di Federica Nardi e Monia Orazi
(foto Federico De Marco)
A Macerata sembrano passi pesanti sul soffitto, a Muccia «una bomba». Sono le 5,11: 85mila scosse dopo quella del 24 agosto 2016 la terra trema, di nuovo. Dieci secondi per buttare giù dal letto mezza provincia e riaprire le ferite di un territorio già alle prese con tutti i problemi della ricostruzione che non parte. A Pieve Torina il 4.6 di magnitudo significa altri 20 sfollati, altre sei famiglie senza casa a un anno e mezzo dalla prima scossa del 2016. Tre erano rientrate dopo i lavori in una palazzina gialla e arancione, a due passi dall’area sae Le Piane, da appena due settimane.
Sae danneggiata a Pieve Torina
Le Piane, mega area delle casette fornite dal governo: in alcune soluzioni abitative d’emergenza ci sono problemi. Pensili della cucina fracassati a terra, muretti contenitivi crollati o spostati dalla scossa. Nella zona rossa, via XX Settembre, viene giù un palazzo del ‘500 che doveva essere messo in sicurezza. A Muccia, epicentro del terremoto, crolla in parte un campanile del ‘600 e anche qui nelle sae i pensili vengono giù. «E se ci fosse stato un bambino sotto? Sarebbe morto», tuona Fabrizio Capitani, che invia la foto del mobiletto a pezzi nella sua sae a Costafiore, a 50 metri dall’epicentro.
Con la paura tornano anche le televisioni e gli elicotteri delle autorità. Paola De Micheli, commissario alla Ricostruzione, Angelo Borrelli, Protezione Civile. Rassicurano: «massima assistenza». Ma i sindaci dell’entroterra di nuovo al centro delle scosse non ne possono più: «Il cratere va differenziato», sbotta il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui. Il governatore Luca Ceriscioli dice che «l’emergenza non è finita». Il sindaco e neo senatore di Visso, Giuliano Pazzaglini, rimarca che «le norme attuali non bastano». Ma che vuol dire? Vuol dire che dal meeting di Pieve Torina esce uno sconsolato Oliviero Olivieri, presidente del Parco nazionale dei Sibillini: «ho trovato i fondi per risistemare la sede inagibile – dice – ma serve ancora l’interpretazione di una norma per usarli». Vuol dire che le casette di legno pagate di tasca propria per non andarsene che non rientrano nella “Salva Peppina” restano abusive.
Renzo Capitani
Abusive e in piedi. «Qui la terra trema da quando sono nato, è inutile imbracare case vecchie». Spiega Renzo Capitani di Muccia
che di fronte alla propria abitazione lesionata si è costruito una sae in legno da 40 metri quadrati. «Devono costruire in legno o acciaio, non in cemento. Le sae sono costate tanto e hanno avuto danni, qui da me sono cadute due tazzine. Non ho chiesto nulla a nessuno e sono considerato quasi come un delinquente». Intanto nelle sae i tecnici di Arcale chiedono a ogni famiglia di Pieve Torina se ci sono problemi. David Piccinini, responsabile regionale della Protezione Civile, corre da una parte all’altra.
Nessuno si lamenta troppo perché «a parte i ritardi e qualche problema qua si sta bene», racconta Gabriella Rotario, a cui sono cascati a terra i pensili. «Mancano alcune viti, le sistemeranno», dice la donna. Ma chi resta senza casa perché aveva preferito il cemento al compensato è attonito. «Nemmeno il tempo di sistemare le cose, ci avevamo mangiato a Pasqua», racconta Paolo Esposto. Fissa la palazzina che gli avevano assegnato al posto della casetta dalla sua auto. «Stamattina mi hanno detto: esci da qua». Da fuori non si intuiscono le crepe che si sono aperte dentro: per le scale, vicino alle finestre, sul soffitto. Poco più in là i vigili del fuoco controllano le villette ancora in piedi e abitate. Il Comune ci metterà un po’ a contare i danni. Danni ai beni storici, danni alle frazioni, danni all’acquedotto. Nel forno Fronzi è caduto il controsoffitto. Biblioteca inagibile.
Il controsoffitto crollato nel forno Fronzi
La palazzina del ‘500 crollata nella zona rossa di Pieve Torina
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Non ci da’ tregua questo ” Mostro” infinito.
Che paese ridicolo!! Controllori…controllori che controllano i controllori…commissari che sovraintendono i controllori…e quello che fanno casca a pezzi!!