Nella corsa al titolo di Capitale della Cultura 2020, Macerata ha affrontato oggi a Roma la prova decisiva. Alle 14,15 era fissata al ministero per i Beni e le attività culturali l’audizione davanti alla commissione presieduta da Stefano Baia Curioni. Fino alle 15.30 Macerata ha esposto le ragioni della sua candidatura e risposto alle domande della commissione, già illustrate nel dossier, oggi giudicato da alcuni commissari interessante, che le ha permesso di entrare nella short list delle finaliste insieme ad Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso che hanno superato le altre 21 città concorrenti. La delegazione maceratese era composta dal sindaco Romano Carancini, dall’assessore alla Cultura Stefania Monteverde, dagli esperti progettisti della società Nomisma Marco Marcatili e Massimilano Colombi, Francesco Micheli, regista ed ex direttore artistico del Macerata Opera Festival, Gianluca Puliti, responsabile unico del progetto, Francesca Spigarelli dell’Università degli Studi di Macerata – Direttrice China Center, Paola Taddei, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e Rebecca Marconi, rappresentante degli studenti. L’iniziativa, come noto, istituita con la Legge Art Bonus per il periodo 2015 – 2018 per valorizzare la progettualità delle candidate italiane a Capitale Europea della Cultura 2019 e divenuta stabile con la Legge di Bilancio 2018, è volta a sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. Il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 sarà assegnato, come di consueto, nell’ambito di una cerimonia pubblica nella sede del Ministero, a Roma, il prossimo 16 febbraio alle ore 11 alla presenza del Ministro Dario Franceschini. La città vincitrice potrà rappresentare per un anno la nuova offerta culturale e turistica nazionale, attuando il proprio progetto grazie al contributo statale di 1 milione di euro.
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il vero sportivo riconosce la superiorità dell’avversario:
Museo della Me.rda, orgoglio piacentino.
Il “museo della mer.da” si trova a Castelbosco , un concept di riciclo creativo innovativo. Ecco da dove nasce la mer.dacotta.
Ci sono già le prime idee su come spendere il milione di euro. Un tour turistico da vedere se da fare con il vecchio romantico e mal funzionante trenino caranciniano o con più moderni autobus scoperti come quelli che si vedono a Roma. Si inizia con la casa degli orrori, poi viaggio all’interno del inferno maceratese con il tragitto che partendo dalla casa degli orrori passa per Piazza Garibaldi, I Giardini Diaz e con un abile interconnessione si fa tutto un tragitto che contenga la tendopoli del campo non profughi ma Guscacciati e tutti i luoghi dove sono stati esplosi i colpi di pistola con sagome di legno a ricordarne le vittime e i punti colpiti. Poi la casa di Luca con i gadget bene in mostra (si pagherà un supplemento extra per l’avvocato ) poi tutti gli alti luoghi correlati. Macerata sarà l’unica città del mondo ad avere un itinerario così emozionante, privo di qualunque accento culturale e a chi passando davanti allo Sferisterio chiederà che cos’è, gli si risponderà dove ” cento consorti finalmente divorziate alzarono l’alto muro per rinchiuderci i mariti e che ora è abbandonato e pericolante “. Alti monumenti non ce ne sono a parte qualche chiesa che nessuno chiederà di visitare. La cantina del Giardinetto l’avete intelligentemente buttata giù e solo per questo vi faranno capitale della Cultura patrocinata dall’Unesco e dalla Compagnia Teatrale ” Lo Consiglio de li Pistacoppi “.Arrivederci allora a Macerata 2000. ” Sì, ma perché? “