Paolo Arrigoni
«Ceriscioli dichiara guerra al governo perché il Pd non può continuare a gestire a suo piacere la ricostruzione post terremoto? Faccia piuttosto un dignitoso harakiri considerato che è il presidente della giunta che voleva costruire piste ciclabili con gli sms solidali». Interviene a gamba tesa Paolo Arrigoni, senatore leghista responsabile del partito per le Marche, alla notizia che il presidente della Regione Ceriscioli ha presentato ricorso per illegittimità costituzionale del Decreto Genova. «Hanno forse rispettato la costituzione lui e i suoi governi lasciando in braghe di tela migliaia di cittadini a due anni dal sisma nonostante abbiano avuto tutte le carte in mano? I fatti dicono che il modello Ceriscioli è fallimentare e il governo Lega-M5S non intende perseverare nel fallimento e nell’assenza di risposte ai terremotati». A muovere la guerra a colpi di carte del governatore delle Marche è stato l’emendamento che consente al Commissario straordinario di procedere anche senza il pieno accordo delle Regioni, ma solo previa loro consultazione. Per Ceriscioli questo significa che «è impossibile ricostruire senza la partecipazione dei territori». Un’affermazione che strappa ad Arrigoni una risata amarissima e sconcertata. «Ceriscioli la butta in caciara per cercare di nascondere due anni non solo fatti di nulla, che già sarebbe molto perché limiterebbe i danni, ma fatti di vicende opache quando non giudiziarie – incalza il senatore leghista – Vogliamo parlare della scandalosa proposta di investire in una pista ciclabile gli oltre 45 milioni di euro di sms solidali mentre i terremotati erano sparsi negli alberghi della costa marchigiana e della mancata proroga dell’esenzione dal ticket sanitario? Oppure della vergogna relativa alle Sae marce e dal costo magicamente omologato a quello di appartamenti di lusso dove è totalmente mancato il controllo della Regione, oppure sull’invenduto da utilizzare come alloggi Erap?». Un elenco che, secondo il senatore leghista, potrebbe allungarsi a dismisura solo entrando nei dettagli di ogni pratica presentata per la ricostruzione, specie privata. «Ribadisco con forza che, d’ora in poi, l’unica a non partecipare al processo di ricostruzione sarà la cattiva politica– conclude il senatore leghista – Questo governo è l’espressione della maggioranza dei cittadini e la maggioranza degli italiani, marchigiani compresi, ha detto basta alla gestione della cosa pubblica “Ceriscioli style” mandando in fumo decenni di giochi di potere sulle spalle dei cittadini».
Decreto Genova, è guerra Ceriscioli firma il ricorso: «Scelta incostituzionale»
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Ceriscioli anziché creare ulteriori problemi burocratici ad una gestione fallimentare, come ben spiegato da ARRIGONI, dovrebbe ammettere l’evidente inadeguatezza e dimettersi, gesto che sarebbe apprezzato dai marchigiani, senza aspettare la certa rimozione nel prossimo turno elettorale regionale.
Ma se tutto quello che dice Arrigoni è assolutamente vero tanto che sarebbe più facile da dimostrare del moto rivoluzionario della terra attorno al sole… uhm , diciamo del fuoco che scotta da comprovare subito con un accendino tenuto nella propria mano chiaramente acceso e nell’altra mano un dito altrui che così mi sembra più facile, perché e lo sottolineo ,Ceriscioli sempre al solito posto di comando sta? Perché è stato votato? Sì, va bene, ma d’allora troppi ponti son crollati e troppa acqua c’è passata sopra. Possibile che nella Costituzione non ci sia scritto che come si è comportato finora e che prevedibilmente vale anche per il futuro, questo sì che è anticostituzionale. E se sei anticostituzionale oltre che malefico perché non benefico sempre costituzionalmente parlando, perché non si torna a casa? Si vede che non c’è scritto. Magari in qualche legge, decreto o codice legislativo c’è scritto, ma nella Costituzione no o forse le chiavi di lettura non vengono usate e quindi non si apre nessuna porta e nemmeno nessun cancello anche se non così è per tutti. Per carità, si azzittisca chi sta per dire che la legge è, non è uguale per tutti. Prendiamo questo discorso e andiamo a misurare che l’erba è più alta sui monti del Tibet che non in Colorado per via dell’inquinamento da Talco. Sì, adesso venitemi a dire che è già difficile spedire al mittente uno straniero senza permesso di soggiorno, meglio se mai avuto o revocato, ladro, rapinatore, spacciatore preso in flagranza di reato e con reiterazione di tutti i precedenti reati, figuriamoci un governatore. Vero per tutti e due anche se per il primo caso si sta facendo qualcosa e sempreché qualche trattato dell’Onu o fatto a Ginevra non lo riporti indietro e pure con una pensioncina. Se errare è umano e solo l’ignorante persevera ( versione ciceroniana ), per un governatore non esistono limiti? Sembrerebbe che sia così e allora io mi appello ad un emendamento che non ha fallito mai dalla sua entrata in vigore e mi ci appello: “ Se la legge è fiorentina fatta la sera è già guasta la mattina, s’è veneziana dura una settimana se vicentina dura dalla sera alla mattina”.