di Gabriele Censi
C’è un Italia da svelare e valorizzare per dare esempi concreti di reazioni positive, come la barista romana che si è ribellata ai Casamonica, che è tra le persone che ha scelto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Solidarietà sul lavoro e nella malattia, solidarietà verso chi arriva da lontano su un barcone, sono alcuni dei temi che hanno coinvolto tra i 33 anche due cittadini maceratesi alla cerimonia Omri in Quirinale. Annalisa Ubertoni, 56 anni di Treia, coordinatrice del centro di studi e servizi per la famiglia dell’associazione La Goccia onlus e Aldo Chiavari, 76 anni, presidente della Dafram Spa. Due storie diverse ma unite dal senso di umanità che i loro gesti hanno diffuso.
«Una giornata indimenticabile e ricca di tantissimi incontri in un clima di grande empatia». Così Annalisa Ubertoni commenta la cerimonia che si è svolta ieri per la consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferite “motu proprio” dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 29 dicembre 2018, a cittadini distintisi per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità. La cerimonia, condotta da Veronica Pivetti, è stata aperta dalla proiezione di un filmato realizzato dalla Rai e si è conclusa con l’intervento del Capo dello Stato. Il Presidente Mattarella ha individuato, tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani.
Per Chiavari, 76 anni, a capo dell’azienda di Urbisaglia che costruisce valvole a sfera flottante, il titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sensibilità e la generosità con cui ha sostenuto due dipendenti duramente provati dalla malattia e dalla successiva scomparsa della figlia” . I vertici della società si sono distinti per umanità e solidarietà nei confronti di due dipendenti, impiegati come operai, Amos e Giuseppina Pazzaglia che nel 2015 hanno perso la figlia Valentina a cui tre anni prima era stato diagnosticato un rabdomiosarcoma maxillo-facciale. Durante i tre anni di cure i datori di lavoro hanno sostenuto la famiglia sia moralmente che economicamente.
Presente alla cerimonia anche la famiglia Pazzaglia: «E’ stata una bella giornata – ha detto Giuseppina -, importante ed emozionante per tutti i casi che sono stati raccontati, il ricordo di Valentina è stato toccante, Aldo Chiavari è stato molto contento. Tutti i datori di lavoro dovrebbero aiutare i loro dipendenti perchè spesso lo Stato non ti aiuta e si resta soli. Avere persone vicini economicamente e moralmente come è stato nel nostro caso è fondamentale. Spero che la Dafram sia di esempio per altri»
Annalisa Ubertoni è stata insignita dal Capo dello Stato del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per l’esemplare contributo a favore di una politica di pacifica convivenza e piena integrazione”.
Ubertoni è coordinatrice del centro di studi e servizi per la famiglia dell’associazione La Goccia onlus. Responsabile del gruppo marchigiano di Refugees Welcome Italia, organizzazione impegnata nella promozione di una politica dell’inclusione sociale che passa attraverso una accoglienza domestica dei migranti. Assieme alla sua famiglia ha accolto in casa Mohammad Toure, di 32 anni, rifugiato dalla Costa d’Avorio.
«Il Presidente ci ha detto – racconta Annalisa Ubertoni – che non è soltanto un’occasione per valorizzare un atto eroico, ma anche un modo per far percepire quante realtà si muovono sul territorio ed uno stimolo a prendere esempio. Anche Macerata risente di una percezione distorta dell’immigrazione, è vero che c’è preoccupazione, paura e diffidenza ma non è un fenomeno che può mettere in crisi un territorio. Servirebbe che i tanti che accolgono, come ho io fatto nella mia famiglia, vengano fuori. Parliamo di migranti ma conosciamo poco chi definiamo “straniero”. Quando parliamo dei diritti degli altri parliamo dei nostri diritti, non c’è chi viene prima e chi viene dopo. Queste persone non sono stranieri, da quei barconi scendono persone, ci sono anche i delinquenti, che vanno perseguiti, ma questi casi non possono mettere in discussione l’accoglienza. Stiamo cercando di metterci in rete con le persone che erano ieri a Roma per creare occasioni di confronto. L’ospitalità domestica, la convivenza permettono un accompagnamento e una crescita reciproca, aiutano ad essere partecipi di una comunità attiva, costruiscono nuove relazioni umane, sociali e lavorative. Siamo famiglie consapevoli che chi si prende cura dell’altro si prende cura di sé. Sta a noi realizzare la capacità di condividere le diversità nella eguaglianza creando una sinergia sociale rigeneratrice per una Italia migliore e possibile».
Nel ricordo di Valentina Pazzaglia, Aldo Chiavari premiato da Mattarella
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