«I mutamenti apportati sono rispettosi della realtà storica dei luoghi originali che hanno costituito l’ambientazione di alcuni sublimi canti del poeta. Il nostro Giacomo redivivo riconoscerebbe e sentirebbe come suoi i luoghi attuali così modificati e prenderebbe da essi ispirazione?». Sono queste le domande che pongono Antonio Baleani e Sergio Beccacece, in una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il Capo dello Stato giovedì 26 infatti sarà a Recanati, per l’inaugurazione dell’orto delle suore al Colle dell’Infinito, iniziativa che rientra nelle celebrazioni per i 200 anni dalla stesura dell’Infinito. E così i due, che si autodefiniscono di “appassionati di storia patria”, pongono proprio la questione della trasformazione dei luoghi leopardiani nel corso dei secoli, allegando alcune foto storiche. «La sua prossima e graditissima visita al Colle dell’Infinito – scrivono infatti Baleani e Beccacece – rende onore alla città di Recanati e nel contempo offre l’occasione per una riflessione riguardante le trasformazioni che hanno interessato i luoghi così detti “Leopardiani” ed in particolare lo stesso Colle. Nel 1846 (regnante Papa Pio IX ed in vita Monaldo, Carlo e Paolina Leopardi) fu aperta Porta Colonna (oggi Porta Nuova) così come il nuovo “viale” (Vincenzo Spezioli Guida di Recanati 1898). Nel 1898 (regnante Umberto I di Savoia) fu cambiato il nome del Colle da Monte Tabor a Colle dell’Infinito. Nel 1937 (regnante Vittorio Emanuele III e Primo Ministro Benito Mussolini) in occasione del primo Centenario della morte di Giacomo, furono operate sul Colle trasformazioni radicali in virtù delle quali l’antica selva di acacie ha preso l’attuale aspetto di “Pincio”. Sempre durante il Ventennio fu decisa la costruzione, a ridosso del seicentesco Palazzo Leopardi, dell’edificio (in stile dell’epoca) che ospita il Cnsl (Centro nazionale studi leopardiani). Infine ai giorni nostri, mentre alcuni luoghi Leopardiani come San Leopardo e Santa Maria in Varano sono abbandonati, l’area prossima alla scalinata Nerina e a Porta Nuova ha visto la nascita di un’opera ultra moderna in metallo e vetro». Da qui la domanda iniziale.
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Articolo molto interessante, specie per le foto d’epoca; purtroppo, prescindendo dalle sacrosante intenzioni dei due estensori, miei cari amici da sempre, sono certo che lascerà il tempo che trova, e nel caso sbagliassi porgo loro anticipatamente le mie scuse.
Approvo totalmente la lettera al Presidente, che spero verrà letta da lui e gli darà il desiderio di fare un bel giro intorno al colle ed al Pincio per vedere le “NOVITA'”!