda.
«Sono stata subito felice di prendere parte a questo progetto.Esprimermi è qualcosa che amo da sempre: che sia sfilare, parlare, ballare o recitare. Farlo davanti ad una telecamera non è sempre facile, e quindi ringrazio Simone per avermi dato l’opportunità di crescere e migliorarmi». Insomma, anche per lei la webserie è stata un primo approccio alla recitazione, oltre che l’occasione di conoscere persone fantastiche e ricevere consigli da professionisti del settore. «L’attenzione per il dettaglio, la fatica e lo studio che ci sono dietro a quello che appare sullo schermo è qualcosa che mi ha stupito e che prima di Miss Italia o”Gli Sbarellati” non immaginavo neanche» dichiara la ragazza. Il prodotto finale, che sia la puntata su Rai1, o lo sketch diretto da Simone Corallini, è solo la cima dell’iceberg. Prove, imprevisti, gaffe backstage, il “dietro le quinte” che non viene mostrato, fa capire il valore di ogni secondo offerto al pubblico da casa. È questo, secondo lei, la cosa più affascinante della televisione: un team di persone che lavorano e studiano per stupire, far riflettere o sognare altre. «Il giorno delle riprese mi sono divertita molto. Nonostante la mia poca esperienza nella recitazione, con i consigli del regista e la simpatia di Simone e Samuele, mi sono subito sentita a mio agio». Una produzione e cast quasi interamente marchigiani, un’idea nata anche con l’intenzione di promuovere una regione purtroppo non abituata ai riflettori, ma con grande potenziale. Ma cosa significa rappresentare le Marche? «Rappresentare la mia regione come attore e produttore significa credere nelle sue possibilità. Il punto forte dell’Italia è la sua diversità, e le Marche sono un angolo che purtroppo non sempre è abbastanza apprezzato. Sono nato in Africa, ma mi sento marchigiano, per me “casa” è anche questo posto» risponde con un sorriso Simone Riccioni. E cosa sono, invece, le Marche, per chi le rappresenta con fascia e coroncina? «Per me le Marche sono come quel bambino timido e ignorato in fondo all’aula, con tante cose da dire ma non abituato alle luci della ribalta. È stato ed è tutt’ora un onore rappresentare questa regione, una regione con tanta cultura e tradizione, dialetti e usi che cambiano da paesino a paesino. Una regione tormentata dalle calamità naturali, ma che è sempre stata capace di rialzarsi, e continuerà a farlo con l’aiuto di noi giovani, che come me o Simone, ce la mettiamo tutta per essere la sua risorsa più importante».
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