di Gianluca Ginella
«È il primo morto nei cantieri post sisma». Il dramma di Khalid Khalid, 50 anni, precipitato dall’impalcatura di una palazzina a Matelica dove erano in corso lavori per sanare le lesioni del terremoto, «ci fa preoccupare profondamente» dice Daniel Taddei, segretario generale della Cgil di Macerata. Il 50enne, del Kuwait, residente a Camerino, è morto alle 9 di questa mattina dopo una caduta nel vuoto.
Sulla vicenda intervengono anche Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil: «Dalle prime verifiche sembrerebbe che il lavoratore, da circa vent’anni in Italia, di cui circa quindici trascorsi da operaio nei cantieri edili, non avesse effettuato la dovuta formazione così come previsto. Nel credere fermamente che sia il lavoro a riportare dignità alle comunità devastate dal sisma, crediamo fermamente che sia obbligo e dovere della comunità prendersi cura della qualità del lavoro». Taddei sottolinea che «Il problema è che a livello nazionale in media muoiono tre persone al giorno sul lavoro. Anche gli ultimi dati Inail ci dicono che la provincia di Macerata che i numeri di infortuni e morti sono in aumento». In più la provincia dovrà vedersela con la ricostruzione.
«E’ impensabile affrontare il più grande cantiere d’Europa con i mezzi che abbiamo adesso – dice Taddei –. In generale per combattere infortuni e morti servono nuove normative e investimenti. Nel nostro territorio per ricostruire non sono neanche sufficienti quelle ordinarie. C’è bisogno soprattutto di prevenzione. Inutile andare a controllare dopo l’infortunio o il morto. Se il lavoro non è dignitoso è a rischio anche l’opera stessa, perché non viene fatta a regola d’arte. Una cosa che abbiamo visto nei cantieri Sae: mancanza di sicurezza, lavorare senza riposi, in maniera continuativa ha portato a tutti i problemi alle casette che abbiamo visto in questi mesi». Per fare i controlli serve personale, come sottolineano Cgil, Cisl e Uil in una nota in cui segnalano «la scarsità di organico nei vari servizi ispettivi ed in particolare il Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che negli ultimi cinque anni si è dimezzato senza minimamente tener conto che, già da due anni, e soprattutto nei prossimi dieci o quindici nella nostra provincia si apriranno migliaia di cantieri pubblici e privati».
Altro aspetto riguarda le norme. «La cosa che ci fa preoccupare – continua Taddei –, è che anche questo governo non ha in agenda nessun tipo di iniziativa per quanto riguarda salute e sicurezza sul lavoro. Invece si prevede un innalzamento fino a 150mila euro per l’affidamento diretto dei lavori.
E c’è anche la previsione di abbassare premio Inail a carico delle aziende per diminuire il costo del lavoro. Segnali che vanno a indebolire le regole che esistono e devono esistere per salvaguardare legalità e concorrenza leale». Inoltre, continua il segretario Cgil, c’è un altro allarme: «Il Durc di congruità e il settimanale di cantiere sono due norme previste nelle varie ordinanze, oggetto anche di accordo, ma ci arrivano indiscrezioni che tutto è bloccato e che si sta pensando di fare dietrofront anche su questo». Per quanto riguarda sicurezza e legalità «va dato atto che il nuovo prefetto di Macerata ha dato un grandissimo input. Il 4 febbraio ha convocato il tavolo di monitoraggio sui flussi di manodopera sula ricostruzione post sisma».
Lavori per la ricostruzione post-sisma: cade da un’impalcatura, muore operaio di 50 anni
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
I corsi spesso si fanno, a volte in modo formale, in altri casi addirittura, si comprano (vedi striscia la notizia).
Ma sostanzialmente servono a poco o a poco più…. non siamo abituati culturalmente a lavorare in sicurezza e a nulla serve aver fatto un corso, perché il giorno dopo averlo conseguito, si riprende con il solito sistema e il solito andazzo.
Servono controlli, ma non per fare cassa come avviene oggi, ma per impedire a quelli che della sicurezza se ne fottono, di non esercitare più la professione…
È inutile pensare che una multa risolva il problema… la multa spesso non è neanche un deterrente… chi opera senza scrupoli, sul bilancio dei costi, inserisce anche la multa che pagherà e allora poco gli importa quando effettivamente il controllo arriva.
Provate a pensare cosa possa significare, la revoca della licenza per 10 anni (ad esempio)…. ecco allora si che il controllo è funzionale…
Pienamente d’accordo con Fichera…i soldi delle eventuali multe sono già in bilancio!!