Il sindaco di Camerino chiama all’appello i colleghi del cratere per organizzare una manifestazione a Roma contro ritardi e inefficienze e per chiedere al governo attenzione sui problemi irrisolti della ricostruzione e la modifica delle procedure. A due anni dal sisma, il sindaco Gianluca Pasqui snocciola tutto ciò che non va e parla di «immobilismo delle istituzioni», e lo fa in una lettera inviata ai sindaci del cratere e al vicepresidente dell’Anci. Parecchie le cose che non vanno, dice Pasqui: «mole di procedure burocratiche assolutamente eccessiva, gli innumerevoli adempimenti amministrativi, un ingiustificato appesantimento dei tempi derivante dal ruolo attribuito alle Regioni, le diverse fasi di rendicontazione e di controllo, la mancanza di personale, le difficoltà nell’ottenere le risorse finanziarie necessarie, l’assenza di norme tecniche certe, i ritardi inaccettabili su attività di prima emergenza (puntellamenti e rimozione delle macerie) fanno sì che i tempi della ricostruzione siano ben lontani dalle legittime aspettative di coloro che hanno perso la casa, la propria attività, il proprio studio professionale, la propria bottega e che ambiscono a tornare alla “normalità”».
Il primo cittadino della città ducale, una delle più colpite dal terremoto, continua dicendo che le «nostre richieste di semplificazione, di accelerazione delle procedure, di anteporre i bisogni dei cittadini alle esigenze, anch’esse legittime, di controllo, rimangono spesso inascoltate e comunque senza risposta. Gli interventi legislativi per confermare e aumentare il personale da adibire alla ricostruzione sono ancora un miraggio – continua Pasqui –. Sembra che anche la legge sulla manovra di bilancio (attualmente all’esame del Senato) rischia di divenire la ennesima occasione mancata per introdurre quel “cambio di passo” soltanto enunciato e mai realizzato concretamente. La tragica conseguenza di questo scenario è che si sta assistendo ad un progressivo ed irreversibile abbandono e spopolamento dei nostri territori. Noi non possiamo e non vogliamo essere complici di questo delitto contro l’Appennino e contro tutti i territori colpiti dal terremoto». Così Pasqui conclude rivolgendosi ai sindaci «del cratere per organizzare insieme una manifestazione pacifica a Roma fuori dal palazzo del governo per riportare attenzione sui problemi irrisolti della ricostruzione e per chiedere al Governo una radicale modifica dell’attuale quadro di interventi e delle procedure».
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