Gli resta una spina nel ginocchio:
«Mio marito ha sofferto per 3 settimane,
al pronto soccorso non l’hanno vista»

MACERATA - Antonietta Boarelli denuncia quanto successo a suo marito, pensionato di 68 anni, che il 4 settembre si è punto con una palma: «Lo hanno mandato dall'ortopedico e poi a casa con 14 giorni di antibiotici. Ormai non riusciva più a camminare. Solo ieri il chirurgo ha estratto il corpo estraneo di 4 centimetri. Siamo indignati»

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Antonietta Boarelli

 

di Marco Ribechi

Va al pronto soccorso di Macerata per una spina nel ginocchio, lo fanno visitare dall’ortopedico, gli prescrivono un ecodoppler per vedere lo stato di circolazione sanguigna e lo rimandano a casa con una terapia di 14 giorni di antibiotici e antidolorifici. Ma la spina resta nel ginocchio. E’ successo ad un pensionato di 68 anni, residente nel Maceratese. A raccontare la vicenda è la moglie dell’uomo, Antonietta Boarelli: «Certe cose non devono e non possono capitare, abbiamo passato tre settimane d’inferno – dice la donna con in mano i referti medici -, mio marito con una gamba gonfia e infiammata che gli impediva di camminare, costretto ad alzarsi ogni notte per prendere gli antidolorifici, trattamenti ripetuti più volte al giorno con un ciclo molto pesante di antibiotici. Per quale motivo? In pronto soccorso non hanno letto i referti degli stessi medici dell’ospedale che spiegavano a chiare lettere quale fosse il problema».

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Antonietta Boarelli mostra i referti del pronto soccorso

Il fatto risale al 4 settembre quando il pensionato si punge con una palma mentre si stava dedicando a dei lavori di giardinaggio. «Al momento non gli abbiamo dato molto peso – spiega la moglie – sono cose che possono capitare a chi lavora con le piante. Ho estratto tre o quattro spine dal ginocchio e pensavamo che tutto fosse risolto». Invece l’uomo inizia a soffrire di forti dolori al ginocchio, la gamba si infiamma e diventa di un colore scuro, quasi tumefatta. «Il 7 settembre siamo andati alla guarda medica – continua la donna – l’infiammazione era evidente e per questo ci hanno prescritto tre giorni di antibiotici dicendo di andare al pronto soccorso il lunedì successivo se la situazione non migliorava». Così il 10 settembre la coppia decide di andare in ospedale perché il marito soffriva di dolori sempre più forti che gli impedivano anche di camminare. «Arriviamo in ospedale, nonostante non ci fosse nessuno in fila ci danno un codice verde e aspettiamo a lungo – dice Boarelli – fanno le analisi del sangue e, inspiegabilmente, ci dicono di fare un ecodoppler che di solito si prescrive a chi ha una flebite o comunque problemi alla circolazione. Naturalmente l’esame non rileva niente, come testimonia anche il referto».

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Il referto dell’ortopedico dell’ospedale che accerta la presenza di un corpo estraneo nel ginocchio destro

La coppia torna al pronto soccorso e questa volta viene mandata dall’ortopedico. «Il medico ci dice che siamo nel reparto sbagliato – prosegue la donna – per il nostro problema avrebbero dovuto mandarci in chirurgia o al limite dal dermatologo. Scrive un referto in cui accerta la presenza di un corpo estraneo nel ginocchio di mio marito dicendoci di tornare al pronto soccorso perché non era un intervento da fare al suo reparto». Ritornato indietro l’uomo viene dimesso verso le 15,30, dopo circa sette ore passate a girovagare tra reparti sbagliati, con ancora la spina nel ginocchio e una terapia di antibiotici di due settimane al termine della quale si sarebbe dovuto recare dal medico di base. «Questi giorni per mio marito, e di conseguenza anche per me che lo assistevo, sono stati drammatici – spiega la donna – non riusciva a camminare, sempre con il ghiaccio al ginocchio imbottito di farmaci. La notte per lui era un tormento ma ci siamo fidati di quanto ci avevano detto in ospedale anche se era evidente che andava fatta una cosa semplicissima, togliere la spina».

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La spina della palma estratta dal ginocchio dell’uomo

Al termine del ciclo di antibiotici, il 25 settembre, la coppia va dal medico di base che subito prescrive una visita dal chirurgo. «Lo stesso chirurgo è rimasto colpito perché la situazione si era molto aggravata – dice Boarelli – intorno alla spina si era formata una ciste molto dura tanto che lui stesso non sapeva bene da che parte tagliare ed è stato necessario intervenire in sala operatoria con anestesia locale. In pochi minuti ha estratto una spina di circa quattro centimetri che si era infilata in profondità nel ginocchio visto tutto il tempo che era passato dal primo giorno. Siamo davvero indignati e non abbiamo parole per descrivere la superficialità e la negligenza con cui è stato affrontato un caso semplicissimo come il nostro».

 

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Il referto del pronto soccorso di Macerata



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