Scandalo Sae, allarme della Cgil:
«Operai allontanati
dopo la nostra denuncia»

De Micheli chiama Arcale

SISMA - I lavoratori che avevano segnalato irregolarità nei cantieri delle casette sono stati costretti a spostarsi da Pieve Torina per «pressioni continue». Il commissario alla Ricostruzione ha contattato il consorzio che ha vinto l'appalto con la Protezione civile

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di Federica Nardi

«Sia il lavoratore rumeno infortunato che il lavoratore italiano sono stati costretti dall’azienda a lasciare gli alloggi del campo base di Pieve Torina perché si sono rivolti alla Cgil. Attualmente sono ospitati nelle nostre strutture». E’ la denuncia di Daniel Taddei, segretario provinciale del sindacato che ieri aveva lanciato l’allarme su gravi irregolarità nei cantieri delle Sae (leggi l’articolo). Gli operai che hanno segnalato alla Cgil le condizioni di lavoro precarie in alcuni cantieri del Maceratese dove si costruiscono casette per i terremotati, sono stati allontanati dal campo base di Arcale a Pieve Torina a causa di pressioni crescenti da parte delle aziende per cui lavorano.

Nel frattempo il commissario alla Ricostruzione Paola De Micheli, informata dal senatore dem Mario Morgoni che le ha sottoposto l’articolo uscito ieri su Cronache Maceratesi, ha chiamato il Consorzio Arcale, vincitore dell’appalto Sae, per chiedere spiegazioni sulle situazioni segnalate dal sindacato. De Micheli tuttavia non ha una competenza specifica sulla Sae, dato che si tratta di soluzioni d’emergenza e quindi in capo alla Protezione civile.

 

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Da sinistra Massimo De Luca (Fillea) e Daniel Taddei

«C’è un clima pesantissimo – dice Daniel Taddei, segretario provinciale della Cgil – e pressioni talmente continue che pur contro la loro volontà hanno dovuto lasciare il campo. Abbiamo messo loro a disposizione un nostro container a Muccia, dobbiamo tutelarli». Dopo l’annuncio choc del sindacato che ieri ha denunciato pubblicamente la situazione di chi lavora per costruire le casette dei terremotati, la situazione nel campo base di Pieve Torina sarebbe quindi rapidamente precipitata. Il sindacato ha puntato il dito contro un sospetto caso di caporalato, con gli operai che verrebbero reclutati direttamente in Romania, portando le prove di un infortunio non segnalato e di pagamenti non in regola. La Cgil ha svelato inoltre un intricato sistema di subappalti, difficilmente tracciabile a causa di alcune forme di associazione, come la rete di impresa, dove compare solo la capofila. Attraverso diverse visure il sindacato è inoltre incappato in alcuni nomi che lo hanno spinto a segnalare alla Prefettura il rischio di infiltrazioni mafiose.

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Paola De Micheli

È inoltre prevista per oggi pomeriggio la riunione tra De Micheli e sindacati per discutere di come attuare uno degli strumenti di controllo che servono proprio a prevenire questo tipo di situazioni nei cantieri: il Durc di congruità. Previsto dall’ordinanza 41 del commissario, dalla pubblicazione del provvedimento c’erano 60 giorni per dettare le linee applicative. I termini erano quindi i primi di gennaio ma quanto messo in luce dal sindacato potrebbe portare a un’accelerazione delle procedure.

 

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