Il presepe scomparso a Macerata:
«Il dono di Natale
di nostro padre Elio Angeletti»

FOTO - Nato oltre 70 anni fa nel quartiere Pace dalla passione e dal lavoro di uno dei fondatori della Parima. I figli Silvano e Maurizio ne ricordano il lavoro e la passione. L'opera si salvò dalla dissoluzione con il trasferimento a Castelsantangelo nel 2002 grazie all'interessamento del nipote Ovidio Monaco

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Maurizio Angeletti accanto al presepe

 

di Maurizio Verdenelli

(foto di Fabio Falcioni)

“Venite, adoremus…”, il primo presepe meccanico di Macerata, nato oltre 70 anni fa nel quartiere La Pace, dalla passione e dal lavoro di Elio Angeletti (uno dei 13 pionieri della cooperativa panificatori Parima, la prima del genere costituitasi nelle Marche) è tornato nel capoluogo con un messaggio tutto nuovo, intriso di speranza. Si chiama ora ‘Presepe della Ricostruzione’ e proviene grazie a Vigili del Fuoco e alla società Cosmari, direttamente da Castelsantangelo sul Nera dove, grazie ad Ovidio Monaco ed Antonello Urbani, era approdato qualche anno dopo la morte del ‘fondatore’ (26 settembre 1999) e dopo una breve transizione a Sant’Angelo in Pontano. Il presepe – sette metri di lunghezza per cinque di profondità – è stato ‘montato’ in tempi rapidi (nonostante l’estrema complessità dell’operazione che sicuramente non ne prevedevano l’apertura per questo Natale) al numero civico 7 di via don Minzoni. Nel locale messo a disposizione dal comune, vi resterà fin dopo la Befana.

 

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Ovidio Monaco

Tuttavia c’è un futuro incerto -così come per la ricostruzione – per questo capolavoro di un appassionato, testimone di un dramma senza fine: quello di Castelsantangelo, paese martire ed icona delle devastazioni provocate dal sisma del Centritalia. Di questo dramma epocale, la Natività – che Monaco, già vice presidente della Pro loco del paese al confine tra Umbria e Marche, ha voluto contestualizzare all’interno della corona dei Sibillini – ha in sé tutte le ‘piaghe’. Ed ecco le macerie, ammassate in cumuli, ecco il fiume Nera freddo testimone della tragedia della ‘terra che trema’, ecco i casolari ‘messi in sicurezza’ sperando in una ricostruzione definitiva, ecco i nomi degli sponsor di questa bella ‘Favola di Natale’: Vigili del Fuoco e Cosmari. Al progetto ha collaborato anche la Proloco di Macerata insieme con Paolo Belardinelli, Luciano Pescolloni, Luigi Migliori.

Presepe_CastelSanAngelo_FF-11-325x217«Nostro padre era letteralmente innamorato della sua opera che implementava anno dopo anno, lavorandoci sin dalla fine delle ferie estive fino a tutto dicembre, nella stanza ‘off limits’ nella nostra casa in contrada Pace» ricordano due dei tre figli di Elio, Silvano e Maurizio (poeta e scrittore), maceratesi. La maggiore, Isabella vive da anni a Civitanova. «Era un genio delle automazioni. Quante lavatrici fuori uso ha smontato per tirarne via i motorini necessari per far muovere gli arti dei suoi ‘pupi’: centinaia che lui acquistava a Roma, in Abruzzo, a Napoli. Tutti in terracotta o ceramica dipinta; immancabile la figura del panettiere, naturalmente per colui che era stato uno dei primissimi soci di Parima»  dice ancora Maurizio Angeletti che sul presepe paterno ha in mente già un progetto letterario: «lo ricorderò attraverso il mio nuovo libro». Ancora: «Peccato che mio cugino Ovidio, cui si deve il fondamentale contributo del recupero dell’opera, non abbia potuto collaborare insieme con mio padre: ognuno portatore di una visione complementare. Il primo, in riferimento al territorio marchigiano, il secondo, il fondatore, genio del ‘movimento’».

 

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Elio Angeletti

Castelsantangelo sul Nera resta pur sempre nel cuore: sottratto dalla zona rossa dov’era (in un locale di proprietà comunale a fianco della casa parrocchiale nella piazza del paese distrutto dalle scosse di due anni fa) il presepe ‘della ricostruzione’ non dimentica il suo buen retiro durato più di quindici anni. Un cassetta sollecita con discrezione i molti visitatori ad un’offerta per il paese che conserva in 16 chiese tutto il ‘miracoloso’ ciclo pittorico di Paolo da Visso. “Già aver ricostruito questo presepe è un miracolo” dicono i due fratelli Angeletti. Ed un esempio, in sedicesimo, di quello che le popolazioni del ‘cratere sismico’ attendono inutilmente da tempo.

Presepe_CastelSanAngelo_FF-14-325x217Il ritorno a Macerata del ‘capolavoro’ voluto oltre sette decenni fa da Elio Angeletti – un imprenditore che amava molto da maceratese la squadra di calcio della città, essendone anche sponsor – è stato accolto con commozione nell’ambiente dei cultori presepisti. «Lo amavo, quanto l’ho amato e quanto ho imparato da lui» dice Maurizio Piergiacomi, un altro guru del settore, cui si deve la bellissima mostra di presepi artistici agli Antichi Forni. «Questa passione, per la verità, lo ereditata da mio nonno, ‘casettà’ verace, presepista sin dal 1899 ma, vicino di casa degli Angeletti ho appreso molti segreti del settore, sin da quando ero ragazzino con i calzoncini corti anche se il signor Elio, ci teneva a bada fuori dal suo ‘laboratorio delle meraviglie’. Devo dire che in tutti questi lunghi anni, frequentando tanti mercatini del settore, molti mi hanno chiesto del grande presepe di Angeletti. E dove fosse dopo il trasferimento da Macerata. Che bella sorpresa saperlo ora ad un passo da qui, da questa mia mostra!».

Presepe_CastelSanAngelo_FF-8-325x217Una ‘meraviglia’ che però rischia lo ‘sfratto’, il 7 gennaio, anzi l’inagibilità considerato il contesto, a stare in una città che pare sia piuttosto avara nel concedere asilo prolungato alle sue radici, alle tradizioni, alla sua memoria più tenera plasmato sulle tracce di chi a Greccio nel 1223 lo volle per la prima volta: San Francesco, il patrono d’Italia cui l’Anas l’estate scorsa ha intitolato la strada che congiunge Marche ed Umbria, le ‘terre’ del sisma senza fine.

Il presepe di Castelsantangelo rivive a Macerata

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