Il gruppo in cammino lungo una parte del Grande Anello dei Sibillini
Il santuario di Macereto
di Marco Ribechi
Storia, natura e formaggi da 10 e lode. Non si poteva chiedere di più al primo appuntamento di Good Morning Sibillini, il format di incontri pensato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini per valorizzare l’area turistica dopo il terremoto. Il percorso, che ha avuto come punto di partenza il meraviglioso santuario di Macereto, ha permesso di scoprire tanti aspetti poco conosciuti che caratterizzano questo territorio ricco di storia e tradizioni da promuovere e sostenere. Ed è proprio il pascolo l’attività che per secoli ha fatto da padrona fornendo carne, latte e lana, definita anche l’oro delle montagne. Oggi sono in pochi a mantenere ancora viva questa peculiarità, spesso gli stessi danneggiati dal recente sisma. Ma il santuario di Macereto, come spiega la preparatissima guida Donatella Rosi, era stato edificato proprio su una linea di confine che per oltre due secoli è stata rivendicata da fazioni opposte. «Da un lato il comune di Visso e dall’altro Camerino – spiega Rosi – L’attività del pascolo era estremamente redditizia perchè i pastori pagavano una tassa per ogni bestia che facevano entrare nei prati. La zona attorno Macereto era particolarmente adatta e quindi contesa tra città rivali».
Il percorso tra arbusti di ginepro
Proprio nel santuario, celebre meta di pellegrinaggio dei fedeli provenienti dal Regno di Napoli e diretti a Loreto, si celebravano anche delle fiere importantissime che riunivano e mettevano in contatto genti provenienti da luoghi diversi. Un vero crocevia commerciale e culturale che però nei secoli fu quasi dimenticato. Oggi porta le ferite del sisma ed è inagibile. Dal santuario la spedizione si è incamminata lungo un tratto del Grande Anello dei Sibillini, attraverso arbusteti di ginepro (commestibile), ginepro rosso (non commestibile ma usato per la mummificazione) e rosa canina. Anche il Monte Bove, imponente sullo sfondo, presenta i segni delle frane dovute al sisma. Lungo la strada, seguendo la dorsale Umbro Marchigiana, si incontrano le mucche di uno degli eroi del terremoto. Si tratta di Giovanni Paris, che ha affrontato tutto l’inverno in una roulotte tra la neve (leggi l’articolo). Eroe non per scelta ma per necessità visto che le sue stalle erano crollate e non poteva trasportare le sue mucche nei campeggi del litorale.
Marco Scolastici presenta una tavola imbandita con degli ottimi formaggi
Tra pascoli e natura autunnale il gruppo ha poi raggiunto uno dei fiori all’occhiello di tutta la zona montana, non solo per la qualità dei suoi prodotti ma soprattutto per l’attaccamento al territorio e la visione nella gestione dell’azienda agricola. E’ la tenuta Scolastici tappa finale del percorso dove i viaggiatori, affamati visto l’orario di pranzo, hanno potuto rifocillarsi e scoprire sapori e storie che hanno nutrito lo stomaco e la mente. Marco Scolastici, figlio del titolare, ha una visione molto moderna riguardo le modalità di produzione, tanto che tutto il suo podere ha il presidio di Slow Food e produce alimenti totalmente Bio. Ma oltre alla qualità eccelsa dei suoi latticini e delle sue marmellate Marco Scolastici ha almeno due sorprese da sviluppare nei prossimi mesi. «Il 29 ottobre inaugureremo la nuova stalla – spiega il ragazzo 29enne – per questo proporremo un itinerario a piedi verso il santuario con una lezione all’aperto sui Sibillini del professore Cesare Catà. Alla sera invece ci sarà un concerto d’arpa di Luciano Monceri (uno degli organizzatori di Montelago Celtic Festival) attorno al falò. E’ un modo per invitare le persone a vivere la montagna».
Marco Scolastici mostra un agnellino di razza Sopravvisana
Accanto alla produzione che sta dando i frutti sperati però Marco Scolastici ha intenzione di riscoprire le radici antiche dei pascoli della zona: «Abbiamo acquistato circa 80 pecore di razza Sopravvissana – spiega il titolare dell’azienda – una tipologia autoctona quasi in estinzione ma che in passato era largamente diffusa. Era stata selezionata dallo Stato Pontificio perchè produceva carne, latte e lana di grande qualità. Poi negli anni è andata perduta perchè con le fibre sintetiche la lana è diventata un prodotto di scarto e si sono scelte pecore capaci di dare più latte. Ho intenzione di valorizzare questa razza originaria e di riprendere la produzione di lana. Solo ridando vita a queste produzioni possiamo salvare i nostri monti e la nostra economia». Nel pomeriggio grazie alla collaborazione di Stefano Marchegiani e del Frontignano Bike Park un altro gruppo ha potuto fare una seconda escursione nella zona, questa volta in mountain bike. Altre attività per testimoniare la rinascita del territorio sono in programma anche domani. A Cessapalombo la seconda data di Good Morning Sibillini dove ci sarà un’altra degustazione, incontri con gli asinelli, camminate alla scoperta dei carbonai e laboratori vari (per informazioni consultare il sito internet). A Ussita invece, per festeggiare la consegna dell’area commerciale, fondamentale per la ripartenza del Comune, ci sarà un altro giro in Mountain Bike (ritrovo alle 9 in piazza) e una camminata a sei zampe insieme agli amici cani.
Il gruppo in Mountain Bike
La yurta dell’azienda Scolastici
Pecore Sorpavvisane
La costruzione della nuova stalla dell’azienda Scolastici che sarà inaugurata il 29 ottobre
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